Aurignaziano: Il Paleolitico Superiore in Europa
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FASE ANTICA DEL PALEOLITICO SUPERIORE: L’AURIGNAZIANO (35.000 - 20.000 B.P.)
L’Aurignaziano presenta una caratteristica industria litica, utilizzando materie dure di origine animale. La scheggiatura è orientata alla produzione di supporti laminari e, in alcune facies, anche di supporti lamellari e microlamellari; i nuclei sono di forma carenoide, piramidale, prismatica… È ampiamente diffuso nell’Europa occidentale, nei paesi del Mediterraneo centrale, nell’Europa media, nella Penisola balcanica e nelle regioni dell’Europa orientale.
Evoluzione dell’Aurignaziano
Si possono distinguere più fasi:
- Fase protoaurignaziana (anteriore a 34.000 anni), limitata ad alcune regioni.
- Fase classica (34.000-27.000 anni fa).
- Fase tarda (27.000-20.000 anni fa).
Il Protoaurignaziano compare verso la fine della zona di Hengelo e nella successiva fase di instabilità climatica. L’Aurignaziano antico, con punte di zagaglia a base fenduta, si sviluppa nella fase fredda, mentre l’Aurignaziano evoluto nella fase temperata di Arcy. In tutte le fasi si incontrano industrie con numerose armature lamellari e microlamellari. Nell’Europa meridionale, nelle regioni del Mediterraneo occidentale, nel Veneto e nella Bassa Austria, lo strumentario lamellare sembra assumere un significato d’indicatore cronologico. Alcuni insiemi presentano ritocco marginale e piccole punte a dorso ottenute mediante ritocco marginale o profondo.
Armature Lamellari e Microlamellari
Le armature lamellari e microlamellari venivano impiegate come punte di armi da getto e secondariamente per costruire strumenti composti per tagliare o raschiare.
Il Protoaurignaziano in Italia
In Italia, il Protoaurignaziano mediterraneo compare tra 38.000-37.000 anni fa in siti come:
- Grotte di Fumane (lamelle Dufour, con ritocco marginale o profondo)
- Riparo Mochi (lamelle Dufour, con ritocco marginale o profondo)
- Grotta di Castelcivita (lamelle Dufour, piccole punte a ritocco marginale)
- Grotta Paglicci (lamelle a ritocco marginale)
Tutti questi siti presentano punte a base fenduta.
Siti Aurignaziani e Strategie di Sfruttamento del Territorio
I siti aurignaziani mostrano una collocazione molto diversificata: si trovano siti all’aperto in zone pianeggianti, spesso in prossimità di corsi d’acqua, e siti in ripari sotto roccia o all’imboccatura di grotte. Lo studio dell’Aurignaziano dell’Europa media suggerisce che ogni gruppo di cacciatori aurignaziani sfruttasse un territorio definito, nel quale si trovavano sia i campi base sia i campi secondari, legati alla caccia.
Caccia e Sfruttamento delle Risorse
Nell’Europa occidentale e nell’Europa media l’animale più cacciato è il renna, nell’Europa orientale il mammut, e a sud delle Alpi lo stambecco. Nelle Prealpi Venete, il grande incremento degli uccelli registrato al passaggio tra Musteriano e Protoaurignaziano suggerisce la pratica della caccia agli uccelli.
Oggetti Ornamentali e Prime Manifestazioni Artistiche
Nel Protoaurignaziano e nell’Aurignaziano antico, i siti presentano quantità notevoli di conchiglie marine. L’approvvigionamento delle conchiglie a grande distanza può essere stato indotto da fenomeni migratori. Sono presenti oggetti ornamentali e sostanze coloranti, oggetti decorati rinvenuti in complessi riti funerari, nelle azioni culturali e nelle prime manifestazioni artistiche. Queste evidenze archeologiche differenziano l’Aurignaziano dal Musteriano (Uomo di Neandertal).
Gli oggetti d’ornamento, comparsi con l’Aurignaziano, si sviluppano per tutto il Paleolitico superiore e il Mesolitico nelle culture degli ultimi popoli cacciatori e raccoglitori d’Europa, e si tramandano nelle età successive.
Si rinvengono denti di mammiferi per formare collane o pendenti; conchiglie fossili sia in affioramenti vicini che molto lontani dall’insediamento (conchiglie presentano fori provocati da organismi artificiali); oggetti fabbricati con pietre più o meno dure, con osso o con avorio, utilizzati come collane fissate alle vesti e pendagli.
Sepolture Aurignaziane
Nelle sepolture aurignaziane sono stati effettuati vari scavi, con rinvenimento di oggetti ornamentali; nel Protoaurignaziano si riscontrano pratiche di mutilazione e la copertura della sepoltura con un tumulo. Gli scheletri si trovavano in fosse nelle quali era stata massicciamente utilizzata ocra rossa, con molti oggetti ornamentali fissati a cuffie oppure adoperati come pendagli sul capo, al collo, ai gomiti, ai polsi; alcuni erano stati deposti stringendo in mano una grande lama di selce. Gli oggetti ornamentali erano costituiti soprattutto da conchiglie marine, da vertebre di salmonidi e da canini atrofici di cervo forati. Altri pendagli erano stati ricavati dall’osso; alcuni si trovavano su più scheletri, suggerendo trattarsi di un segno distintivo di appartenenza a un gruppo familiare.
Arte Aurignaziana
Alcuni siti del Sud-Ovest della Francia, riferiti all’Aurignaziano antico ed evoluto, hanno restituito blocchi con incisioni larghe e profonde, che riproducono animali e genitali umani. Vari siti delle regioni meridionali dell’Europa media hanno restituito opere più raffinate, cioè sculture in avorio e in pietra a tutto tondo, che rappresentano animali o umani (31.000 B.P.). Le pitture di felini, rinoceronti e altri animali che possono aggredire l’uomo sono il prodotto di una cultura figurativa già matura.