Popolazione passiva
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fototropismo:Il fototropismo è la risposta, mediante accrescimento per distensione cellulare, ad uno stimolo di luce indirizzata. L'interesse funzionale del fototropismo è di permettere alle piante di accedere al migliore irraggiamento possibile per garantire la fotosintesi. È osservabile ad esempio nella curvatura di un germoglio verso lo stimolo luminoso. Sé l'illuminazione non proviene dall'alto, l'auxina anziché distribuirsi uniformemente si sposterà verso il lato non illuminato. L'accumulo di questo ormone determinerà crescita maggiore nel lato in ombra, con conseguente piegamento verso la luce.
geotropismo:Il geotropismo (o gravitropismo) è la capacità delle piante di reagire alla gravità terrestre. Il geotropismo è una sorta di tropismo che si verifica quando una pianta viene posta orizzontalmente, le zone di fusto e radici rivolte verso il basso ricevono una maggiore quantità di auxina che della parte superiore.
Acido abscissico:Estratto e cristallizzato per la prima volta dai frutti di cotone gli venne dato il nome di abscissina dato che ne promuoveva l'abscissione; nello stesso periodo venne purificato ed estratto da foglie di acero e dato che promuoveva la dormienza delle gemme fu chiamato dormina.
Citochinine:Le citochinine sono dei fitormoni vegetali sintetizzati nel meristema radicale. Tale famiglia di fitormoni comprende più di 40 composti. Dal punto di vista chimico le citochinine si classificano in due categorie:Citochinine di tipo purinico avente struttura simile a quella dell'adenina e che ritroviamo nel malto, latte cocco e lievito. Esse possono essere ulteriormente classificate in naturali e sintetiche.Citochinine di tipo non purinico con struttura di base simile alla fenilurea.
Gibberelline:Le piante malate crescevano molto rapidamente, ma erano gracili e tendevano a piegarsi sotto il peso delle spighe in crescita. Si scoprì che la causa della malattia era una sostanza chimica prodotta da un fungo, Gibberella fujikuroi, che infettava le pianticelle. Questa sostanza, che Kurosawa chiamò gibberellina, e molte altre sostanze analoghe furono successivamente isolate anche da batteri e da numerose specie di piante. Oggi si conoscono più di 70 tipi diversi di gibberelline. Le gibberelline e, in misura inferiore, l'auxi-na, controllano l'allungamento delle cellule degli alberi e dei cespugli adulti
L'urbanesimo
La crescita e la distribuzione della popolazione urbana La popolazione mondiale, mentre continua a crescere, si concentra sempre più nelle aree urbane. Oggi sono più di 5o su cento: ciò significa che la popolazio-ne urbana ha superato quella rurale. Vi sono però notevoli differenze da regione a regione: in Australia e in Nord America, la percentuale di popolazione che vive nelle città è maggiore che in Europa. Nelle regioni economicamente meno svi-luppate, invece, la maggioranza della popo-lazione vive ancora nelle zone rurali. Gli abi-tanti delle città sono quindi in minoranza: nel 2010-2015, in media, poco più di 45 su Io°. Vi sono però anche in questo caso forti diffe-renze da regione a regione: in Sud America, la percentuale di popolazione che vive nelle città è quasi il doppio che in Africa e Asia e supera anche quella dell'Europa.Ma, poiché hanno una popolazione totale molto maggiore, la loro popolazione urbana è numericamente oltre il doppio di quella delle regioni più sviluppate: 2 miliardi e mezzo in confronto a meno di un miliardo. Secondo le proiezioni, nel 2020 nelle regioni meno sviluppate la popolazione urbana supererà quella rurale anche in percentuale. Il forte aumento della popolazione delle città ha portato alla formazione di agglo-merati urbani comprendenti, oltre alla città propriamente detta, il territorio circostante fortemente urbanizzato, in cui si trovano talvolta altre città minori. Alcuni di questi agglomerati hanno raggiunto dimensioni enormi: sono così nate delle megalopoli, con una popolazione superiore ai io milioni. Il maggiore agglomerato urbano del mon-do è quello di Tokyo (capitale del Giappone), la cui popolazione