Caratteristiche e Tipi di Testi: Giornalismo e Letteratura

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Testi Giornalistici

Funzione dei media e generi

La stampa è un potente strumento di influenza nella società. Le sue funzioni principali sono:

  • Informare
  • Intrattenere
  • Formare opinione

Gli articoli di giornale si classificano in:

  • Generi informativi (notizia, reportage, intervista)
  • Generi d'opinione (editoriale, articolo d'opinione, colonna, lettere al direttore)
  • Generi ibridi (cronaca, recensione)

1. La Notizia

È il genere informativo per eccellenza.

Una notizia deve soddisfare determinati requisiti:

  • Verità
  • Impersonalità e obiettività
  • Interesse per i lettori
  • Chiarezza, concisione (le "tre C" dello stile giornalistico)

Una buona notizia deve rispondere a sei domande (la regola delle 5 W + 1 H):

  • Chi? (Who?)
  • Cosa? (What?)
  • Quando? (When?)
  • Come? (How?)
  • Dove? (Where?)
  • Perché? (Why?)

La struttura della notizia è solitamente la seguente (struttura a piramide invertita):

  1. Antetitolo (occhiello)
  2. Titolo
  3. Sottotitolo (sommario)
  4. Lead (attacco o entradilla): riassume le informazioni essenziali (le sei domande).
  5. Corpo (o sviluppo): approfondisce i dettagli, partendo dai più importanti ai meno rilevanti.

2. Il Reportage

È un resoconto informativo giornalistico, più ampio e approfondito della notizia. La differenza principale è che la notizia è caratterizzata dall'urgenza e dall'immediatezza. Nel reportage, non importa tanto la rapidità dell'informazione, quanto la sua completezza e il contesto.

La sua preparazione richiede diverse fasi:

  1. Scelta dell'argomento
  2. Documentazione
  3. Ricerca sul campo (inchiesta)
  4. Verifica delle fonti
  5. Stesura finale (montaggio)

3. L'Intervista

È un metodo fondamentale usato dal giornalista per raccogliere informazioni o opinioni direttamente da una fonte.

Ci sono due tipi principali:

  • Intervista informativa (o tematica): si intervista solitamente uno specialista o un testimone su un argomento specifico.
  • Intervista ritratto (o di personalità): l'interesse è focalizzato sulla persona intervistata, sulla sua storia, le sue idee, la sua personalità.

Struttura tipica:

  • Introduzione (presentazione dell'intervistato e del contesto)
  • Sviluppo (domande e risposte)
  • Conclusione

4. L'Editoriale

Riflette la posizione ufficiale del giornale (o del suo direttore) sugli eventi più rilevanti dell'attualità. Non è firmato o è firmato dal direttore.

5. Articoli d'Opinione

È un testo argomentativo il cui autore (opinionista, commentatore) esprime il proprio punto di vista su un fatto o un tema. L'autore solitamente non fa parte della redazione stabile del giornale. È caratterizzato da maggiore libertà espressiva. La struttura e lo stile sono personali.

6. La Colonna (o Rubrica)

È un sottogenere dell'articolo d'opinione, caratterizzato dalla brevità e dalla periodicità fissa (pubblicato regolarmente nello stesso spazio del giornale). L'autore (colonista) è spesso riconoscibile per il suo stile personale.

7. Lettere al Direttore

Spazio sul giornale dedicato ai lettori, che possono esprimere la loro opinione su articoli pubblicati o su temi di attualità.

8. La Cronaca

Testo informativo e interpretativo, solitamente scritto da un corrispondente o inviato speciale che si trova sul luogo dell'evento. È un racconto soggettivo ma rigoroso dell'attualità, che va oltre la semplice notizia. Include spesso analisi di antefatti e conseguenze, testimonianze dirette, dati, descrizioni d'ambiente. È considerato un genere ibrido perché, oltre a narrare i fatti, include l'interpretazione e il punto di vista del giornalista; è sempre firmata e spesso narrata in prima persona.

