Concetti Filosofici Chiave: Cartesio, Hume, Nietzsche
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Cartesio
Cartesio appartiene al razionalismo, sulla base della convinzione che gli esseri umani possiedono idee innate, e che il principio di verifica è la logica. Ritiene inoltre che tutta la scienza dovrebbe essere governata da un unico metodo, basato sulla matematica, creando così il metodo cartesiano, che si basa sul metodo deduttivo, e non varrà la pena di studiare nient'altro.
Il Metodo Cartesiano
Il metodo cartesiano è assiomatico-deduttivo e intende applicarsi a qualunque disciplina. Ha quattro regole:
- Regola dell'evidenza: non dobbiamo accettare come vero niente che non sia evidente, chiaro e distinto, respingendo tutto ciò che è falso o dubbio.
- Regola dell'analisi: una teoria o un problema si divide in più parti possibili, per analizzare ciascuna parte singolarmente e eliminare quelle false.
- Regola della sintesi: si ricompongono le parti analizzate per arrivare a una comprensione unitaria.
- Regola dell'enumerazione e della revisione: elencare tutte le parti del problema per assicurarsi che l'analisi sia completa, e revisionare la sintesi per verificarne la correttezza.
Il Dubbio Metodico
Da questo metodo, si introduce il dubbio metodico: si dubita per analizzare i contenuti e vedere se sono chiari o meno; se falsi o dubbi, vengono eliminati. Il dubbio metodico si articola su tre livelli:
- Il dubbio sui sensi: i sensi non sono sempre accurati o universali.
- Il dubbio sulla realtà: ciò che percepiamo potrebbe non essere reale, come in un sogno da cui un giorno ci si sveglia.
- Il dubbio sulla logica e l'esistenza di un Genio Maligno: forse un essere potentissimo ci inganna su tutto, facendoci credere che ciò che sappiamo (anche in matematica e logica) sia giusto, ma non lo è.
Cartesio afferma che nell'atto del vedere, le idee interferiscono; ad esempio, quando vediamo una montagna, la nostra mente coglie l'idea di montagna, e la nostra capacità di comprensione la elabora.
Le Sostanze Cartesiane
C'è solo una cosa di cui non si può dubitare, ed è il pensiero stesso: anche se mi inganno su tutto, l'atto di pensare è indubitabile. Da qui la celebre frase: "Penso, dunque sono" (Cogito ergo sum). La prima certezza è l'intuizione di sé come essere pensante (Res Cogitans).
Cartesio si rende conto che ci sono idee che derivano dall'esperienza (idee avventizie) e idee che sono immaginate o inventate dagli esseri umani (idee fattizie). Ma ci sono anche idee che sono nella nostra mente fin dalla nascita (idee innate), e queste sono le più importanti perché strutturano la nostra mente e sono logiche.
Da qui sorge la questione se Dio (Res Infinita) sia un'idea innata. L'idea di Dio è equivalente all'infinito, alla perfezione. Nessuno ha avuto esperienza sensibile dell'infinito, quindi non può essere un'idea avventizia. Né è fattizia, perché le idee fattizie si formano dalla combinazione di idee che abbiamo già, e non possiamo combinare idee finite per creare l'idea di infinito. Per questo, Cartesio crede che l'idea di Dio sia un'idea innata.
Tutto ciò che esiste è riconducibile a una delle tre sostanze: Res Cogitans (il pensiero), Res Extensa (la materia) e Res Infinita (Dio). La Res Cogitans e la Res Extensa dipendono dalla Res Infinita. L'idea di Infinito (Dio) è una garanzia che la nostra conoscenza chiara e distinta (basata sulla logica) è vera. Poiché Dio esiste ed è perfetto (quindi non ingannatore), possiamo fidarci delle nostre facoltà razionali quando le usiamo correttamente. Se Dio non esistesse, non potremmo essere certi della verità delle nostre conoscenze chiare e distinte (il dubbio iperbolico non sarebbe superato). Dio garantisce la validità della nostra logica e della nostra conoscenza.
La filosofia cartesiana è innovativa perché parte dal singolo (dall'introspezione delle proprie idee, non dal mondo esterno). La Res Extensa è lo spazio fisico tridimensionale, dove si trovano i corpi materiali. Cartesio abbandona le finalità e le essenze aristoteliche e propone una fisica matematica. Nega l'ilemorfismo (materia e forma) e lo sostituisce con la concezione della materia come estensione misurabile (numeri).
Hume
Teoria della Conoscenza
La conoscenza, secondo Hume, si divide in due fasi: raccolta di impressioni e formazione delle idee. Per la prima fase, è necessario che i sensi catturino le impressioni (sensazioni vivide e immediate). Poi la mente richiama le impressioni e forma le idee (copie sbiadite delle impressioni). Tutte le idee sono formate da questa esperienza; non vi sono idee innate. Non c'è idea che non sia stata preceduta da un'impressione; un'idea è il ricordo sbiadito di un'impressione. Le idee vengono organizzate e coordinate dalla mente. L'idea non aggiunge nulla di nuovo all'impressione; la logica (il ragionamento) non scopre nulla di nuovo sulla realtà.
Le Leggi di Associazione delle Idee
Le idee si associano nella mente secondo tre principi:
- Principio di somiglianza: permette di raggruppare idee simili sotto un unico concetto.
- Principio di contiguità: per strutturare serie di eventi che si presentano vicini nel tempo e nello spazio.
