Barocco: Caratteristiche, Tendenze Letterarie e Poetiche

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Definizione del Barocco

Il Barocco è un periodo storico e culturale successivo al Rinascimento. Pur proseguendo e completando il rinnovamento artistico rinascimentale, il Barocco rappresentò anche una reazione ai suoi presupposti ideologici ed estetici. Raggiunse la sua massima espressione nella letteratura spagnola, coronando l'età d'oro iniziata nel Rinascimento. Il Barocco non fu solo un periodo storico, ma anche un movimento generale nella società.

Tendenze Stilistiche e Letterarie del Barocco

L'estetica e i temi principali del Barocco sono:

  • Epica: eredità romantica e mitologica del Rinascimento.
  • Religiosa, morale e politica: frutto della disillusione barocca.
  • Picaresca e satirica: critica sociale o espressione di disillusione.
  • Storica o leggendaria nazionale.

L'originalità fu un aspetto fondamentale per gli scrittori barocchi. Essi cercarono soprattutto l'originalità, l'individualità creativa e la sorpresa retorica.

  • Ricercavano la novità, con l'intento di sorprendere il lettore attraverso la complessità e la messa alla prova delle sue capacità.
  • Usavano l'ingegno per allontanarsi dalla volgarità, sia arricchendo il linguaggio, sia rinnovando il pensiero con ellissi, antitesi o paradossi.
  • Non miravano a imitare la natura, ma a stravolgerla per creare una nuova arte o una bellezza artificiale che la superasse o trasformasse.

Confronto tra Rinascimento e Barocco

È possibile stabilire il seguente confronto con il Rinascimento:

Rinascimento:

  1. Esaltazione del mondo e dell'uomo.
  2. Godimento della vita.
  3. Realismo.
  4. Ottimismo.
  5. Bellezza formale come espressione di vitalità e serenità.
  6. Equilibrio.
  7. Armonia.
  8. Naturalezza, eleganza e semplicità.

Barocco:

  1. Svalutazione della vita e della natura umana.
  2. La vita come problema.
  3. Caducità e limitazione.
  4. Ansia e pessimismo.
  5. Violenza e forme distorte.
  6. Dinamismo e movimento.
  7. Contrasto.
  8. Artificiosità e difficoltà.

Tendenze nella Poesia Colta del Barocco

La poesia colta barocca continuò l'eredità della poesia rinascimentale e italiana, mantenendone i metri e le forme, tra cui spiccano il verso endecasillabo, adatto all'espressione lirica, e il sonetto e la canzone, come forme strofiche più caratteristiche. I poeti si divisero in due gruppi distinti:

  • Coloro che ruppero l'equilibrio tradizionale tra contenuto ed espressione (culteranismo e concettismo), e coloro che, come Lope de Vega, armonizzarono entrambe le tendenze.
  • Coloro che conservarono l'ideale estetico di naturalezza e autoselezione del classicismo rinascimentale.

Generalmente, si individuano tre tendenze principali nella poesia barocca: culteranesimo, concettismo e classicismo.

Culteranesimo

La poesia culterana, o gongorismo (da Luis de Góngora), riprese lo stile manierista del Rinascimento e la sua idealizzazione della bellezza, ma ne modificò i temi e ne esagerò la retorica. I poeti culterani crearono un'opera complessa, ricca di forti contrasti formali, basata su percezioni sensoriali e su una retorica audace. Ruppero l'equilibrio tra forma e contenuto, privilegiando un'espressione armoniosa e bella per rappresentare un mondo idealizzato, sfuggendo così alla realtà. Era un modo per cercare di creare mondi artificiali, estetici e sensorialmente perfetti.

Tra le sue caratteristiche più notevoli si segnalano:

  • Uso perfetto di versi e strofe per ottenere una musicalità superiore attraverso parallelismi, bimembrismi, allitterazioni e rime sorprendenti.
  • Trattamento magistrale della metafora per sublimare la realtà e gli elementi della natura.
  • Elaborazione impeccabile del linguaggio poetico attraverso l'uso di cultismi e di un suono ritmico.
  • Valorizzazione dei temi mitologici per trasformarli in mondi ornamentali e liberatori.
  • Complessità sintattica basata sulla subordinazione, con l'uso di incisi e, in combinazione con essi, delle varianti più audaci dell'iperbato.

Il creatore e massimo rappresentante di questa tendenza fu Luis de Góngora y Argote (1561-1627).

Concettismo

L'associazione per similitudine o contraddizione tra oggetti che formano un "concetto" non era una novità nella poesia concettista. Ciò che caratterizzò il concettismo del XVII secolo fu l'intensa accumulazione di arguzie verbali, giochi semantici ed ellissi. I poeti concettisti configurarono il loro stile con risorse linguistiche molto concrete:

  • Figure retoriche di pensiero per esprimere la relazione o il contrasto tra gli oggetti: ossimoro, antitesi, paradosso, metafora, iperbole, ecc.
  • Ogni possibile varietà di giochi di parole per moltiplicare e distorcere il significato, creando molteplici significati: dilogie, ambiguità, ecc.
  • Figure foniche per giochi di parole: paronomasia, calembour, allitterazioni, onomatopee, ecc.
  • Dispositivi sintattici per spostare le categorie grammaticali delle parole (aggettivi usati come nomi, per esempio) o forzare l'ordine logico delle frasi con l'iperbato.
  • Procedure di intensificazione delle parole con la composizione e la derivazione, o di rinnovamento del lessico, con l'introduzione di neologismi audaci.

La figura massima del concettismo poetico fu Francisco de Quevedo y Villegas (1580-1645).

Classicismo

La tendenza classicista accolse tutti quei poeti che, al di fuori dell'influenza di Góngora e Quevedo, cercarono di mantenere gli ideali estetici e formali della poesia rinascimentale. In questo modo, l'equilibrio e la serenità, la moderazione emotiva, la sobrietà e lo stile naturale, che avevano caratterizzato i poeti del XVI secolo, fornirono una cornice di riferimento per i temi barocchi della brevità della vita, del passare del tempo o dell'atteggiamento di disillusione. A questa tendenza appartennero poeti della scuola di Siviglia, tra cui Francisco de Rioja (1583-1659), Rodrigo Caro (1573-1647) e Andrés Fernández de Andrada (1575-1648?).

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