9. La Recensione

Genere specifico dell'informazione culturale (libri, film, spettacoli, mostre, musica). Ha un triplice scopo: informare (sul contenuto dell'opera), interpretare (offrire una chiave di lettura) e, talvolta, criticare (esprimere un giudizio di valore).


Generi Letterari: Teoria e Storia

I generi letterari

I generi letterari sono categorie o modelli strutturali che permettono di creare, classificare e raggruppare i testi letterari in base a caratteristiche comuni di forma, contenuto e funzione.

Una prima, fondamentale caratterizzazione distingue tra:

  • Generi di finzione (fiction): poesia, narrativa, teatro.
  • Generi di non-finzione (non-fiction): saggistica, storiografia, didattica, ecc.

Nel corso del tempo, vengono introdotte innovazioni nei generi classici e non è più necessario seguire rigorosamente le norme prestabilite. La tendenza all'integrazione e all'ibridità tra i generi (e tra le arti) rende difficile una sistematizzazione rigida. Questa ibridità si manifesta, ad esempio, nel poema in prosa o nel racconto lirico.

La lirica

Comprende le opere in cui l'autore esprime soggettivamente le proprie idee e i sentimenti più intimi e personali: tristezza, gioia, amore, dolore, libertà, angoscia, ecc. I testi lirici sono comunemente chiamati poesie.

Caratteristiche della lirica

  • 1. Uso intensivo della funzione poetica della lingua: si impiega un gran numero di figure retoriche (metafore, similitudini, ecc.) e si cura particolarmente l'aspetto fonico e ritmico del linguaggio.
  • 2. Presenza dominante della funzione espressiva (o emotiva): si manifestano i sentimenti, le impressioni e le emozioni dell'autore (l'"io lirico"), attraverso l'evocazione, l'allusione e la connotazione.
  • 3. Uso del valore connotativo delle parole: le parole vengono scelte non solo per il loro significato letterale (denotazione), ma anche per i significati ulteriori, le allusioni e le suggestioni che evocano (connotazione).
  • 4. Concentrazione e brevità: la poesia tende a focalizzarsi su un sentimento, un'emozione, un'immagine o un'idea particolare, condensando il significato in poche parole.
  • 5. Scarsa presenza di elementi narrativi: i riferimenti a spazio e tempo, quando presenti, hanno spesso valore simbolico o soggettivo, piuttosto che descrittivo o cronologico. L'azione è minima o assente.
  • 6. Utilizzo prevalente del verso: la lirica usa tradizionalmente il verso come principale canale espressivo. La sua efficacia è legata alla musicalità, alla capacità di condensazione e alla forza stilistica.
  • 7. Ritmo e musicalità: ottenuti tramite la disposizione degli accenti, le pause, le rime, le assonanze, le consonanze e la struttura metrica. La lirica nasce originariamente legata alla musica (dal greco lyra, strumento musicale), destinata alla recitazione o al canto, talvolta con accompagnamento strumentale.
  • 8. Varietà di temi, forme metriche e toni (elevato, malinconico, giocoso, ecc.).

