Il Bilancio d'Esercizio: Uno Strumento di Comunicazione Economico-Finanziaria
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Il Bilancio d'Esercizio
Il bilancio d'esercizio è il documento, redatto al termine del periodo amministrativo, con cui si rappresenta la situazione patrimoniale e finanziaria dell'impresa e il risultato economico dell'esercizio.
Finalità del Bilancio d'Esercizio
Considerando quali soggetti interni coloro che devono assumere decisioni, il primo fondamentale compito del bilancio d'esercizio è quello di consentire il controllo di gestione, valutare i risultati ottenuti e prendere decisioni in merito alle scelte future.
Considerando invece tutti gli stakeholder (interni ed esterni), il bilancio rappresenta il principale strumento di comunicazione economico-finanziaria dal quale è possibile ottenere informazioni sulla redditività, l'andamento finanziario e la consistenza patrimoniale dell'impresa, affinché:
- i soggetti interni, quali i soci di maggioranza e i dipendenti, possano, rispettivamente, valutare l'operato degli organi amministrativi (i proprietari dell'azienda) e ricevere informazioni circa la stabilità dei posti di lavoro (i dipendenti);
- i soggetti esterni, quali i soci di minoranza, i fornitori, le banche e tutti coloro che finanziano l'attività aziendale, siano in grado di valutare la remunerazione e le garanzie che l'impresa è in grado di offrire.
Redazione del Bilancio d'Esercizio
Il bilancio d'esercizio è redatto agli organi amministrativi. Se la società è quotata in mercati regolamentati, l'obbligo di redigere i documenti contabili ricade invece sul dirigente contabile specificamente designato. In ogni caso il documento deve essere approvato dall'assemblea dei soci.
Diversamente dalle imprese individuali e dalle società di persone, in tutte le società di capitali il bilancio d'esercizio deve essere reso pubblico. Allo scopo di tutelare i soggetti esterni, il codice civile prevede la forma e il contenuto dei documenti che lo compongono, i principi di redazione, nonché i criteri di valutazione degli elementi patrimoniali.
Composizione del Bilancio d'Esercizio
Il bilancio d'esercizio è composto da quattro parti:
- lo Stato patrimoniale, con cui si evidenzia la situazione patrimoniale e finanziaria dell'impresa;
- il Conto economico, che indica i componenti positivi e negativi del reddito d'esercizio;
- il Rendiconto finanziario, art. 2425 ter c.c., documento contabile che evidenzia i flussi finanziari (fonti e impieghi) che sono nella situazione patrimoniale dell’impresa in due momenti diversi;
- la Nota integrativa, che fornisce informazioni aggiuntive, contenuti nello Stato patrimoniale e nel Conto economico, si trova nell’2427 del c.c.
Lo Stato Patrimoniale
Lo stato patrimoniale è nell’ l’articolo 2424 del codice civile. La forma dello stato patrimoniale è quella a sezioni contrapposte, denominate rispettivamente Attivo (impieghi, secondo il criterio della destinazione) e Passivo (finanziamenti, secondo il criterio della provenienza). Ha una struttura rigida, che non può essere modificata.
Attivo
Nell’attivo viene suddiviso secondo la destinazione, abbiamo:
- crediti verso soci: questa macroclasse accoglie il saldo dei conti azionisti c/sottoscrizione e soci c/sottoscrizione
- immobilizzazioni: immobilizzazioni immateriali, materiali, finanziarie
- attivo circolante: rimanenze, crediti, attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni, e disponibilità liquide
- ratei e risconti (RATEI E RISCONTI ATTIVI)
Passivo
Nel passivo invece suddiviso secondo le fonti di finanziamento, abbiamo:
- patrimonio netto: capitale (proprio o dai terzi), varie riserve, utile a nuovo
- fondi per rischi e oneri
- trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato (debiti per tfr)
- Debiti
- ratei e risconti (RATEI E RISCONTI PASSIVI)
Principi di Redazione dello Stato Patrimoniale
il bilancio deve essere compilato con chiarezza, veridicità e correttezza.
- La prudenza comporta che si deve tener conto dei rischi e delle perdite che presumibilmente si manifesteranno nell'esercizio futuro, mentre vanno considerati soltanto se certi e definitivi.
- Continuità La valutazione delle voci di bilancio deve essere fatta nella prospettiva della continuazione dell'attività aziendale (azienda in funzionamento) e non in una fase particolare della sua vita quale potrebbe essere la cessione o la liquidazione.
