Alienazione e Plusvalore in Marx: Concetti Fondamentali dell'Economia Capitalistica

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Marx: Alienazione e Plusvalore

Concetto di Alienazione

L'alienazione, dal latino "alienus" (straniero), descrive la condizione dell'individuo che non è padrone di sé, delle proprie azioni o del proprio pensiero. Marx riprende questo concetto da Hegel e Feuerbach, distinguendone diverse tipologie:

  • Economica: Si verifica nel lavoro salariato. Il lavoratore subisce un esproprio dei frutti del proprio lavoro e, in definitiva, di se stesso, diventando una merce al servizio del capitalista.
  • Giuridico-politica: L'individuo perde la propria libertà, trasferendola allo Stato, considerato un'istituzione superiore che difende i suoi diritti (ma che, secondo Marx, è spesso strumento della classe dominante).
  • Ideologica: Una dottrina che serve gli interessi della classe dominante viene imposta alle classi subalterne.
  • Religiosa: La religione è un'invenzione umana che consola dalla sofferenza terrena, promettendo una felicità illusoria nell'aldilà. Questo, secondo Marx, diminuisce la capacità rivoluzionaria di trasformare le cause reali della sofferenza e legittima l'oppressione.
  • Filosofica: La filosofia, se rimane puramente teorica e non si traduce in pratica, contribuisce all'alienazione.

Per Marx, il soggetto della storia non è l'uomo teorico, ma l'uomo proletario che lavora. Se la separazione tra lavoratore e lavoro non viene eliminata, il lavoratore rimane alienato. Nel sistema capitalistico, caratterizzato dalla proprietà privata dei mezzi di produzione, i prodotti del lavoro non appartengono a chi li produce, ma ai capitalisti. Il proletariato è alienato perché le sue qualità, la sua personalità, non gli ritornano, essendo incorporate nei mezzi di produzione. I rapporti umani tra datore di lavoro e proletario diventano quindi conflittuali, formando due classi antagoniste: borghesia e proletariato.

Analisi della Merce e Concetto di Plusvalore

La merce è l'oggetto prodotto nella società capitalistica. Possiede un valore d'uso (la sua utilità) e un valore di scambio (il suo valore in relazione ad altre merci). Il valore di scambio è determinato, in ultima analisi, dal tempo di lavoro socialmente necessario per produrre la merce.

Il plusvalore, per Marx, è l'incremento di valore di una merce, dato dalla differenza tra il salario minimo necessario alla sussistenza del lavoratore e il valore della merce sul mercato. Questo plusvalore è appropriato dal capitalista. Si distinguono:

  • Plusvalore assoluto: Deriva dall'allungamento della giornata lavorativa. La lotta per la riduzione dell'orario di lavoro è quindi una lotta contro l'appropriazione del plusvalore.
  • Plusvalore relativo: Deriva dalla riduzione del tempo di lavoro necessario, ottenuta grazie all'aumento della produttività (ad esempio, attraverso l'introduzione di macchinari). Questo porta a un aumento del capitale.

In un'economia di mercato semplice, domina la sequenza M-D-M (Merce-Denaro-Merce), dove il denaro è un mezzo per lo scambio di merci. Nell'economia capitalistica, invece, la sequenza è D-M-D' (Denaro-Merce-Denaro'), dove il denaro è il fine e la merce è il mezzo per ottenere un incremento di denaro (D'). Il capitalista ricerca il profitto attraverso la valorizzazione del capitale. Il plusvalore si accumula, formando il capitale (lavoro accumulato). Il capitalista cerca di accrescere il capitale attraverso il plusvalore, intensificando lo sfruttamento dei lavoratori e portando alla concentrazione del capitale in poche mani.

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