Principali sottogeneri lirici

  • 1. Elegia: L'autore esprime il dolore per la morte di una persona cara, per una perdita, o per una circostanza luttuosa o malinconica. Es: Jorge Manrique, "Coplas por la muerte de su padre"; Ugo Foscolo, "Dei Sepolcri".
  • 2. Egloga (o Bucolica): Il poeta esprime sentimenti (spesso amorosi) attraverso la voce di pastori idealizzati, in un paesaggio naturale stilizzato (locus amoenus). Es: Le Egloghe di Virgilio, Garcilaso de la Vega.
  • 3. Ode: Componimento di lunghezza variabile che celebra o esalta con tono elevato e solenne sentimenti, personaggi illustri, eventi importanti, valori morali o civili. Es: Le Odi di Orazio, Pindaro, Keats ("Ode su un'urna greca").
  • 4. Inno: Componimento solenne, simile all'ode, che celebra una divinità, una patria, un eroe, un evento importante o esprime gioia ed entusiasmo collettivi. Riflette spesso i sentimenti e gli ideali di una comunità. Es: Inni nazionali, Inni Sacri di Manzoni.
  • 5. Satira: Componimento dal tono critico, burlesco o aggressivo, in cui si mettono in ridicolo o si biasimano vizi, difetti, comportamenti individuali o sociali, o aspetti della politica e del costume. Es: Le Satire di Orazio, Giovenale, Parini ("Il Giorno").
  • 6. Canzone: Termine generico che indica un componimento lirico destinato al canto o che ne imita la struttura. La lirica è storicamente associata alla musica. Il sottogenere della canzone copre molti temi e toni. Le canzoni moderne spesso utilizzano un ritornello.
  • 7. Haiku: Breve componimento poetico di origine giapponese (solitamente 3 versi di 5, 7, 5 sillabe), incentrato su un'immagine tratta dalla natura, che evoca una sensazione o uno stato d'animo.
  • 8. Sonetto: Forma metrica tra le più importanti e diffuse nella storia della poesia occidentale, specialmente in Italia. Composto da 14 versi (solitamente endecasillabi), suddivisi in due quartine a rima incrociata o alternata e due terzine a rima varia. Le quartine solitamente presentano il tema, le terzine lo sviluppano o lo concludono. Caratterizzato da isosillabismo (versi con lo stesso numero di sillabe).

Il genere narrativo

È il genere in cui si narrano (raccontano) fatti reali o fittizi attraverso la voce di un narratore. Vi agiscono uno o più personaggi, le cui qualità o circostanze si modificano nel corso della vicenda (trama), ambientata in uno spazio e un tempo determinati.

Componenti del testo narrativo

A. Narratore e punto di vista

Il narratore è la voce che racconta la storia. La sua funzione è comunicare i fatti al lettore. Non coincide necessariamente con l'autore reale.

Ogni autore sceglie il tipo di narratore da utilizzare, cioè il punto di vista (o focalizzazione) da adottare nel raccontare i fatti. Esistono diversi tipi di focalizzazione:

  • Narratore onnisciente (Focalizzazione zero): Narratore esterno alla storia (in terza persona). Conosce tutto della vicenda, dei personaggi (inclusi pensieri e sentimenti), del passato e del futuro. Può intervenire con commenti e giudizi.
  • Narratore testimone (Focalizzazione esterna): Narratore esterno alla storia (in terza persona). Racconta solo ciò che è osservabile dall'esterno, come una cinepresa, senza penetrare nella psicologia dei personaggi e senza esprimere pareri o valutazioni. Ne sa meno dei personaggi.
  • Narratore personaggio (Focalizzazione interna): La voce narrante appartiene a un personaggio interno alla storia (narratore in prima persona o in terza persona che adotta il punto di vista di un personaggio). La conoscenza degli eventi è limitata a ciò che quel personaggio sa o vede. La focalizzazione interna può essere:
    • Fissa: il punto di vista è sempre quello dello stesso personaggio.
    • Variabile: il punto di vista cambia, passando da un personaggio all'altro.
    • Multipla: più personaggi narrano la stessa vicenda dalle loro diverse prospettive.
    Il narratore può essere il protagonista (narrativa autodiegetica, es. autobiografia) o un personaggio secondario (narrativa allodiegetica).
B. Trama e struttura narrativa

In una storia si susseguono diversi eventi che costituiscono la trama (o intreccio) dell'opera. La sequenza logica e cronologica degli eventi fondamentali è detta fabula.

In base alla natura degli eventi, si può parlare di diversi tipi di storie:

  • Storie reali: narrano eventi accaduti oggettivamente.
  • Storie fittizie: narrano eventi inventati, che possono essere:
    • Verosimili: credibili, conformi alla realtà possibile.
    • Inverosimili: illogici o impossibili secondo le leggi della realtà.

