Costituzione Spagnola del 1812: Nascita dello Stato Liberale e Diritti dei Cittadini
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La Costituzione Spagnola del 1812: Pietra Miliare delle Riforme Politiche
La Costituzione del 1812 rappresenta una delle più importanti riforme politiche della storia spagnola. Il suo sviluppo iniziò ai primi di dicembre del 1810. La commissione costituzionale avviò i suoi lavori nel marzo del 1811, dopo che le Cortes si trasferirono dalla Isla de León all'oratorio di San Filippo Neri, a Cadice.
Discussioni e Articolazione della Costituzione
Nell'agosto del 1811, iniziarono le discussioni sul suo lungo articolato, il più esteso della Costituzione spagnola (comprendente 10 titoli e 384 articoli). I suoi creatori miravano a rendere chiara la loro idea di Stato liberale e dei diritti dei cittadini. I contenuti principali sono i seguenti:
- Titoli 1 e 2: Sovranità nazionale, separazione dei poteri, diritti e doveri degli spagnoli.
- Titolo 3: Riferito alle Cortes, è il più esteso di tutti i titoli (141 articoli), ponendo l'Assemblea come pietra angolare del nuovo regime.
- Titolo 4: Tratta del Re e dei suoi poteri.
- Titolo 5: Riferito ai tribunali.
- Titoli dal 6 al 10: Indicano il governo del regno, l'economia, le forze armate, l'istruzione pubblica e la riforma della Costituzione.
Dibattiti e Compromessi: Sovranità Nazionale e Libertà di Stampa
Il testo della Costituzione non fu privo di dibattito, poiché la sua formulazione apriva la strada a un nuovo sviluppo politico, economico e sociale. Fin dalla prima misura approvata, la proclamazione della sovranità nazionale (Decreto del 15 ottobre), poi sancita nella Costituzione (art. 3), gli scontri tra liberali e assolutisti furono continui, richiedendo un compromesso o un accordo tra i due gruppi ideologici affinché il progetto potesse andare avanti.
La questione della libertà di stampa, servizio pubblico, fu risolta escludendo le questioni religiose, controllate dalla censura ecclesiastica (art. 371). In precedenza, il 10 novembre 1810, era stato redatto un decreto più ampio sulla "libertà politica di stampa" che aveva suscitato accese discussioni tra liberali e assolutisti.
L'Abolizione dell'Inquisizione: Un Tema Controverso
L'abolizione del Tribunale dell'Inquisizione fu una questione molto controversa. Gli assolutisti ne difendevano il mantenimento, mentre i liberali, oltre a criticarne i metodi, lo vedevano come un tribunale repressivo che doveva essere fermato. Infine, il decreto sull'abolizione dell'Inquisizione, del 22 febbraio 1813, riconobbe ambiguamente che "il Tribunale dell'Inquisizione è incompatibile con la Costituzione", senza menzionarne esplicitamente l'abolizione. Tuttavia, poiché il titolo V della Costituzione vietava le pratiche giudiziarie che violavano i principi fondamentali di giustizia universale, l'Inquisizione fu praticamente abolita, senza dichiararlo espressamente ed evitando il rifiuto della Chiesa, alla quale fu concesso di agire "per motivi di fede" attraverso la censura e il controllo.
Lo Stato Confessionale: Una Concessione agli Assolutisti
Il riconoscimento nella Costituzione della religione cattolica, apostolica e romana come unica vera ed esclusiva della nazione spagnola, e il divieto dell'esercizio di qualsiasi altra (art. 12), implicava lo stato confessionale e una chiara concessione agli assolutisti e ai rappresentanti del clero.