- Principio di causalità: quando si presenta un'impressione (la causa), la mente associa automaticamente l'idea dell'effetto atteso.
Hume afferma che senza il principio di causalità, la scienza e la filosofia non potrebbero sussistere. Tuttavia, la causalità non si può derivare dal ragionamento a priori, ma solo dall'esperienza ripetuta. Questo principio si basa sull'abitudine di vedere certi stimoli presentarsi insieme. La nostra conoscenza del mondo esterno si basa sulla credenza o probabilità, derivante dall'abitudine di vedere certi eventi accadere insieme. E sappiamo solo ciò di cui abbiamo avuto impressioni: il presente e il passato.
Abitudine e Costume
Tutto ciò che un uomo sperimenta e che si ripete tende a generare un'aspettativa. L'abitudine (o costume) è ciò che ci porta ad aspettarci che eventi simili si ripetano in futuro, basandoci sulle ripetizioni osservate nel passato. L'abitudine è il fondamento della nostra credenza nella causalità e nell'esistenza del mondo esterno.
Critica della Metafisica
Hume afferma che le idee hanno validità solo se possiamo risalire all'impressione da cui derivano. Pertanto, l'idea di Dio non deriva da alcuna impressione sensibile, in modo che Hume critica l'argomento ontologico e l'idea di un Dio metafisico viene esclusa dalla conoscenza certa.
Hume nega che il mondo esterno sia una sostanza (come la Res Extensa cartesiana), perché tutto ciò che conosciamo sono le impressioni che riceviamo. Il mondo è quindi un insieme di percezioni che gli esseri umani colgono.
Riguardo al soggetto (l'Io), Hume si chiede cosa sia. Il sé non è una sostanza unitaria e permanente, ma un fascio o collezione di percezioni che si susseguono rapidamente. Hume scarta l'idea di un sé come sostanza compatta. L'empirismo radicale conduce a questa conclusione: si crede solo in ciò che si percepisce (i fenomeni).
Nietzsche
Nietzsche critica severa e radicale il platonismo e il cristianesimo, ritenendo che essi abbiano svalutato la vita terrena a favore di un presunto aldilà.
L'Inversione Ontologica
L'inversione ontologica platonica e cristiana: Platone e il cristianesimo hanno posto l'aldilà (il mondo delle idee, il regno dei cieli) come più importante della natura e della vita terrena, che invece era sempre stata fondamentale. Nietzsche propone un ritorno alla natura e alla vita terrena, attraverso l'osservazione e lo studio (prospettivismo). Il prospettivismo: la conoscenza della realtà è sempre parziale e dipende dal punto di vista. Contro l'idea di un aldilà, Nietzsche riafferma il valore della vita terrena (vitalismo). Vivere la vita terrena non è peccato.
Il Nichilismo
Il nichilismo è la constatazione del vuoto lasciato dalla crisi dei valori tradizionali.
- Nichilismo negativo: la constatazione che i valori tradizionali (legati all'aldilà, a Dio) sono privi di fondamento ("Dio è morto").
- Nichilismo positivo: superare la crisi derivante dalla morte di Dio e affermare nuovi valori legati alla vita terrena. Accettare la nostra condizione naturale e il tempo limitato della nostra esistenza.
Spirito Apollineo e Dionisiaco
Nell'uomo e nella cultura ci sono due spiriti fondamentali:
- Spirito dionisiaco: rappresenta l'ebbrezza, la fusione con la natura e con gli altri, la rottura dei limiti individuali, l'irrazionalità, la vitalità primordiale.
- Spirito apollineo: incarna l'ordine, la forma, l'individualità, la moderazione, l'equilibrio, la razionalità, l'armonia.
L'Oltreuomo (Übermensch)
L'Oltreuomo è colui che supera il nichilismo, accetta la morte di Dio e crea nuovi valori. È adattato alla sua condizione terrena e afferma la vita in tutte le sue manifestazioni. Le tre metamorfosi dello spirito descrivono il percorso verso l'Oltreuomo:
- Il cammello: porta il peso della tradizione e dei valori imposti.
- Il leone: si libera dai pesi e dice "No" ai vecchi valori.
- Il fanciullo: crea nuovi valori, dice "Sì" alla vita, è l'Oltreuomo.
L'Eterno Ritorno dell'Uguale
L'eterno ritorno dell'uguale è il pensiero più abissale: l'idea che ogni evento si ripeterà infinite volte, esattamente nello stesso modo. È l'accettazione totale della vita terrena e del tempo circolare, in opposizione alla concezione lineare del tempo cristiano (orientato verso un fine ultimo). È in contrasto con la visione cristiana del tempo lineare e orientato verso un giudizio finale o un paradiso. L'eterno ritorno afferma che non c'è nulla al di fuori di ciò che vediamo e viviamo, e che tutto ciò si ripete eternamente.
La Volontà di Potenza
La Volontà di Potenza è la forza vitale fondamentale, la spinta all'auto-superamento e all'affermazione di sé. Nietzsche sostiene che i valori cristiani (come l'umiltà, la rinuncia) sono espressione della volontà di potenza dei deboli, che non potendo affermarsi nella vita, negano la vita stessa.
Insieme a Marx e Freud, Nietzsche è uno dei "maestri del sospetto" che hanno maggiormente influenzato il pensiero del XX secolo. La sua critica ha profondamente influenzato l'etica occidentale e la percezione dei valori religiosi. Ha ispirato artisti, musicisti, scrittori e pensatori in vari campi.