La trama (intreccio) si articola solitamente in diverse fasi (schema narrativo canonico):

  1. Esposizione o situazione iniziale: situa l'azione in un tempo e luogo specifici e presenta i personaggi e l'antefatto.
  2. Esordio (o rottura dell'equilibrio): un evento modifica la situazione iniziale.
  3. Sviluppo (o peripezie): parte centrale della storia, in cui si susseguono le vicende, le azioni e le reazioni dei personaggi per raggiungere uno scopo o risolvere un conflitto. È la fase della Spannung (tensione).
  4. Scioglimento (o conclusione): la storia termina, solitamente con la risoluzione del conflitto e il raggiungimento (o fallimento) dello scopo. Si distingue tra:
    • Finale chiuso: la conclusione è definita e non lascia dubbi.
    • Finale aperto: la conclusione è ambigua, sospesa o lascia spazio a diverse interpretazioni.

In base a come sono organizzati gli eventi nella narrazione (rapporto tra fabula e intreccio), si parla di diverse strutture narrative:

  • Struttura lineare (o fabula = intreccio): Gli eventi sono narrati seguendo l'ordine cronologico in cui si suppone siano avvenuti.
  • Struttura non lineare (o fabulaintreccio): L'ordine cronologico è alterato da salti temporali (anacronie):
    • Analessi (flashback): interruzione della narrazione per raccontare eventi accaduti in precedenza.
    • Prolessi (anticipazione o flashforward): anticipazione di eventi che accadranno nel futuro rispetto al punto in cui si trova la narrazione.
    Si possono avere anche intrecci complessi con più linee narrative che si intersecano (es. montaggio alternato).
C. I personaggi

Sono gli esseri (umani, animali, oggetti personificati) coinvolti nell'azione del racconto. Si classificano secondo diversi criteri:

Secondo il ruolo nella storia:
  • Protagonista: personaggio principale attorno a cui ruota la vicenda. Può essere un eroe o un antieroe.
  • Antagonista: personaggio o forza che si oppone al protagonista e ai suoi obiettivi.
  • Aiutante: personaggio che aiuta il protagonista (o l'antagonista).
  • Personaggio secondario: partecipa alla storia ma ha un ruolo meno rilevante.
  • Comparsa: personaggio di sfondo, con ruolo marginale o nullo nello sviluppo della trama.
  • Personaggio collettivo: un gruppo (es. il popolo, una folla) agisce come un unico personaggio.
Secondo la caratterizzazione:
  • Tipi (o personaggi piatti/stereotipi): rappresentano una categoria sociale, un ruolo fisso (l'eroe, la dama, il traditore, l'avaro) o una singola qualità. Sono definiti da pochi tratti schematici e non evolvono psicologicamente.
  • Individui (o personaggi a tutto tondo/psicologici): personaggi complessi, descritti con tratti psicologici sfaccettati e spesso contraddittori. Possono evolvere e modificarsi nel corso della narrazione.
Secondo la funzione narrativa (modello attanziale di Greimas):
  • Attanti: non coincidono necessariamente con i personaggi, ma rappresentano le funzioni fondamentali che muovono l'azione (Soggetto, Oggetto del desiderio, Destinante, Destinatario, Aiutante, Opponente).
D. Il tempo

Elemento costitutivo della narrazione.