ha superato i 35 milioni . La città post-industriale non viene edificata sulle rovine della città industriale ma si forma attraverso la modifica delle sue strutture, che vengono via via adattate alle nuove esigenze dell'eco-nomia largamente basata sul terziario. Ma, poiché hanno una popolazione totale molto maggiore, la loro popolazione urbana è numericamente oltre il doppio di quella delle regioni più sviluppate: 2 miliardi e mezzo in confronto a meno di un miliardo. Secondo le proiezioni, nel 2020 nelle regioni meno sviluppate la popolazione urbana supererà quella rurale anche in percentuale. Il forte aumento della popolazione delle città ha portato alla formazione di agglo-merati urbani comprendenti, oltre alla città propriamente detta, il territorio circostante fortemente urbanizzato, in cui si trovano talvolta altre città minori. Alcuni di questi agglomerati hanno raggiunto dimensioni enormi: sono così nate delle megalopoli, con una popolazione superiore ai io milioni. Il maggiore agglomerato urbano del mon-do è quello di Tokyo (capitale del Giappone), la cui popolazione ha superato i 35 milioni . La città post-industriale non viene edificata sulle rovine della città industriale ma si forma attraverso la modifica delle sue strutture, che vengono via via adattate alle nuove esigenze dell'eco-nomia largamente basata sul terziario. La crisi delle metropoli nelle regioni meno sviluppate In Asia, in America Latina e in Africa, la scel-ta di privilegiare nettamente lo sviluppo delle città ha favorito la concentrazione delle attivi-tà economiche e delle infrastrutture in poche grandi aree metropolitane. A Bangkok, dove vive poco più del io% della popolazione thai-landese, si concentra l'8o% della produzione industriale e delle esportazioni del paese. Allo stesso tempo la scelta di privilegiare nettamente lo sviluppo delle città ha danneg-giato l'economia rurale a scapito della grande maggioranza della popolazione, spingendo crescenti masse contadine, private della ter-ra e dei mezzi minimi di sostentamento, a riversarsi nelle città alla ricerca di un modo per sopravvivere. La vertiginosa crescita della popolazione urbana, nella maggioranza dei casi, non è stata però accompagnata da un adeguato sviluppo socioeconomico. Accanto ai quar-tieri ricchi e ai centri degli affari, si espandono le bidonville, in cui si concentra la popolazione povera. Si aggiungono a queste gli slum.
Nelle bidonville e negli slum vive oltre un miliardo di persone: quasi un terzo della popolazione ur-bana mondiale. Nel 2030, secondo una stima delle Nazioni Unite, il loro numero potrebbe raddoppiare. La popolazione urbana dell'Europa L'Europa è una delle regioni del mondo con la più alta percentuale di popolazione urbana: in media quasi 75 abitanti su Io° vivono in città paesi europei con le maggiori percentuali di popolazione urbana sono: il Belgio, dove vivono nelle città 97 abitanti su zoo, l'Islanda, il Regno Unito e Malta. In alcuni piccoli stati Monaco e Città del Vaticano l'intera popolazione è urbana. I paesi europei con le minori percentuali di popolazione urbana sono la Moldavia e l'Albania. Hanno percentuali relativamente basse di popolazione urbana anche altri paesi dell'Europa meridionale e orientale, tra cui Slovenia, Serbia, Montenegro, Macedonia, Romania e Slovacchia. Le capitali europee più popolose sono: Mosca (Russia), che supera col suo agglomerato urbano i io milioni di abitanti; Parigi (Francia), con una popolazione di poco superiore ai 2 milioni di abitanti, che nell'agglomerato urbano raggiunge quasi i io milioni; Londra (Regno Unito), costituita da una zona centrale con una popolazione di circa 3 milioni di abitanti, che nell'agglomerato urbano supera gli 8,5 milioni. La loro popolazione, dopo essere fortemente aumentata negli anni Cin-quanta e Sessanta del Novecento, è successivamente diminuita. La sua popolazione è diminuita di oltre un quarto negli ultimi tre decenni del Novecento, scendendo a circa 1,3 milioni. P dovuto anche al fatto che, nella maggior parte dei casi, il numero delle morti ha superato quello delle nascite. Tale fenomeno