La Costituzione Spagnola del 1812: Principi e Contesto Storico
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Introduzione: Fonte e Contesto
Il documento in esame è una fonte primaria diretta di natura giuridica. Si tratta di una selezione di articoli tratti dalla Costituzione spagnola del 1812, promulgata il 19 marzo di quell'anno. Essendo un testo giuridico redatto dai membri delle Cortes riunite a Cadice, esso possiede un carattere pubblico e una rilevanza significativa sia a livello nazionale che internazionale, dato l'enorme prestigio che raggiunse non solo in Spagna, ma anche in Europa e America.
Analisi del Testo Costituzionale
Questo estratto appartiene alla Costituzione del 1812, elaborata dai deputati delle Cortes convocate a Cadice a partire dal 1810 e promulgata il 19 marzo 1812.
Come ogni costituzione, essa riflette gli equilibri delle forze politiche e ideologiche prevalenti all'interno dell'Assemblea Costituente. Si configura come un testo molto esteso, che disciplina dettagliatamente tutte le questioni inerenti alla vita politica e ai diritti dei cittadini.
Principi Fondamentali
Nella selezione di articoli presentata, sono enunciati i principi fondamentali del liberalismo avanzato dell'epoca:
- La sovranità nazionale.
- La definizione della nazione spagnola.
- La questione della religione.
- La forma di governo.
- La separazione dei poteri.
- Le limitazioni al potere regio.
Definizioni Chiave
- Cortes (secondo l'accezione liberale): Organo costituzionale dello Stato spagnolo composto dai rappresentanti della Nazione Spagnola. In nome del popolo spagnolo, esercitano le funzioni essenziali della sovranità nazionale, detengono la potestà legislativa, approvano il bilancio generale dello Stato, controllano l'azione del Governo ed esercitano le altre competenze attribuite loro dalla Costituzione.
- Sovranità: Potere supremo, massima autorità dello Stato.
- Deputato: Persona eletta a suffragio per far parte della camera rappresentativa (le Cortes).
- Costituzione: Legge fondamentale di uno Stato, stabilita per regolarne l'ordinamento e il governo. Le Cortes detengono il potere legislativo per modificarla o crearne una nuova.
Commento Storico
Contesto Precedente alla Costituzione (Crisi del 1807-1808)
Alla fine del 1807, la situazione interna della Spagna era caotica.
Il popolo vedeva nell'erede al trono, Ferdinando, un potenziale salvatore del paese e della dinastia. La cosiddetta "camarilla", nome con cui divenne noto il gruppo di consiglieri di Ferdinando, formata da figure come Escoiquiz, contribuì a diffondere un'immagine idealizzata e non veritiera del Principe delle Asturie.
Napoleone si rivolse al governo spagnolo, il quale accettò di firmare, il 29 ottobre 1807, il Trattato di Fontainebleau. Questo accordo permise all'esercito francese di attraversare il territorio spagnolo per dirigersi verso il Portogallo. Diverse unità dell'esercito francese si acquartierarono a Burgos, Salamanca, Pamplona, San Sebastián e Barcellona. Il generale Murat assunse il comando delle forze francesi in Spagna.
I sostenitori di Ferdinando colsero l'occasione e, nella notte tra il 17 e il 18 marzo 1808, ebbe luogo il Moto di Aranjuez, durante il quale i partigiani di Ferdinando presero d'assalto il palazzo reale. La mattina seguente, il Principe della Pace, Godoy, fu destituito con l'accusa di voler fuggire in America con i sovrani, e venne arrestato. Carlo IV fu costretto ad abdicare, cedendo la corona a suo figlio. Ferdinando VII si recò poi a Bayonne, dove rimase dal 10 al 20 aprile. A Bayonne si svolsero imbarazzanti negoziati: Ferdinando restituì la corona ai suoi genitori, i quali a loro volta la cedettero alla dinastia Bonaparte. Agli occhi degli spagnoli, Ferdinando divenne "el Deseado" (il Desiderato), il re rapito. Napoleone decise di nominare re suo fratello Giuseppe, ma a quel punto la guerra era già iniziata.
