Cornelio Tacito: Vita, Opere Maggiori e Stile Storiografico
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Vita di Cornelio Tacito: Biografia e Contesto Storico
- Ci sono poche informazioni sulla vita di Cornelio Tacito, provenienti principalmente da riferimenti nei suoi scritti e dalle lettere di Plinio il Giovane.
- L'origine è incerta, ma data la diffusione del suo nome e cognome nella regione, si ipotizza che fosse originario della Gallia.
- Si stima che la data di nascita di Tacito sia intorno al 55-57 d.C., come desunto da una lettera di Plinio il Giovane.
- Tacito studiò a Roma i corsi tradizionali per chi aspirava alla carriera politica.
- Si sposò con la figlia di Gneo Giulio Agricola, figura importante dell'epoca, indicando che la sua famiglia era ricca e ben inserita.
- Iniziò la sua carriera politica come console nell'88 d.C. e probabilmente ricoprì una carica nella Gallia Belgica o in Germania dall'89 al 93 d.C.
- La data esatta della sua morte è sconosciuta, ma si pensa che sia avvenuta dopo il 117 d.C., all'inizio del regno di Adriano.
- Tacito è considerato uno dei più grandi storici della letteratura latina, autore di trattati come il De vita et moribus Iulii Agricolae (o Agricola) e il De origine et situ Germanorum (o Germania), nonché delle opere annalistiche Historiae e Annales.
- Fu anche uno stimato oratore, come dimostrano le testimonianze di Plinio il Giovane e la sua opera il Dialogus de oratoribus. Plinio il Giovane, infatti, esalta lo stile di scrittura di Tacito in una lettera in cui racconta la morte di suo zio, sapendo che un resoconto di Tacito avrebbe avuto maggiore valore.
Il Dialogus de oratoribus: Retorica e Declino dell'Oratoria
- L'attribuzione del Dialogus de oratoribus a Tacito è stata contestata sin dal XVI secolo, principalmente a causa dello stile neociceroniano – eloquente, sofisticato e ricco di retorica latina, con frasi complesse e figure retoriche – che si discosta dallo stile aspro e irregolare delle sue opere storiche.
- Tuttavia, al giorno d'oggi, tale attribuzione è generalmente accettata, considerando l'opera come un trattato retorico in forma dialogica fortemente influenzato da Cicerone.
- La data di composizione del Dialogus è ancora oggetto di controversie, con alcune ipotesi che lo situano intorno all'80 d.C. e altre che lo collocano nel primo decennio del nuovo secolo.
- Nel Dialogus, Tacito sostiene di riportare una conversazione a cui aveva assistito da giovane nella casa di Curiazio Materno durante il sesto anno del principato di Vespasiano (74-75 d.C.). (Nota: il modo in cui venivano contati gli anni in questo periodo storico fu ripreso dai fascisti, che contavano gli anni dalla Marcia su Roma).
- I partecipanti al dialogo includono Curiazio Materno, Marco Apro, Giulio Secondo e Vipstano Messalla.
- Il dialogo si concentra sulla questione del declino attuale dell'oratoria e sulle sue cause.
- Le argomentazioni di Curiazio Materno nel Dialogus riflettono quelle presentate da Tacito nelle sue opere storiche, ammettendo la necessità del principato ma idealizzando il passato della Repubblica Romana.
- Il tema dell'equilibrio tra antichi mores e nuove forme di potere costituisce un punto cruciale nella riflessione storica di Tacito, come si evince dal Dialogus.
L'Agricola: Biografia, Storiografia e Modello Politico
- L'Agricola, conosciuto anche come De vita et moribus Iulii Agricolae o De vita Iulii Agricolae, sembra essere stato completato entro il 97 d.C., verso la fine del regno di Nerva, e pubblicato l'anno seguente.
- Dopo un significativo proemio, il testo narra le origini, la formazione e la carriera di Gneo Giulio Agricola fino al momento in cui assume il governo della Britannia nel 78 d.C.
- A seguire vi è un'analisi geografica ed etnografica dell'isola britannica, dei suoi abitanti e della sua geografia, seguita da una ricostruzione della conquista romana e del dominio nella regione.
- La parte centrale dell'opera si focalizza sull'attività di Agricola durante i sette anni del suo governo in Britannia, includendo riforme amministrative e operazioni militari contro i Caledoni (ai quali viene dedicata un'ampia descrizione).
- L'opera è interrotta dal richiamo di Domiziano, che era geloso dei successi di Agricola. Tornato a Roma, Agricola si ritira a vita privata e rinuncia al proconsolato d'Asia a cui aveva diritto. Muore prematuramente nell'agosto del 93 d.C.
- L'epilogo celebra le virtù di Agricola, mentre l'opera stessa si presenta come un'ambiziosa combinazione di biografia encomiastica, laudatio funebris e libello politico.
- L'opera riflette anche gli elementi caratteristici della storiografia, come il proemio, l'analisi geografica ed etnografica, la descrizione delle battaglie e i discorsi contrapposti dei protagonisti.
- L'Agricola emerge come una fusione di diversi generi letterari, con interessi personali e familiari che si intrecciano con la riflessione sulla storia contemporanea e sul destino di Roma.
- Tacito, lodando Agricola, propone un modello di comportamento politico caratterizzato da lealtà e moderazione, sfidando la tirannia di Domiziano e la resistenza sterile degli oppositori.
