Caratteristiche e Classificazione dei Sostantivi nella Grammatica Italiana
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Definizione di Nome (Sostantivo)
I nomi (o sostantivi) sono parole variabili del discorso che si riferiscono a oggetti, esseri viventi (persone, animali), luoghi, idee, concetti, sentimenti o situazioni percepiti attraverso i sensi o elaborati dal pensiero.
Il Genere dei Nomi
Nella lingua italiana, il genere dei nomi si divide in maschile e femminile, poiché non esiste una forma neutra.
La distinzione di genere può avvenire tramite morfemi specifici (desinenze) o altre strategie:
- Nomi mobili: La differenza più comune è il cambio della desinenza finale, tipicamente da -o (maschile) a -a (femminile) (es. ragazzo/ragazza, gatto/gatta).
- Nomi con desinenza -e: Possono essere sia maschili (es. il cane) sia femminili (es. la fame). Alcuni nomi in -e formano il femminile in -a (es. signore/signora).
- Nomi di genere comune: Hanno un'unica forma per il maschile e il femminile; il genere è specificato dall'articolo o da altri elementi della frase (es. il/la cantante, un/un'artista, il/la nipote).
- Nomi con suffissi diversi: Il femminile si forma aggiungendo suffissi specifici (es. attore/attrice, poeta/poetessa, eroe/eroina).
- Nomi eteronimi: Utilizzano parole completamente diverse per indicare il maschile e il femminile (es. uomo/donna, padre/madre, fratello/sorella, toro/mucca).
- Nomi di genere promiscuo: Hanno una sola forma grammaticale (maschile o femminile) per indicare entrambi i sessi di un animale; per specificare il sesso si aggiunge "maschio" o "femmina" (es. la volpe maschio / la volpe femmina, il leopardo maschio / il leopardo femmina).
- Eccezioni e irregolarità: Esistono nomi con genere non corrispondente alla desinenza tipica (es. la mano, il poeta, il problema, il clima).
Il Numero dei Nomi
Il numero indica se il nome si riferisce a un'entità singola (singolare) o a più entità (plurale).
Formazione del Plurale
- Nomi che terminano in vocale atona (non accentata):
- Maschili in -o → -i (libro/libri)
- Femminili in -a → -e (casa/case)
- Maschili e femminili in -e → -i (cane/cani, chiave/chiavi)
- Maschili in -a (spesso nomi di persona) → -i (poeta/poeti, problema/problemi)
- Nomi che terminano in -ca/-ga e -co/-go:
- -ca/-ga: Mantengono il suono velare (duro) al plurale: -che/-ghe (amica/amiche, strega/streghe).
- -co/-go: Possono formare il plurale in -chi/-ghi (suono duro) (fuoco/fuochi, lago/laghi) o in -ci/-gi (suono dolce) (medico/medici, asparago/asparagi). La regola dipende dalla posizione dell'accento e da eccezioni.
- Nomi che terminano in -cia/-gia:
- Se la i è preceduta da vocale: plurale in -cie/-gie (camicia/camicie, valigia/valigie).
- Se la i è preceduta da consonante: plurale in -ce/-ge (provincia/province, spiaggia/spiagge).
- Nomi che terminano in -io:
- Se la i è atona (non accentata): plurale in -i (armadio/armadi, orologio/orologi).
- Se la i è tonica (accentata): plurale in -ii (zio/zii, invio/invii).
- Nomi invariabili: Non cambiano forma al plurale. Il numero è indicato dall'articolo o dal contesto. Includono:
- Nomi che terminano in vocale tonica (accentata): la città/le città, il caffè/i caffè, la virtù/le virtù.
- Nomi che terminano in -i: la crisi/le crisi, l'analisi/le analisi.
- Nomi che terminano in consonante (spesso di origine straniera): il bar/i bar, il film/i film, il gas/i gas.
- Alcuni nomi maschili in -a: il cinema/i cinema, il gorilla/i gorilla.
- Nomi monosillabici: il re/i re, la gru/le gru.
- Nomi difettivi: Hanno solo la forma singolare (es. nomi di metalli come oro, argento; nomi astratti come coraggio, pazienza) o solo la forma plurale (es. le nozze, i pantaloni, le forbici).
- Nomi sovrabbondanti: Hanno due forme di plurale, spesso con significati diversi (es. il braccio → i bracci (di una leva) / le braccia (del corpo); l'osso → gli ossi (di animali, sparsi) / le ossa (dello scheletro umano)).
Tipi di Nomi
Nomi Concreti e Astratti
I nomi concreti si riferiscono a entità percepibili direttamente con i cinque sensi (realtà fisiche, oggetti, esseri viventi, luoghi). Esempi: tavolo, gatto, profumo, rumore.
I nomi astratti si riferiscono a concetti, idee, sentimenti, qualità, stati d'animo, eventi (realtà non percepibili fisicamente). Esempi: libertà, bellezza, paura, pensiero.
Nomi Comuni e Propri
I nomi comuni indicano un elemento generico appartenente a una classe, categoria o specie, senza distinguerlo dagli altri della stessa categoria. Si scrivono con l'iniziale minuscola (a meno che non siano all'inizio della frase). Esempi: città, fiume, ragazzo, cane.
I nomi propri identificano un elemento specifico e individualizzato all'interno di una classe (una persona, un luogo geografico, un animale specifico, un marchio, un'opera, ecc.). Si scrivono sempre con l'iniziale maiuscola. Esempi: Roma, Tevere, Marco, Fido.
Nomi Individuali e Collettivi
I nomi individuali, sia al singolare sia al plurale, indicano un singolo essere o oggetto, considerato isolatamente. Esempi: pecora/pecore, nave/navi, albero/alberi.
I nomi collettivi, pur avendo una forma grammaticale singolare, indicano un insieme, una pluralità di esseri o cose della stessa specie considerati come un tutt'uno. Esempi: gregge (insieme di pecore), flotta (insieme di navi), bosco (insieme di alberi), gente (insieme di persone).
Nomi Numerabili e Non Numerabili
I nomi numerabili (o contabili) indicano entità che possono essere contate come unità distinte e, di conseguenza, hanno sia la forma singolare sia quella plurale. Possono essere preceduti da numerali cardinali. Esempi: un libro / due libri, una sedia / tre sedie, un problema / molti problemi.
I nomi non numerabili (o di massa) indicano sostanze, materiali, concetti o qualità che non possono essere normalmente contati come unità singole. Di solito sono usati solo al singolare (o il plurale ha un significato specifico). Non possono essere preceduti direttamente da numerali cardinali (si usano espressioni come "un po' di", "molto", "una tazza di", ecc.). Esempi: acqua (non *due acque*), sabbia, coraggio, latte, farina.