Cultura di Massa e Diversità Culturale: Sfide, Prospettive e Ruolo dell'UNESCO

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Introduzione e Contesto Storico

Per quanto riguarda l'argomento della difesa: la cultura di massa non è tipica delle forme capitalistiche, ma è una conseguenza inevitabile della società di tipo industriale. La sua diffusione avviene dalle 'devastazioni' della popolazione che, prima di un risveglio, non aveva alcun interesse, ma che ora può favorire realtà in cambiamento. La divulgazione delle idee ha agito come pacemaker della rivoluzione; la distribuzione delle opere è realizzata più velocemente e con maggiori conseguenze.

Horkheimer e Adorno, nel 1940, hanno introdotto il termine "industria culturale", sottomettendo la cultura di massa alle leggi economiche del capitalismo, in cui i tassi di cambio in vigore sui valori d'uso e dei prodotti culturali riflettono il modo di produzione di massa e la divisione del lavoro.

Un Nuovo Ordine della Diversità Culturale?

Questa tendenza verso l'uniformità culturale nella società di oggi è un potente contrappeso alla rinascita dell'idea di cultura come la fibra che tesse la socialità di base e la personalità dei gruppi umani. L'allarme per l'omogeneità schiacciante della cultura di massa spiega la rinascita di identità e differenze culturali come un ideale in aumento nelle aspirazioni odierne.

L'UNESCO ha lavorato in questa linea per la diversità, e si manifesta una pratica culturale legata al più ampio movimento di recupero delle tradizioni popolari, dei costumi, dell'artigianato, dell'estetica, della gastronomia e delle idiosincrasie di comunità di culture diverse.

D'altra parte, vi è un boom delle "sottoculture" (intese come manifestazioni di particolari gruppi o strati sociali, ma non come strutture comunitarie), che variano enormemente. Quindi si pone il problema se ciò che sta emergendo non sia solo una situazione di fronte alla diversità culturale.

Due aspetti sembrano particolarmente degni di nota in questo nuovo ordine. Uno: ora l'uomo e i gruppi non sono più ciechi di fronte alla molteplicità culturale del mondo in cui vivono. Dall'altro, l'esperienza di assegnazione culturale degli individui non deve più verificarsi secondo le determinazioni precedenti, a seconda del luogo di nascita o della cultura di appartenenza; ora le opportunità di adesione volontaria sono maggiori.

Questa visione articolata sulla diversità culturale sta trovando sempre più difensori.

La Posizione dell'UNESCO

L'UNESCO, agenzia specializzata delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura, istituita nel 1946, rappresenta un tentativo di delimitazione coerente dei problemi e la difesa della diversità culturale del mondo attraverso attività di cooperazione intellettuale e tramite convenzioni, raccomandazioni e dichiarazioni. Le sue dichiarazioni promuovono la "comprensione e il rispetto per tutti i popoli, le culture, le civiltà, i valori e i modi di vita", e mirano a promuovere "in vari stadi e tipi di istruzione lo studio delle diverse culture per riconoscerne le differenze".

"Ogni cultura ha una dignità e un valore che deve essere rispettata e tutelata."

"Ogni popolo ha il diritto e il dovere di sviluppare la propria cultura."

"Nella loro varietà, nella loro diversità e le reciproche influenze che esercitano l'una sull'altra, tutte le culture fanno parte del patrimonio comune dell'umanità."

L'UNESCO promuove vari eventi finalizzati alla riflessione sulla natura e gli effetti della cultura di massa.

"Dobbiamo riconoscere l'uguaglianza e la dignità di tutte le culture, e il diritto di ogni popolo e di ogni comunità culturale di affermare e preservare la propria identità culturale, chiedendone il rispetto."

Nuovo Senso di Cultura Collettiva come Oggetto di Tutela

Dalla prospettiva delle autorità pubbliche, queste sono tenute a conservare le identità culturali. Come suggerito da Lévi-Strauss, l'orizzonte dovrebbe essere non tanto la salvaguardia delle culture stesse, quanto il garantire i meccanismi che rendono possibile l'esistenza della diversità e la sua evoluzione in nuove forme di espressione culturale.

Il conflitto tra universalismo e particolarismo deve essere risolto dall'astrazione di un'universalità culturale di partenza, intesa come la capacità della specie umana di imparare e di simboleggiare, e da un universalismo di arrivo, costituito da quelle forme e quei valori culturali che emergono a seguito del contatto culturale, un "universalismo di viaggio" che coinvolge i rapporti tra le diverse culture. Spinto dalla tolleranza e dal dialogo culturale, in cui l'azione del governo può dare un contributo positivo allo sviluppo della convivenza pacifica e fruttuosa della pluralità delle culture.

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