- L'elogio di Agricola si fonda sui principi dell'antica tradizione romana, sottolineando la civitas e la medietas come virtù fondamentali nell'etica classica. Tacito indica Agricola come esempio di equilibrio tra obbedienza servile e ribellione vuota, favorendo un lealismo onesto e responsabile.
La Germania: Etnografia e Confronto Culturale
- La monografia Germania (o De origine et situ Germanorum) è probabilmente stata composta e pubblicata nel 98 d.C. Si suddivide in due parti: la prima affronta gli elementi comuni a tutte le tribù germaniche, mentre la seconda analizza le caratteristiche specifiche di ciascuna popolazione.
- In quest'opera, Tacito offre dettagli geografici, etnografici e culturali sulla Germania e sulle tribù che la popolano, seguendo un percorso che va dalle rive del Reno fino al Mar Baltico.
- L'opera riflette un confronto implicito tra le usanze e le istituzioni romane e quelle dei popoli germanici. Tacito loda la forza e l'integrità morale dei Germani, confrontandoli con la corruzione e la decadenza morale di Roma.
- Tacito descrive anche le pratiche funebri dei Germani, evidenziando la loro semplicità e il loro rispetto per la vita militare e il valore in battaglia, contrapponendole ai fasti funebri romani.
- Tuttavia, Tacito non esita a evidenziare anche gli aspetti negativi dei Germani, come la loro indolenza, la crudeltà e la propensione all'ubriachezza. Questi aspetti negativi, secondo Tacito, potrebbero costituire una minaccia per Roma se non fossero opportunamente sfruttati.
- Tacito conclude l'opera esprimendo la speranza che le divisioni tra le tribù germaniche possano proteggere Roma da un attacco esterno, che egli considera inevitabile data la natura bellicosa dei popoli germanici.
Le Historiae e gli Annales: La Grande Storiografia Tacitea
Programma Storiografico e Struttura delle Opere
- Inizialmente, Tacito pianificava di narrare sia gli eventi negativi del principato di Domiziano che quelli più positivi dell'età di Nerva e Traiano. Tuttavia, il suo progetto subì delle modifiche, concentrandosi esclusivamente sul passato nelle Historiae e posticipando la narrazione sull'età di Nerva e Traiano.
- Le Historiae coprono il periodo dalla morte di Nerone fino al 96 d.C. Gli Annales iniziano con la storia di Roma dalle origini fino all'ascesa al potere di Augusto, per poi focalizzarsi sul periodo dei singoli imperatori. Entrambe le opere sono giunte fino a noi in modo incompleto, ma forniscono preziose informazioni sulla storia romana.
- Gli studiosi dibattono sul numero di libri delle Historiae e degli Annales, suggerendo che le prime potrebbero essere composte da 12 libri e i secondi da 18.
- Le Historiae furono probabilmente completate intorno al 110 d.C., seguite dagli Annales, anche se la datazione precisa è incerta. Il titolo delle Historiae è menzionato da Tertulliano, mentre quello degli Annales è stato attribuito nel Rinascimento.
Stile, Prospettiva e Giudizio Morale
- Tacito si propone di narrare senza pregiudizi, cercando di mantenere un'obiettività storica, nonostante il suo evidente pessimismo verso la natura umana e il periodo storico. La sua prosa riflette una profonda ambiguità e incertezza sul senso della storia e sulla morale umana.
- Tacito dipinge ritratti complessi dei personaggi, evidenziando sia virtù che vizi e suggerendo che la natura umana sia intrinsecamente ambigua.
- Tacito critica aspramente la corruzione, l'ipocrisia e il servilismo presenti nella società romana del suo tempo, concentrandosi sulla crisi delle istituzioni tradizionali e sull'ascesa del potere imperiale.
- Tacito seleziona gli eventi in base alla loro forza esemplare, evidenziando le azioni virtuose e condannando quelle disoneste. La sua scrittura riflette una profonda preoccupazione per il mantenimento della memoria storica e dei valori morali.
Lo Stile di Tacito: Evoluzione e Innovazione
- Il Dialogus de oratoribus: Inizialmente considerato un'opera giovanile di Tacito, il Dialogus de oratoribus rappresentava una fase iniziale del suo sviluppo stilistico, caratterizzata da influenze neociceroniane e dalla sua esperienza nella scuola di Quintiliano. Tuttavia, la datazione del Dialogus viene ora posticipata dopo la Germania e l'Agricola, coincidendo con quella delle Historiae.
- Evoluzione stilistica di Tacito: In passato si pensava che lo stile di Tacito seguisse un preciso schema evolutivo, dalle iniziali influenze ciceroniane fino allo stile denso e oscuro delle opere annalistiche, ispirate al modello sallustiano. Tuttavia, oggi si preferisce sottolineare la varietà e la complessità delle scelte stilistiche di Tacito, motivate sia dalla natura dei generi letterari sia dall'urgenza emotiva delle tematiche trattate.
- Innovazione e adattamento stilistico: Lo stile di Tacito è caratterizzato da un continuo adattamento e innovazione, riflesso delle sue inquietudini personali e delle questioni civili del suo tempo. Sebbene Sallustio sia considerato il principale modello storiografico, Tacito subisce anche l'influenza di altri autori come Cicerone, Livio, Seneca e gli epici come Virgilio e Lucano, che contribuiscono a dare una sfumatura poetica alla sua prosa.