La Guerra d'Indipendenza e il Vuoto di Potere
La rivolta del 2 maggio 1808 a Madrid fu scatenata dall'allarme suscitato dalla partenza dei membri della famiglia reale dalla capitale. Ebbe così inizio una guerra che sarebbe durata cinque anni.
Si creò un vuoto di potere reale. Il Consiglio di Castiglia e la Giunta di Governo, che fino ad allora esercitavano il potere, si sottomisero all'autorità di Giuseppe Bonaparte. Fu allora, in seguito alle insurrezioni del 1808, che la Spagna assunse la sovranità nazionale e formò propri organi di governo, rompendo con l'Antico Regime. Sorsero così giunte locali e provinciali, che governavano in nome di Ferdinando VII. La popolazione scelse per queste giunte personalità come Floridablanca, Jovellanos, ecc. Le Giunte Provinciali agirono come rappresentanti della volontà popolare.
La Giunta Suprema Centrale era composta da rappresentanti di tutte le tendenze politiche: aristocratici illuminati dell'Antico Regime, illuministi moderati e liberali progressisti. Essa adottò due tipi principali di misure: l'organizzazione della resistenza contro i francesi e la riorganizzazione politica dello Stato.
La Convocazione delle Cortes di Cadice
La Giunta decise di convocare le Cortes per riformare l'Antico Regime. I membri della commissione preparatoria concordarono che le Cortes dovessero essere elettive e composte da membri scelti tramite votazione. Si optò per il suffragio universale maschile indiretto per gli uomini con più di 25 anni e per la formazione di una camera unica.
Nei primi mesi del 1810, la Giunta Centrale, divisa al suo interno e isolata a Cadice, assediata dai francesi, decise di sciogliersi e di cedere il potere a un Consiglio di Reggenza. Quest'ultimo procedette a indire le elezioni per le Cortes nel giugno 1810. L'assemblea si inaugurò il 24 settembre 1810. Per la prima volta nella storia spagnola, la nazione era rappresentata in un congresso nazionale. Molti deputati eletti incontrarono notevoli difficoltà per raggiungere Cadice e furono sostituiti da supplenti locali, spesso di orientamento liberale. L'atmosfera patriottica e rivoluzionaria di Cadice permise all'ideologia liberale di concretizzarsi nella Costituzione del 1812.
Idee Centrali della Costituzione
Le idee espresse nel testo costituzionale sono molteplici e fondamentali:
Nazione e Sovranità
Il testo inizia facendo riferimento alle colonie americane, cercando di prevenire i movimenti indipendentisti e riconoscendo le giunte create laggiù, equiparando i loro diritti a quelli del popolo spagnolo metropolitano. Per quanto riguarda gli altri articoli, il concetto chiave è quello della sovranità nazionale (Articolo 3). È innegabile l'influenza di Rousseau, la cui terminologia impregna molti discorsi, e della Costituzione francese del 1791. Si avverte l'eco del concetto di contratto sociale e si parla dei "diritti inalterabili dell'uomo". La sovranità risiede essenzialmente nella Nazione. Tuttavia, il testo di Cadice non si spinge fino alle estreme conseguenze di un governo sovrano eletto unicamente dalla volontà popolare.
Figure come il Padre Suárez avevano già negato l'origine divina diretta dell'autorità dei re. Martínez Marina sosteneva che "Il popolo è la fonte di ogni autorità". Nonostante l'affermazione della sovranità nazionale, la Costituzione non raggiunse un regime basato pienamente sulla legittimità rappresentativa nazionale, poiché prevedeva un accordo con il Re nel processo legislativo (Articolo 15).
Diritti e Doveri del Cittadino
I liberali credevano nella felicità (Art. 6) come aspirazione umana, nel progresso materiale e nella libertà individuale (Art. 4). Difendevano l'aspirazione alla ricchezza, la proprietà privata e la libertà individuale come diritti fondamentali, elementi che distinguevano socialmente gli individui. Affinché tutti potessero liberamente perseguire la ricchezza, erano necessarie le leggi del mercato, la libera concorrenza, la domanda e l'offerta, nonché uno status giuridico che garantisse a tutti le stesse potenzialità iniziali. Da qui l'insistenza sui diritti individuali, a scapito, talvolta, dei diritti sociali o collettivi.