Il Conto Economico
Il Conto economico è nell’ art. 2425 del codice civile. si ottiene dalla Situazione economica; il Conto economico civilistico ha una configurazione a valore e costi della produzione; essendo redatto in forma scalare, il Conto economico è strutturato per aree di gestione, così da evidenziare alcuni risultati intermedi.
i costi sono classificati secondo la loro natura. All'interno dei raggruppamenti, sono elencate le diverse voci di ricavo o costo, che possono ulteriormente suddividersi in sottovoci. Tali raggruppamenti individuano tre aree di gestione: l'area della produzione, che contiene costi e ricavi derivanti dall'attività caratteristica dell'azienda e dalla gestione accessoria; l'area della gestione finanziaria, che raggruppa costi e ricavi finanziari; l'area della gestione straordinaria in cui, invece, affluiscono componenti straordinari di reddito, ovvero provenienti da fonti estranee all'attività ordinaria.
La legge, inoltre, consente alle società di capitali di minori dimensioni (ovvero che non emettono titoli di credito in mercati regolamentati), alle imprese individuali e alle società di persone di redigere i prospetti del bilancio in forma abbreviata, secondo quanto stabilito dall'articolo 2435bis. del C.c.
Principi di Redazione del Conto Economico
il bilancio deve essere compilato con chiarezza, veridicità e correttezza.
Il bilancio deve essere redatto presupponendo la continuità dell'attività aziendale. La prudenza comporta l'imputazione all'esercizio delle perdite presunte, ma non degli utili che, al momento della redazione del bilancio, non sono ancora certi e definitivi. Per esempio, se alla chiusura dell'esercizio si ha notizia del fallimento di un cliente, occorre tener conto della probabile perdita sul credito effettuando un'opportuna svalutazione.
La rilevazione e la presentazione delle voci devono essere effettuate tenendo conto della sostanza dell'operazione o del contratto. Le valutazioni devono riflettere la sostanza economica dell'operazione e non gli aspetti formali dell'operazione o del contratto. Agli effetti della redazione del bilancio, le norme prevedono che la competenza economica delle operazioni debba prevalere sulla loro manifestazione finanziaria. Per questo motivo, poiché durante l'esercizio la contabilità ha come punto di riferimento la manifestazione finanziaria, alla fine del periodo amministrativo occorre redigere le scritture di assestamento.
Ai fini della comparabilità dei dati da un esercizio all'altro e anche per evitare che
, attraverso la modifica dei criteri di valutazione, vengano alterati i risultati di bilancio, è richiesta la costanza dei criteri di valutazione nel tempo. Si può derogare a questo principio solo in casi eccezionali, purché sia garantita la trasparenza.
Le immobilizzazioni, secondo l’art. 2424-bis, sono “gli elementi patrimoniali destinati ad essere utilizzati durevolmente”.
Molti dei beni che vengono utilizzati in azienda hanno un uso singolo o limitato nel tempo. Invece, le immobilizzazioni rimangono attive per più tempo, solitamente per più anni. Per questo il loro impiego viene definito “pluriennale”. Questa è la differenza principale rispetto agli elementi di attivo circolante.
Si definiscono immobilizzazioni proprio perché non possono essere smobilizzate nel breve periodo, sicuramente non entro 12 mesi. Esistono tre tipologie:
-materiali;
-immateriali;
- finanziarie.
Le immobilizzazioni materiali sono beni materiali tangibili di utilizzo durevole. Sono i più comuni in azienda, ad esempio: macchinari, impianti, automezzi ecc. Le immobilizzazioni materiali vengono chiamate anche immobilizzazioni tecniche, perchè comprendono tutti i fattori produttivi o beni strumentali che vengono utilizzati per lo svolgimento della gestione caratteristica dell’impresa.
Le immobilizzazioni immateriali sono beni non tangibili che hanno un’utilità pluriennale, come ad esempio: costi di impianto e ampliamento, costi di sviluppo, l'avviamento, ecc.
Rispetto alle immobilizzazioni materiali, quelle immateriali, non si riferiscono ad un bene specifico bensì ad un insieme di elementi non tangibili, sempre aventi utilizzo pluriennale.
Ad esempio, comprende i costi di avviamento, ovvero tutti quelli che sussistono alla creazione della società, i costi di ampliamento, che si hanno nel caso di un potenziamento dell’attività. Comprendono anche software, marchi e brevetti che sono beni di utilizzo pluriennali di per sé non tangibili.
Le immobilizzazioni finanziarie sono titoli, crediti e altri strumenti finanziari destinati a rimanere nel patrimonio dell’azienda per più anni.
Se l’impresa decidesse di effettuare qualsiasi investimento finanziario tramite l’acquisto di azioni, titoli o partecipazioni di altre società, di tipo durevole e pluriennale, questi dovranno essere iscritti all’interno delle immobilizzazioni finanziarie.
L’azienda può decidere di acquisire un’immobilizzazione finanziaria per due motivi:
effettuare un investimento speculativo;
acquisire un’altra azienda, tramite l’acquisto di quote, azioni o altri crediti.
Se si tratta di un investimento di breve periodo o di un credito commerciale che verrà a breve saldato, verrà iscritto all’interno dell’attivo circolante. Viceversa, se si presume di tenere all’interno del patrimonio della società per più esercizi allora si tratta di un’immobilizzazione.
Le immobilizzazioni vengono scritte all’interno del bilancio, in particolare:
nello stato patrimoniale;
all’attivo;
alla lettera C.
Si tratta delle uniche voci di costo ad essere inserite nello stato patrimoniale e non nel conto economico, proprio per la loro caratteristica di essere pluriennali.
Tutte le tipologie di immobilizzazioni devono essere scritte al valore al netto degli ammortamenti e delle svalutazioni. Vale a dire, che l’importo in bilancio sarà pari a quanto vale l’immobilizzazione nel momento in cui viene redatto il documento, non al valore di acquisto. Questo perché sono soggette a:
ammortamento, ovvero il processo contabile che consente di ridurre il valore del bene, spalmando il suo costo su tutti gli anni in cui viene utilizzato;
svalutazioni, cioè quando si procede con la diminuzione dell’importo del bene in bilancio se c’è stata una vera e propria perdita del valore, ad esempio per obsolescenza, deterioramento fisico o cambio significativo del valore di mercato.
Le immobilizzazioni vengono scritte anche nella nota integrativa, dove vengono descritti i criteri di ammortamento, i movimenti e la loro composizione.
RICLASSIFICAZIONE STATO PATRIMONIALE
IMPIEGHI
Attivo corrente :
disponibilità liquide :
- DEPOSITI BANCARI
- DENARO IN CASSA
TOT. DIPON LIQUIDE
disponibilità finanziarie
CREDITI V/ CLIENTI - crediti v/altri
RATEI E RISCONTI
CREDITI V/SOCI DA RICHIAMARE
TOT. DISPON FINANZIARIE
rimanenze:
materie prime
prodotti finiti
prodotti in lavorazione
TOT RIMANENZE
tot. attivo corrente
Attivo immobilizzato:
immobilizzazioni immateriali
disaggio su prestiti ecc,
imm. materiali
imm. finanziarie : crediti verso clienti (esigibili oltre l'esercizio)
TOT. IMPIEGHI
FONTI
DEBITI A BREVE SCADENZA
obbligazioni in scadenza
debiti verso banche
debiti verso fornitori
debiti tributari
debiti v. istituti
altri debiti
fondi per rischi e oneri a breve
debiti per tfr
ratei e risconti passivi
TOT. DEBITI A BREVE
DEBITI A MEDIA LUNGA SCADENZA
obbligazioni oltre l'esercizio ( max 10 anni )
debiti verso banche = mutuo
debiti verso fornitori oltre l'esercizio
fondi a lunga scadenza
debiti per tfr
PATRIMONIO NETTO
capitale sociale
riserve
utile d'esercizio .
TOTALE FONTI
RICLASSIFICAZIONE CONTO ECONOMICO
RICAVI NETTI DI VENDITA
+ ricavi delle vendite
+ variazioni delle rimanenze
+ incrementi di immobilizzazioni per lavori interni
= VALORE DELLA PRODUZIONE
- costi materie prime
+/- variazioni delle rimanenze di materie prime
- costi per servizi
- costi per godimento di beni di terzi
- oneri diversi di gestione ( se ci sono)
= VALORE AGGIUNTO
- costi del personale
= MARGINE OPERATIVO LORDO
- ammortamenti
-svalutazioni
- accantonamenti
= REDDITO OPERATIVO
- RISULTATO GESTIONE FINANZIARIA ( RISLTATO C )
+ R. G. ACCESSORIA ( SE CI SONO PLUSVALENZE E MINUSVALENZE ORDINARIE )
= R. GESTIONE ORDINARIA
- RISULTATO ECONOMICO AL LORDO DELLE IMPOSTE
- IMPOSTE DELL'ESERCIZIO
= UTILE D'ESERCIZIO