L'Ascesa dei Regimi Totalitari: Fascismo in Italia e Nazismo in Germania
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Principi Ideologici e Metodi dei Regimi Fascisti
I problemi politici derivanti dalla Prima Guerra Mondiale e la crisi economica (del 1921 e soprattutto del 1929) portarono alla nascita di movimenti illiberali e anticapitalisti che attaccarono la democrazia da due direzioni:
- A sinistra: il socialismo, che sosteneva la dittatura del proletariato.
- A destra: i movimenti radicali totalitari.
Le caratteristiche principali di questi regimi erano:
- Nazionalismo esasperato e Stato totalitario: Lo Stato è concepito come un organo di dominio e controllo su tutti gli aspetti della vita. Il Nazismo aggiunge a questo l'idea di uno Stato basato su presupposti razzisti.
- Culto del capo: Il capo (il Duce in Italia, il Führer in Germania) rappresenta l'autorità e l'ordine, e il suo destino si identifica con quello della nazione.
- Disuguaglianza naturale: Si riconosce la disuguaglianza naturale degli individui. La società deve essere guidata dai migliori e dai più forti.
- Movimento rivoluzionario: Il fascismo si propone come un movimento anticapitalista e antisocialista.
- Esaltazione della violenza: Si esaltano valori come la violenza, la guerra, il fanatismo e l'intolleranza. Ad esempio, i genitori tedeschi subivano pressioni affinché i loro figli, fin dai 6 anni, si unissero alla Gioventù Hitleriana.
- Controllo delle masse: Sviluppo di organizzazioni per mobilitare e manipolare le masse, come il partito unico (centralizzato, gerarchico e militarizzato), forze paramilitari, organizzazioni giovanili e l'uso massiccio dei media per la propaganda.
Il Fascismo in Italia
Con i trattati di pace del 1919, all'Italia non vennero concesse le promesse territoriali fatte dagli alleati nel 1915. Ciò diede origine all'idea di un tradimento (la cosiddetta "vittoria mutilata") e portò allo sviluppo di un forte nazionalismo. La crisi economica del 1920-1921 ebbe gravi conseguenze per l'economia italiana. I partiti politici erano impegnati in lotte e divisioni interne, dimostrandosi incapaci di gestire la situazione esistente.
Benito Mussolini, membro del Partito Socialista Italiano dal 1900, ne uscì nel 1914 per sostenere l'ingresso dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale. Nel 1919 creò il movimento dei Fasci Italiani di Combattimento (i cui membri erano chiamati anche "camicie nere"). Nel 1921 venne creato il Partito Nazionale Fascista che, con il sostegno finanziario di industriali e proprietari terrieri, entrò in Parlamento.
Il Nazismo in Germania
Dopo l'abdicazione del Kaiser Guglielmo II, in Germania fu proclamata la Repubblica (nota come Repubblica di Weimar). Il nuovo regime dovette affrontare una grave crisi post-bellica, aggravata dall'inflazione e dalle pesanti riparazioni di guerra imposte dai vincitori con il Trattato di Versailles. In questo contesto prese forza il NSDAP (Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori), comunemente noto come Partito Nazista.
Questo partito si definiva nazionalista e antisemita, sosteneva l'abolizione dei partiti politici e l'esclusione degli ebrei dalla cittadinanza. Nel 1929, la crisi economica internazionale e le sue conseguenze radicalizzarono la situazione. L'incendio del Reichstag (il palazzo del parlamento tedesco), di cui vennero accusati i comunisti, diede a Adolf Hitler il pretesto necessario per iniziare lo smantellamento della democrazia in Germania nel 1933.
Indette nuove elezioni, queste furono vinte in modo schiacciante dal Partito Nazista. Hitler ricevette poteri straordinari dal parlamento e ordinò lo scioglimento di tutti i partiti politici, ad eccezione del NSDAP, e dei sindacati. Creò una polizia politica segreta (la Gestapo) e iniziò a internare dissidenti e oppositori politici nei campi di concentramento.