Va considerato su due livelli:

  • Tempo della storia (o tempo esterno/tempo diegetico): si riferisce all'epoca storica in cui è ambientata la vicenda (es. Medioevo, anni '60) e alla durata cronologica effettiva degli eventi narrati (es. due giorni, tre anni).
  • Tempo del racconto (o tempo interno/tempo narrativo): si riferisce al modo in cui il tempo della storia viene rappresentato nella narrazione (ordine e durata). Il narratore può manipolare il ritmo narrativo:

Si distinguono cinque principali tecniche relative al ritmo narrativo (rapporto tra durata della storia e durata del racconto):

  1. Ellissi: omissione di una parte della storia; il tempo del racconto è zero, mentre il tempo della storia scorre (TR = 0; TS > 0). Accelera il ritmo.
  2. Sommario (o riassunto): condensazione di un lungo periodo della storia in poche righe di racconto; il tempo del racconto è inferiore al tempo della storia (TR < TS). Accelera il ritmo.
  3. Scena: il tempo del racconto coincide approssimativamente con il tempo della storia (TR ≈ TS). Tipico dei dialoghi riportati integralmente. Rallenta il ritmo rispetto al sommario.
  4. Pausa: il tempo della storia si ferma, mentre il racconto prosegue (es. descrizioni, riflessioni del narratore); il tempo del racconto è maggiore del tempo della storia (TR > 0; TS = 0). Rallenta il ritmo.
  5. Digressione: interruzione della narrazione principale per inserire riflessioni o racconti secondari non direttamente legati alla trama. Rallenta il ritmo.
E. Lo spazio

L'ambiente fisico e sociale in cui si svolgono gli eventi e agiscono i personaggi.

Lo spazio può essere classificato:

Secondo la tipologia:
  • Spazi aperti (campagna, mare, piazza) o chiusi (casa, stanza, castello).
  • Spazi rurali o urbani.
  • Spazi reali (descritti realisticamente) o simbolici (caricati di significati metaforici o psicologici).
Secondo il rapporto con la realtà:
  • Spazi reali (esistenti o esistiti, riconoscibili).
  • Spazi immaginari (inventati, fantastici).
  • Spazi verosimili (inventati ma credibili).

Lo spazio può avere diverse funzioni: sfondo dell'azione, elemento che influenza i personaggi, specchio dello stato d'animo dei personaggi, simbolo.

Principali sottogeneri narrativi

  • 1. Poema epico: narra in versi le imprese gloriose di un popolo o di un eroe leggendario o storico, spesso con interventi divini. Genere antico (Es: Iliade, Odissea, Eneide) e medievale (Es: Chanson de Roland), ripreso anche in epoche successive (Es: Gerusalemme Liberata).
  • 2. Racconto (o Novella): narrazione in prosa, generalmente breve, con una trama lineare e un numero limitato di personaggi. Può avere intento esemplare, didattico o di intrattenimento. Se estremamente breve, si parla di microracconto. (Es: Decameron di Boccaccio, le novelle di Pirandello).
  • 3. Favola: breve racconto, spesso con animali parlanti come protagonisti, con un fine morale esplicito o implicito (la "morale della favola"). Genere di origine antica (Esopo, Fedro), ancora in uso (La Fontaine).
  • 4. Leggenda: racconto di origine popolare, trasmesso oralmente o per iscritto, che narra eventi straordinari (spesso con elementi soprannaturali) mescolando realtà e fantasia, legati a luoghi, personaggi storici o fenomeni naturali.
  • 5. Letteratura di viaggio: opere (diari, resoconti, romanzi) che descrivono luoghi visitati dall'autore o da un personaggio. Lo spazio geografico e culturale è l'elemento predominante. (Es: Il Milione di Marco Polo).
  • 6. Biografia: narrazione della vita di una persona reale. Un sottogenere importante è l'autobiografia, in cui l'autore narra la propria vita in prima persona.
Il Romanzo

Merita una menzione speciale come principale sottogenere narrativo in prosa dell'età moderna e contemporanea. È un'opera complessa e di notevole estensione, in cui diversi personaggi vivono molteplici eventi e avventure, spesso con un'approfondita analisi psicologica e sociale. È solitamente strutturato in capitoli.