Gli uomini di Cadice si ispirarono ai principi della celebre Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino francese. Tuttavia, i legislatori di Cadice non si limitarono a proclamare i diritti, ma imposero anche dei doveri, chiudendo così il quadro giuridico entro cui il cittadino era tenuto a muoversi nei confronti dello Stato. I principi di libertà e uguaglianza, sulla scia del 1789, aleggiavano nell'ambiente di Cadice, difesi da figure come Argüelles.
Separazione dei Poteri
La divisione dei poteri, chiaramente influenzata da Montesquieu, è evidente nel testo:
- Il potere legislativo viene esercitato dalle "Cortes con il Re". Il Re può sanzionare le leggi e apporre un veto sospensivo per due volte nell'arco di tre anni (Art. 148).
- Il potere esecutivo è esercitato dal Re, che nomina liberamente i suoi Segretari di Stato (ministri). Questi rispondono teoricamente davanti alle Cortes, ma non possono essere da queste destituiti. Non esiste un controllo parlamentare effettivo sul governo. I Segretari devono essere spagnoli e non possono essere contemporaneamente deputati. La Costituzione include un lungo articolo, il 172, che elenca le limitazioni esplicite all'autorità regia. Tra queste, il Re non può sospendere o sciogliere le Cortes, abdicare o lasciare il paese senza permesso, condurre una politica estera non supervisionata dalle Cortes, sposarsi senza il loro consenso o imporre tasse.
- Il potere giudiziario risiede nei tribunali stabiliti dalla legge. Si riconosce tuttavia la giurisdizione speciale dei tribunali ecclesiastici e militari.
Religione e Rappresentanza
Per quanto riguarda la religione (Art. 12), la Costituzione afferma esplicitamente la confessionalità dello Stato e l'esclusività della religione cattolica.
La rappresentanza nazionale risiede nelle Cortes (Articolo 27). Queste sono unicamerali ed elette tramite suffragio universale maschile indiretto per gli uomini di età superiore ai 25 anni. Le Cortes si riuniscono automaticamente per un minimo di tre mesi all'anno, a partire dal 1° marzo; la legislatura dura due anni e i deputati godono dell'immunità nell'esercizio delle loro funzioni. I membri delle municipalità (Ayuntamientos) sono eletti dalla popolazione.
Vigenza ed Eredità della Costituzione
La Costituzione, proclamata il 19 marzo 1812, ebbe tre distinti periodi di vigenza:
- Marzo 1812 – Marzo 1814
- Gennaio 1820 – Novembre 1823 (Triennio Liberale)
- Agosto 1836 – Giugno 1837
Il significato della Costituzione di Cadice fu notevole non solo a livello nazionale, ma ebbe anche un peso decisivo sui movimenti liberali in Italia, Germania e Russia. La prima fase costituzionale fu travagliata a causa degli insolubili problemi derivanti dai disastri della guerra. L'inverno del 1812 fu segnato da gravi difficoltà, manifestatesi con fame, carenza di beni essenziali e la diffusione della febbre gialla.
Il malcontento generato da questa situazione alimentò una crescente opposizione alla Costituzione di Cadice da parte della nobiltà e del clero. La Costituzione non fu accettata da Ferdinando VII al suo ritorno e fu abrogata nel 1814. L'opera di Cadice venne così sospesa.
Nel 1820, il pronunciamento di Cabezas de San Juan la rimise in vigore per tre anni (il Triennio Liberale). Successivamente, nel 1836, l'ammutinamento de La Granja la richiamò nuovamente in vigore, finché non venne sostituita dalla Costituzione del 1837. Nonostante la sua travagliata applicazione in Spagna, il testo di Cadice ricevette particolare attenzione e influenzò il costituzionalismo in Europa e in America Latina.
Bibliografia
- Aja, Eliseo. Las constituciones en la España contemporánea: (1808-1936). Madrid: Siglo XXI, 2000.
- Sánchez Agesta, Luis. Curso de derecho constitucional comparado. Servicio de Publicaciones de la Facultad de Derecho, Universidad Complutense de Madrid, Madrid, 1976.