Il Contadino di Cristo e la Memoria di Firenze: La Visione di Cacciaguida
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La Missione di San Domenico: Il Contadino di Cristo
Dopo che furono celebrate le nozze al fonte battesimale tra lui e la Fede, là dove si donarono la reciproca salvezza, la donna che gli fece da madrina vide in sogno il frutto meraviglioso che doveva essere prodotto da lui e dai suoi eredi; e perché il suo nome corrispondesse alla sua indole, da qui (dal Cielo) si mosse un'ispirazione a chiamarlo col possessivo (Domenico, "del Signore") al quale apparteneva totalmente.
Fu appunto battezzato Domenico; e io parlo di lui come del contadino che Cristo scelse come aiutante nel suo orto. Sembrò proprio un inviato e un servo di Cristo: infatti il primo amore che si vide in lui fu rivolto al primo consiglio dato da Cristo (la povertà o l'umiltà).
Molte volte la sua nutrice lo trovò sveglio e per terra, come se dicesse: 'Io sono nato per questo'. Oh, quanto era davvero Felice il padre! Oh, quanto davvero la madre era Giovanna, se l'interpretazione del suo nome (Grazia di Dio) è corretta!
La Lotta contro le Eresie
In breve tempo diventò un grande esperto di teologia, non per i beni terreni, per cui ci si affanna dietro i manuali di diritto canonico dell'Ostiense e di Taddeo, ma per amore della sapienza divina; a tal punto che iniziò subito a custodire la vigna di Cristo (la Chiesa), che diventa presto secca se il vignaiolo trascura il suo dovere.
E al soglio pontificio, che un tempo era più benevolo verso i poveri giusti, non per errore suo ma per quello del papa, che devia dalla giusta strada, chiese non di dare un terzo o la metà dei beni ai poveri, non di occupare il primo beneficio ecclesiastico vacante, non le decime, che sono dei poveri di Dio, ma il permesso di combattere le eresie in nome di quel seme (la Fede) dal quale sono nate le ventiquattro piante (le anime delle due corone) che ora ti circondano.
Poi, con la dottrina e con la volontà, ottenuto l'avallo papale, si mosse come un torrente che sgorga da un'alta sorgente; e la sua forza vigorosa colpì gli sterpi eretici, con maggior forza là (in Provenza) dove vi era maggiore resistenza (l'eresia albigese).
La Rivelazione di Cacciaguida
Egli iniziò così a rispondermi: «O mio discendente, in cui mi sono compiaciuto anche solo aspettando, io fui il capostipite della tua famiglia». Poi proseguì: «Colui dal quale deriva il tuo cognome (Alighiero I) e che gira da più di cent'anni nella I Cornice del Purgatorio, fu mio figlio e il tuo bisnonno: è opportuno che tu abbrevi la sua lunga fatica con le tue preghiere.
Firenze Antica: Sobria e Morigerata
Ai miei tempi Firenze era ancora racchiusa nell'antica cinta muraria, da dove sente ancora le ore canoniche (dalla chiesa di Badia) e se ne stava in pace, sobria e morigerata.
I Costumi dell'Età dell'Oro Fiorentina
- Le donne ancora non esibivano catenelle, corone, gonne ricamate, cinture che fossero più appariscenti delle persone.
- La figlia, nascendo, non faceva ancora paura al padre, poiché l'età delle nozze e l'entità della dote non erano ancora sproporzionate (oggi le ragazze si sposano presto e con dote eccessiva).
- Non c'erano palazzi disabitati e vuoti; Sardanapalo non aveva ancora mostrato cosa si può fare in camera da letto (non c'erano costumi sessuali sfrenati).
- Monte Mario a Roma non era ancora superato dal vostro monte Uccellatoio, il quale sarà superato sia nel crescere sia nella rapida decadenza (Firenze declinerà in fretta come l'antica Roma).
Io vidi Bellincione Berti indossare una cintura di cuoio e d'osso, e sua moglie allontanarsi dallo specchio senza il viso imbellettato; e vidi i membri della famiglia Nerli e dei Vecchietti accontentarsi di vesti in pelle, e le loro donne lavorare al telaio.
Oh donne fortunate! ciascuna era certa di morire in patria, e nessuna di loro era abbandonata dal marito che andava a commerciare in Francia. L'una vegliava con amore il figlio nella culla e, consolandolo, usava il linguaggio infantile che diverte soprattutto i padri e le madri; l'altra, lavorando al telaio, raccontava alla servitù le antiche leggende dei Troiani, di Fiesole, di Roma.
Allora una Cianghella, un Lapo salterello avrebbe suscitato meraviglia, proprio come ora farebbero Cincinnato e Cornelia.
La Stirpe e il Martirio di Cacciaguida
In una convivenza così pacifica e bella, in una comunità così unita di cittadini, in una così bella dimora mi fece nascere mia madre, invocando Maria nelle grida del parto; e nel vostro antico Battistero di S. Giovanni fui battezzato col nome di Cacciaguida.
Miei fratelli furono Moronto ed Eliseo; mia moglie venne dalla Valpadana, e da lei ebbe origine il tuo cognome, Alighieri.
Poi seguii l'imperatore Corrado III; ed egli mi fece cavaliere, a tal punto gli piacqui con il mio retto operare. Lo seguii in Terrasanta, contro la malvagità di quella religione (l'Islam) il cui popolo usurpa quei luoghi, a causa della trascuratezza dei pontefici.
Lì quella gente maledetta mi strappò dal mondo fallace (mi uccise), il cui amore svia molte anime; e venni da quel martirio direttamente a questa pace».