Originariamente (nel Medioevo), il termine indicava narrazioni in lingua volgare (romanza), spesso di carattere cavalleresco. A partire dal romanzo picaresco spagnolo (XVI secolo) e poi con il romanzo moderno (dal Settecento in poi), si sviluppano forme più realistiche, con personaggi comuni, spesso antieroici, che evolvono psicologicamente nel corso della narrazione.

I romanzi si possono classificare anche in base a criteri tematici (generi e sottogeneri del romanzo):

  • 1. Romanzo giallo (o poliziesco, noir, thriller): incentrato sulla risoluzione di un crimine (omicidio, mistero) da parte di un investigatore (detective, poliziotto, ecc.), attraverso indagini, osservazione e deduzione. La trama è spesso complessa e ricca di suspense; i personaggi possono essere stereotipati o psicologicamente approfonditi.
  • 2. Romanzo di fantascienza: narra storie ambientate in futuri immaginari, passati alternativi o mondi paralleli, basate su scoperte scientifiche o tecnologiche fittizie, viaggi spaziali, incontri con extraterrestri, utopie o distopie.
  • 3. Romanzo horror (o del terrore) e di suspense: racconta una storia che suscita paura, angoscia, repulsione e incertezza. Caratterizzato da atmosfere cupe, elementi sinistri, eventi soprannaturali, mostri, follia.
  • 4. Romanzo storico: ambientato in un'epoca storica definita del passato, ricostruita con fedeltà attraverso un lavoro di documentazione. I personaggi principali possono essere figure storiche reali o personaggi fittizi che interagiscono con eventi e figure storiche. (Es: I Promessi Sposi di Manzoni).
  • 5. Romanzo d'azione e avventura: predomina l'azione, il viaggio, la scoperta, le sfide fisiche, i pericoli, le lotte. (Es: romanzi di Salgari, Verne).
  • 6. Romanzo psicologico (o di formazione, di analisi): l'interesse principale è rivolto all'interiorità dei personaggi, all'analisi della loro psicologia, dei loro sentimenti, conflitti interiori, processi di crescita e maturazione. L'azione esterna è spesso subordinata all'esplorazione della coscienza. (Es: La coscienza di Zeno di Svevo).
  • 7. Romanzo rosa (o sentimentale): narra una storia d'amore contrastata, ma che si conclude solitamente con un lieto fine. Spesso ambientata in contesti idealizzati, con personaggi stereotipati e un tono prevalentemente sentimentale.

Il Genere Drammatico (Teatro)

Il genere drammatico (o teatrale) comprende quelle opere, scritte in versi o in prosa, destinate alla rappresentazione scenica davanti a un pubblico. La storia, felice o infelice, si sviluppa principalmente attraverso il dialogo e le azioni dei personaggi.

Costituenti dell'opera teatrale

Un'opera drammatica si compone di diversi elementi:

  • 1. Testo scritto (o copione): composto da:
    • Testo principale (o battute): le parole pronunciate dai personaggi (dialoghi, monologhi, a parte).
    • Testo secondario (o didascalie): indicazioni sceniche fornite dall'autore (descrizioni di ambiente, azioni, movimenti, tono di voce, aspetto dei personaggi, ecc.), destinate al regista, agli attori e allo scenografo per la messa in scena.
  • 2. Regista: responsabile dell'interpretazione complessiva del testo, della direzione degli attori, del coordinamento degli aspetti tecnici e artistici della messa in scena.
  • 3. Attori: incarnano i personaggi attraverso la recitazione (parole, voce), la mimica facciale, i gesti e i movimenti.
  • 4. Scenografia: l'insieme degli elementi visivi (scene dipinte o costruite, arredi, oggetti di scena, costumi, luci) presenti sul palcoscenico, che definiscono e caratterizzano lo spazio e l'atmosfera della rappresentazione. È curata dallo scenografo e dal costumista.

