Il Cantar de Mio Cid e il Mester del Clero: Poesia Medievale Spagnola

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Il Cantar de Mio Cid

Data e Paternità

Il Cantar de Mio Cid è il poema epico più importante della nostra letteratura e l'unico, con le sue quasi quattromila righe, giunto quasi integralmente.

Il poema fu scritto nel XII secolo da due menestrelli anonimi della terra di Soria.

Contenuto e Struttura

Il poema racconta le gesta dell'eroe castigliano Rodrigo Díaz. Si tratta di un'opera storica, letteraria e artistica. È ispirato a eventi reali, ma mescola elementi reali con caratteristiche di racconti popolari e invenzione poetica.

La sua struttura si articola in tre canti:

  • Canto dell'Esilio: Il Cid, ingiustamente bandito dal re Alfonso VI, dopo aver detto addio alla sua famiglia, esce dalla Castiglia in compagnia dei suoi fedeli. Le sue prime vittorie.
  • Canto delle Nozze: Il Cid conquista Valencia, dove si ricongiunge con la moglie Jimena e le sue figlie, Doña Elvira e Doña Sol. Gli Infanti di Carrión, avidi, sposano le figlie dell'eroe castigliano.
  • Canto dell'Affronto di Corpes: Gli Infanti di Carrión, derisi per la loro viltà, decidono di vendicarsi maltrattando le mogli nei boschetti di Corpes. Il Cid chiede giustizia e gli Infanti vengono sconfitti. Viene fatta giustizia e le sue figlie celebrano nuove nozze con i principi di Navarra e Aragona, più potenti, il che rappresenta la glorificazione finale dell'eroe.

Metrica

Si compone di serie o tirade di versi di lunghezza molto varia, che presentano la stessa rima assonante. I versi sono irregolari, variando tra dieci e venti sillabe, prevalentemente alessandrini. Di solito sono divisi in due emistichi.

Lingua

Il linguaggio soddisfa spesso le esigenze di un menestrello che recita la sua storia a un pubblico che deve restare interessato e attento.

Il linguaggio è sobrio e austero, con grande forza e vivacità espressiva sia nelle descrizioni di persone e luoghi sia nel racconto degli eventi. Vengono utilizzate diverse risorse linguistiche tipiche dei poemi epici, tra cui:

  • Apposizioni.
  • Invocazioni al pubblico.
  • Varietà dei tempi verbali.
  • Pleonasmi.
  • Assenza di verbo introduttivo.

Mester del Clero

Dal XIII secolo, si sviluppa una nuova corrente di poesia colta e scritta conosciuta come Mester del Clero (letteralmente, 'mestiere' o 'lavoro d'ufficio').

Gli autori sono: Gonzalo de Berceo e opere anonime come il Libro de Apolonio e il Libro de Alexandre.

Le caratteristiche del Mester del Clero devono essere intese in opposizione alle caratteristiche che definivano il Mester de Juglaría:

  • Consapevolezza estetica e volontà di istruzione.
  • Ispirazione e influenza religiosa; carattere didattico.
  • Scrittori prevalentemente chierici colti.
  • Scelta di un tipo di versi in rima, che hanno lo stesso numero di sillabe (la quaderna vía).
  • I versi sono pensati per essere recitati.

Nel corso del XIV secolo, il Mester del Clero introduce innovazioni sia nella forma che nel contenuto:

  • Insieme alla quaderna vía (e al verso alessandrino), utilizza anche l'ottonario.
  • Insieme a motivi religiosi, compaiono satira, parodia e apologhi.
  • I versi assumono un fine moralistico e filosofico.

L'Arciprete di Hita è l'autore più importante di questo periodo.

Voci correlate: