Carlo III di Spagna: Riforme e Dispotismo Illuminato nel XVIII Secolo

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Il Dispotismo Illuminato: Teoria e Pratica

Il dispotismo illuminato fu la teoria e pratica politica dominante in Europa durante il XVIII secolo. Scaturì dalla nozione di stato assoluto (monarchia onnipotente e potere reale assoluto) e dall'idea del re come grande benefattore del suo popolo, che cercava il benessere e la felicità dei suoi sudditi attraverso l'imposizione di una serie di riforme "dall'alto".

Queste riforme erano dirette da politici riformisti che si ispiravano agli illuministi del tempo, inglesi e francesi in particolare, con l'obiettivo di migliorare l'amministrazione, l'economia, l'educazione e altri settori, al fine di far prosperare lo stato. Il motto, "Tutto per il popolo, ma senza il popolo", evidenziava che non si intendeva cambiare il sistema dell'Ancien Régime e le strutture assolutiste.

Carlo III di Spagna: Un Esempio di Monarca Illuminato

In Europa, tra i monarchi illuminati, si distinsero Caterina la Grande di Russia, Federico II di Prussia e, in Spagna, Carlo III. Quest'ultimo, terzo figlio di Filippo V, salì al trono e cercò di modernizzare la società spagnola, circondandosi di ministri e consiglieri riformatori come il conte di Aranda, Pedro de Olavide, Campomanes e Floridablanca.

Le Riforme di Carlo III in Spagna

  • Urbanistica: In particolare nella città di Madrid, con strade asfaltate, illuminazione stradale, smaltimento dei rifiuti e abbellimento monumentale.
  • Agricoltura: Attraverso una riforma agraria che mirava a risolvere i problemi delle campagne spagnole, in particolare la grande proprietà terriera, e il ripopolamento della Sierra Morena.
  • Sviluppo manifatturiero: Promozione delle industrie da parte dello Stato, come cantieri navali, fabbriche d'armi e produzione di beni di lusso.
  • Commercio: Liberalizzazione degli scambi commerciali con l'America (1778).
  • Finanza: Creazione della Banca Nazionale di San Carlos (la prima banca nazionale spagnola).

L'Opposizione alle Riforme: L'Ammutinamento di Esquilache (1766)

L'opposizione alle riforme del governo si manifestò nel 1766 con l'ammutinamento di Esquilache. Ufficialmente motivato dall'imposizione di nuove regole sull'abbigliamento (l'abbandono di mantelli lunghi e cappelli a tesa larga) e dal miglioramento urbano, l'ammutinamento celava in realtà l'opposizione ai provvedimenti del ministro volti a ridurre i privilegi della nobiltà e del clero e a sviluppare il commercio.

Tuttavia, il malcontento popolare era alimentato soprattutto dall'aumento del prezzo del pane (conseguenza della liberalizzazione dei prezzi dei cereali avvenuta un anno prima), unito ai problemi economici e all'aumento delle tasse dovuto alla guerra con il Regno Unito. La rivolta si diffuse in tutto il paese e portò alla sostituzione del ministro con Aranda, nonché all'espulsione dei Gesuiti, accusati di aver orchestrato una dimostrazione di opposizione alla politica regalista. Le riforme proseguirono, ma furono applicate con maggiore prudenza.

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