Caratteristiche del genere teatrale

  • 1. I testi sono concepiti per la rappresentazione scenica (spettacolo), non solo per la lettura.
  • 2. Si crea una doppia situazione comunicativa: una comunicazione interna alla scena (tra i personaggi) e una comunicazione esterna (tra attori/scena e spettatori).
  • 3. La forma di discorso predominante è il dialogo, seguito dal monologo (un personaggio parla da solo, esprimendo pensieri o sentimenti) e dall'a parte (un personaggio si rivolge al pubblico o a sé stesso senza essere udito dagli altri personaggi in scena). In alcune forme di teatro del XX secolo (es. teatro epico di Brecht) può comparire un narratore.
  • 4. Nello spettacolo teatrale coesistono e interagiscono codici verbali (parole) e codici non verbali (gesti, movimenti, espressioni facciali, tono di voce, luci, suoni, musica, scenografia, costumi).

Struttura dell'opera teatrale

  • 1. Struttura esterna: l'opera è solitamente suddivisa in atti (tradizionalmente da 1 a 5), che rappresentano le grandi partizioni dell'azione, spesso corrispondenti a cambiamenti di luogo o di tempo, e separati da intervalli. Ogni atto è a sua volta suddiviso in scene, delimitate dall'entrata o uscita di scena di uno o più personaggi.
  • 2. Struttura interna: riguarda lo sviluppo dell'azione (trama o intreccio), articolata solitamente secondo lo schema narrativo (esposizione, conflitto, sviluppo, climax, scioglimento), e la progressione del tema o del messaggio dell'opera.

Principali sottogeneri teatrali

  • 1. Tragedia: Sottogenere di origini antiche (Grecia classica). Mette in scena vicende serie e luttuose, con personaggi di rango elevato (eroi, re, divinità). La trama si basa spesso sulla lotta dell'individuo contro un destino ineluttabile, contro forze superiori (fato, dèi, leggi morali) o contro le proprie passioni, spesso innescata da un errore fatale o da un atto di tracotanza (hybris). L'esito è solitamente infausto (morte, rovina, sofferenza). Il linguaggio è elevato e solenne. (Es: Sofocle, Euripide, Shakespeare, Racine).
  • 2. Commedia: Sottogenere anch'esso di origine antica. Mette in scena vicende della vita quotidiana, spesso a lieto fine, con personaggi di condizione sociale varia, ma frequentemente appartenenti alle classi medie o basse. Ha lo scopo di divertire lo spettatore attraverso situazioni comiche, equivoci, battute spiritose, ma può anche avere intenti di critica sociale o di costume. Il linguaggio è più vicino a quello comune. (Es: Aristofane, Plauto, Molière, Goldoni).
  • 3. Farsa: Componimento comico breve, mirato a suscitare il riso immediato attraverso situazioni buffe ed esagerate, equivoci, scambi di persona, personaggi caricaturali e umorismo spesso grossolano. La trama è semplice e il ritmo veloce.
  • 4. Sainete: Breve opera comica, spesso in un atto unico, di ambientazione popolare e con intento satirico o di costume, tipica del teatro spagnolo dei secoli XVIII-XIX. Può includere parti cantate e danzate.
  • 5. Astrakhanata (o Astracanada): Forma di teatro comico spagnolo, popolare all'inizio del XX secolo, basata su situazioni assurde e inverosimili, giochi di parole, equivoci e umorismo grossolano, con l'unico scopo di provocare la risata facile.
  • 6. Esperpento: Genere creato dallo scrittore spagnolo Ramón María del Valle-Inclán all'inizio del XX secolo. Caratterizzato da una deformazione sistematica, grottesca e caricaturale della realtà spagnola, che ne esagera i tratti più assurdi, tragici e crudeli, con un intento profondamente critico. (Es: Luces de Bohemia).
  • 7. Parodia: Opera che imita in modo burlesco o satirico un'altra opera seria (o uno stile, un genere, un autore), stravolgendone il contenuto o la forma per ottenere un effetto comico o critico.
  • 8. Commedia dell'arte: Forma di teatro popolare nata in Italia nel XVI secolo e diffusasi in Europa, basata sull'improvvisazione degli attori su canovacci (trame sommarie) fissi. Caratterizzata da personaggi stereotipati con maschere fisse (le "maschere": Arlecchino, Pantalone, Pulcinella, Colombina, ecc.), ritmo vivace, gestualità accentuata, lazzi (battute o scenette comiche improvvisate) e comicità fisica.
  • 9. Teatro epico: Forma di teatro teorizzata e praticata dal drammaturgo tedesco Bertolt Brecht nel XX secolo. Mira a stimolare la riflessione critica e politica dello spettatore piuttosto che l'immedesimazione emotiva. Utilizza tecniche di "straniamento" (es. presenza di un narratore, canzoni inserite nell'azione, proiezioni, cartelli, recitazione distaccata) per rompere l'illusione scenica e ricordare al pubblico che sta assistendo a una rappresentazione. Considerato un genere ibrido tra dramma e narrazione.
  • 10. Happening: Forma di espressione artistica e performativa (diffusa dagli anni '60 del XX secolo) che si svolge come un evento unico e irripetibile, spesso in luoghi non teatrali (gallerie d'arte, strade), e che mira a coinvolgere attivamente e talvolta provocatoriamente il pubblico, abbattendo la barriera tra artista e spettatore. Caratterizzato dall'assenza di un testo drammatico predefinito, dall'improvvisazione e dall'imprevedibilità.
  • 11. Teatro di strada: Forma di rappresentazione teatrale che si svolge in spazi pubblici aperti (piazze, strade, parchi) anziché nei teatri tradizionali. Ha lo scopo di raggiungere un pubblico più vasto ed eterogeneo, portando il teatro fuori dai luoghi deputati e interagendo direttamente con l'ambiente urbano e i passanti.

