Assolutismo e Rivoluzioni: Luigi XIV e l'Inghilterra del XVII Secolo
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Luigi XIV, il Re Sole
Luigi XIV, il Re Sole, eredita il trono a 5 anni nel 1643, ma assume il potere solo nel 1661 alla morte del primo ministro Mazzarino. Decide di regnare assumendo su di sé tutto il potere e la responsabilità (non nomina un primo ministro). Obiettivo: uno stato assolutista, convinto dell'origine divina del suo potere (il 'Re Sole', autocelebrazione). Assolutismo (dal latino 'ab solutus' = sciolto dalle proprie leggi, senza vincoli o legami con esse = al di sopra della legge che impone ai sudditi).
Riduzione del Potere
Toglie poteri agli altri soggetti politici:
- 1) La nobiltà: li ospita a corte nella Reggia di Versailles nel lusso ('gabbia dorata') e li destituisce dalle funzioni pubbliche. Nomina invece funzionari della borghesia (collaboratori scelti). Inoltre, istituisce Consigli (con ministri per affari segreti, interni e finanze) e Intendenti (funzionari) scelti dalla borghesia.
- 2) La Chiesa: per lui la religione è fondamentale. Luigi si scontra con Papa Innocenzo XI e dichiara l'autonomia del clero francese da Roma -> Gallicanesimo (il sovrano guida il cattolicesimo). Uniforma il paese: lotta contro gli Ugonotti (protestanti) e i Giansenisti (cattolici dichiarati eretici, come i monaci di Port-Royal che professano la libertà di coscienza). Inoltre, emana l'Editto di Fontainebleau (1685):
- Conversione al cattolicesimo
- Distruzione dei luoghi di culto protestanti
- Chiusura delle scuole protestanti
- Obbligo di battesimo
- Espulsione degli Ugonotti
- 3) I Parlamenti: assemblee rappresentative del Primo, Secondo e Terzo Stato (rappresentanti per ogni provincia francese) con diritto di veto e tassazione. Luigi impone la registrazione automatica dei suoi provvedimenti.
Dal 1661 al 1789 gli Stati Generali non furono più convocati da Luigi XIV. L'ultima convocazione, dopo tanti anni, porterà poi allo scoppio della Rivoluzione Francese.
Giacomo I e l'Inghilterra
Giacomo I: primo monarca della dinastia Stuart, sale al trono nel 1603 dopo la morte della regina Elisabetta I. Figlio di Maria Stuart di Scozia, sale al trono unendo le corone di Inghilterra e Scozia. Cercò di imporre una monarchia assoluta, giustificando il suo potere con la teoria del diritto divino dei re, che sosteneva che il re fosse direttamente responsabile solo davanti a Dio e non al Parlamento. Questo approccio irritò i parlamentari e le varie fazioni religiose, creando conflitti. Giacomo I cercò di estendere il potere monarchico anche sul piano religioso, cercando di unificare le chiese anglicana e presbiteriana, ma incontrò forte opposizione, specialmente da parte dei Puritani, che volevano una Chiesa anglicana più rigorosa. L'opposizione culminò nella Congiura delle Polveri (1605), un tentativo (con 36 barili di polvere da sparo) di far saltare in aria il Parlamento a Westminster, Londra, con il re e la famiglia reale. I congiurati furono scoperti e giustiziati. Il tentativo di Giacomo di centralizzare il potere monarchico lo portò a scontri con il Parlamento, che continuarono con il suo successore Carlo I.
Carlo I e lo Scontro con il Parlamento
Il figlio di Giacomo I, Carlo I, salì al trono nel 1625 e portò avanti una politica ancora più autoritaria rispetto al padre. Carlo I cercò di governare senza convocare il Parlamento per lunghi periodi, usando il suo potere regale per raccogliere fondi (come la “Ship Money”, attraverso imposte non approvate dal Parlamento). Questo provocò l'opposizione del Parlamento, che vedeva minacciato il proprio ruolo e i diritti degli inglesi. Nel 1628, il Parlamento forzò Carlo I a firmare la Petition of Right, che limitava il potere del re, impedendo l'imposizione di imposte senza il consenso del Parlamento e stabilendo diritti contro la detenzione arbitraria. Nonostante ciò, Carlo continuò a governare senza il Parlamento per più di un decennio, periodo noto come la Personal Rule (1629-1640).
