Il Barocco nella Letteratura del XVII Secolo: Tra Culteranismo e Concettismo
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Il Barocco nella Letteratura del XVII Secolo
Il pensiero e la letteratura barocca
Mentalità barocca
Un sentimento di scetticismo e pessimismo, considerato causa fondamentale dello sviluppo politico, economico e sociale della Spagna, si riflette nei seguenti punti:
- Disillusione del mondo: la bellezza della realtà è pura apparenza, un inganno. Si percepisce solo la bruttezza e la miseria della vita umana, piena di dolore e debolezza. Una visione negativa di tutto ciò che è umano.
- Paura del tempo che passa: il tempo distrugge inesorabilmente tutto ciò che è materiale, rendendo la vita breve e fugace.
- Ossessione per l'inevitabile presenza della morte: pessimismo e paura della morte. A volte si risolve in un'accettazione rassegnata e stoica, altre volte in angoscia e ribellione.
Letteratura barocca
- Forme di espressione: rimangono le stesse del Rinascimento, ma vengono gradualmente esagerate e contorte, con una perdita di equilibrio e armonia rispetto alla classicità.
- Tecnica del contrasto: si trovano antitesi, come il bello e il brutto. Questa tecnica porta a due aspetti:
- Deformazione caricaturale della realtà, degradante e svilente.
- Idealizzazione e abbellimento, anche di ciò che è ordinario e banale.
- Iperbole: utilizzata in entrambi gli aspetti sopracitati, sia nella degradazione e scherno della realtà, sia nella sua idealizzazione.
- Lingua letteraria: lontana dalla semplicità rinascimentale, crea un linguaggio complesso, pieno di ingegno e artifici linguistici, che si traduce in uno stile brillante e difficile per il lettore.
Questo linguaggio si esprime in due tendenze apparentemente opposte, ma che sono due manifestazioni diverse di una volontà comune: evitare il nome comune delle cose, per dimostrare la propria cultura. Queste due tendenze sono il culteranismo e il concettismo.
Culteranismo
Prende il nome dall'abbondante uso di cultismi e latinismi: cultismo lessicale, sintattico (iperbato), allusioni mitologiche.
Il suo principale esponente è Luis de Góngora, da cui prende anche il nome di gongorismo.
Ricerca soprattutto la bellezza formale, un linguaggio di grande cultura. Caratteristiche principali sono la profusione di risorse ornamentali e artifici eruditi, latinizanti.
La difficoltà del concetto si unisce alla complicazione formale. Richiede una solida cultura classica.
- Risorse: non sono nuove, ma vengono intensificate e accumulate.
- Sintassi: risorse latinizanti: iperbato, ablativo assoluto, struttura complicata, periodi lunghi, numerose subordinate, enumerazioni, simmetria, correlazioni.
- Glossario:
- Molti cultismi, impiegati principalmente per il loro valore sonoro e ornamentale.
- Vocabolario sensoriale, ricco di colori. Il colore è associato ai metalli preziosi, nobili, portando ad un linguaggio lussuoso.
- Figure letterarie: ricchezza metaforica, quasi sempre pura, audace e originale. Altre figure come iperbole, circonlocuzione, antitesi e giochi di parole, condivise con il concettismo, contribuiscono alla genialità dello stile.
- Mitologia: allusioni alla mitologia classica, come similitudini o paragoni, che ostacolano la comprensione, ma abbelliscono e nobilitano il linguaggio poetico.
Concettismo
Il suo principale esponente è Francisco de Quevedo e appare sia in prosa che in versi.
Ricerca la densità espressiva, suggerendo diversi contenuti in poche parole, attraverso associazioni ingegnose tra parole e idee.
- Lessico: non usa cultismi, ma crea nuove parole per composizione o derivazione (es. archipobre, protomiseria).
- Sintassi: concisa, eliminando il superfluo, frasi brevi.
- Violenza delle regole grammaticali: formazione di superlativi su nomi (es. naricísimo), uso della funzione sostanziale degli aggettivi, che implica un'associazione intelligente.
- Iperbole, giochi di parole (polisemia o doppi sensi), paronomasia e metafore.