Il Saggio

Il saggio è un genere di scrittura in prosa, la cui forma moderna viene fatta risalire a Michel de Montaigne nel XVI secolo con la sua opera Essais (che significa "prove", "tentativi").

Consiste in una trattazione di estensione variabile su un determinato argomento (scientifico, umanistico, filosofico, storico, politico, sociale, culturale, artistico, ecc.), in cui l'autore espone le proprie riflessioni personali, analisi o interpretazioni, sostenendole con argomentazioni.

È caratterizzato da un approccio spesso soggettivo e non sistematico (a differenza del trattato scientifico o filosofico), da libertà nella struttura e nello stile, e da un intento stilistico. Attualmente è un genere molto diffuso e variegato.

Caratteristiche del saggio

  • 1. Estensione variabile: può essere breve (articolo-saggio) o lungo (libro-saggio).
  • 2. Carattere argomentativo: l'autore espone e sostiene una propria tesi o punto di vista sull'argomento trattato, portando argomentazioni, prove, esempi a supporto.
  • 3. Tipologie: si possono distinguere saggi critici (analisi di opere letterarie o artistiche), scientifici (esposizione di teorie o ricerche), filosofici, storici, politici, divulgativi (rivolti a un pubblico ampio, con linguaggio accessibile), specialistici (rivolti a esperti del settore, con linguaggio tecnico).
  • 4. Varietà tematica e approccio non dogmatico: può trattare qualsiasi argomento; l'approccio è spesso personale, aperto al dubbio e alla discussione, e non mira necessariamente al rigore scientifico assoluto o all'esaustività.
  • 5. Libertà compositiva: ampia libertà nella struttura (non segue schemi rigidi) e nello stile (che riflette la personalità dell'autore).
  • 6. Scopo didattico, riflessivo o persuasivo: mira a informare, trasmettere conoscenze, esporre un punto di vista, interpretare fenomeni, stimolare la riflessione o il dibattito nel lettore, o persuaderlo della validità delle proprie tesi.
  • 7. Forma scritta: è prevalentemente un genere legato alla scrittura, destinato alla lettura individuale.

Voci correlate: