Botticelli, Neoplatonismo e Mecenatismo: L'Arte Rinascimentale tra Simbolo e Potere
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Le Opere di Sandro Botticelli: Simbolismo e Filosofia
La Nascita di Venere (1485)
Il quadro raffigura la nascita della dea Venere (figura centrale) che, in piedi sopra una conchiglia, approda a una spiaggia. A destra troviamo una delle “Ore”, figure mitologiche che rappresentano le belle giornate primaverili, intenta a gettare un manto ricamato sulle spalle della dea. A sinistra, invece, vediamo Zefiro e la ninfa Clori a lui abbracciata, che porta il suo soffio fecondatore.
Tra le due opere di Botticelli, questa è quella che rappresenta la Venere celeste, la quale assume il ruolo di Venere Humanitas, ovvero il principio di perfezione e armonia che incarna l’amore rinascimentale.
Significato Allegorico
Il tema mitologico funge da allegoria per la visione dell’amore neoplatonico. La Venere Humanitas è l’amore che, incarnando i valori rinascimentali, diventa motore della natura e della pace. È possibile individuare anche un tema encomiastico grazie ai meli aranci (pianta simbolo dei Medici) che coprono la dea.
La Primavera (1480)
Nel quadro troviamo varie figure mitologiche che vanno lette da destra verso sinistra:
- All’estremità destra, Zefiro rincorre la ninfa Clori, la quale, dopo essere stata fecondata, si trasforma in Flora o Primavera, personaggio successivo. I primi due rappresentano l’amore passionale e carnale; Primavera porta fiori e li sparge, ed è simbolo di fecondità e vita.
- Al centro del dipinto c’è Venere, rappresentata non tanto come divinità pagana quanto come punto di equilibrio. Si trova sotto spoglie angeliche ed eleganti e rappresenta l’amore e l’armonia.
- Sopra di lei c’è Cupido. Sempre al centro, i due fanno da divisorio e quindi da passaggio tra la destra (istinto e passione) e la sinistra (armonia).
- A sinistra troviamo, infatti, le Tre Grazie che danzano in cerchio ed infine Mercurio, con petaso e calzari alati, che scaccia le nuvole. Questo Dio è simbolo dei De' Medici.
Filosofia Neoplatonica e Simbolismo
Nonostante le molteplici interpretazioni, si pensa che La Primavera, insieme alla Nascita di Venere, sia parte di un dittico che racconta l’amore neoplatonico, filosofia in voga nel circolo laurenziano mediceo. Alla base dell’opera c’è la visione dell’amore dell’uomo rinascimentale; la Venere, in questo caso terrena, è attraversata dai vari gradi dell’amore (i personaggi) e rappresenta il punto di equilibrio in quanto Venere Humanitas.
Questi due quadri, che rappresentano la dualità dell’amore, dovevano essere un punto di riferimento per i signori che, per governare, dovevano guardare a Venere (amore e armonia).
Il Mecenatismo Rinascimentale e la Politica dell'Immagine
Nella seconda metà del Quattrocento, in Italia, guadagnano prestigio le Signorie. Tra le principali abbiamo Padova, Ferrara con gli Estensi, Milano con gli Sforza e, in primo piano, Urbino e la famiglia Montefeltro. In particolare, grazie a Federico da Montefeltro, Urbino divenne un importante centro culturale e artistico.
In questo periodo, i signori iniziarono, come veri e propri mecenati, a curare molto la cerchia di artisti che invitavano alle loro corti per portare prestigio all’immagine della famiglia, in cambio di protezione e di un ambiente artistico favorevole. L’arte divenne uno strumento di vera propaganda e politica. Grazie a questo sistema e agli ideali rinascimentali, gli artisti che vivevano in ambienti colti e protetti iniziarono a diventare anch’essi degli intellettuali.
Nasce la figura dell’artista umanista. Gli artisti ebbero l’opportunità di studiare e creare, e molti pubblicarono trattati sulle loro arti, ad esempio Leon Battista Alberti. In questo clima fu possibile l’arricchimento culturale e artistico delle corti.