La Rivolta Scozzese e la Convocazione del Parlamento
Quando Carlo I cercò di imporre riforme religiose anglicane in Scozia, scoppiò la rivolta dei Covenanti (1637-1640). La guerra contro i ribelli scozzesi costrinse Carlo a convocare il Parlamento nel 1640, che approfittò della situazione per limitare ulteriormente i poteri del re, approvando leggi che limitavano il potere del re e gli impedivano di governare senza il Parlamento.
La Guerra Civile Inglese
Le tensioni tra Carlo I e il Parlamento sfociarono nella Guerra Civile Inglese. La guerra si combatté tra i Realisti (sostenitori del re Carlo I) e i Parlamentari (che volevano ridurre il potere del re e rafforzare il Parlamento). I Parlamentari erano principalmente sostenuti dai Puritani, mentre i Realisti erano sostenuti dai nobili e dai sostenitori della monarchia. La prima fase terminò con la vittoria delle forze parlamentari, grazie all'abilità militare di Oliver Cromwell, che organizzò l'armata del Parlamento, nota come New Model Army. La seconda fase vide la definitiva sconfitta di Carlo I: fu catturato, processato e giustiziato nel 1649. Questo atto segnò la fine della monarchia assoluta.
Il Commonwealth e Oliver Cromwell
Dopo l'esecuzione di Carlo I, l'Inghilterra fu dichiarata una repubblica sotto il controllo di Oliver Cromwell, che divenne Lord Protettore. Questo periodo è noto come il Commonwealth. Questo periodo fu caratterizzato da:
- Cromwell deteneva il potere esecutivo e militare, ma non rinunciò completamente alla presenza del Parlamento.
- Cromwell, pur essendo un Puritano, si mostrò relativamente tollerante verso altre denominazioni protestanti, ma perseguì una politica di severa repressione verso i cattolici.
- Nonostante alcuni successi, la stabilità del Commonwealth fu precaria. Il regime di Cromwell non riuscì a risolvere le divisioni interne e a consolidare il supporto popolare. Alla morte di Cromwell nel 1658, il suo successore, Richard Cromwell, non riuscì a mantenere il controllo del paese.
La Restaurazione Monarchica
Dopo la morte di Cromwell nel 1658 e la fine del Commonwealth, la monarchia fu restaurata nel 1660 con il ritorno di Carlo II, figlio di Carlo I. Tuttavia, la restaurazione non significò un ritorno al potere assoluto della monarchia. Il Parlamento aveva ormai guadagnato potere e i conflitti tra il re e il Parlamento continuarono, sebbene Carlo II cercò di stabilire un equilibrio tra le due istituzioni.
La Gloriosa Rivoluzione
Nel 1688, il successore di Carlo II, Giacomo II, salì al trono. Giacomo II cercò di rafforzare il potere monarchico e introdusse politiche favorevoli ai cattolici, cosa che suscitò una forte opposizione tra i protestanti e i parlamentari. Temendo una restaurazione del cattolicesimo e dell'assolutismo, il Parlamento invitò Guglielmo d'Orange (marito di Maria II, figlia di Giacomo) a invadere l'Inghilterra. Giacomo II fuggì in Francia e Guglielmo e Maria furono proclamati sovrani.
La Gloriosa Rivoluzione segnò l'instaurazione di una monarchia costituzionale: Giacomo II fu deposto e il Parlamento approvò la Dichiarazione dei Diritti (Bill of Rights) nel 1689, che limitava i poteri del re e stabiliva diritti fondamentali per i cittadini. In questo modo, la monarchia inglese divenne subordinata al Parlamento, e il potere monarchico fu definitivamente limitato.