Cultura del Vaso Campaniforme: Origini, Diffusione Europea e Società del Bronzo Antico

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La Cultura del Vaso Campaniforme: Origini e Caratteristiche

La Cultura del Vaso Campaniforme è una cultura archeologica del Bronzo Antico, datata tra il 2650 a.C. e il 1900 a.C.

Fasi Cronologiche e Stili

  • Fase Iniziale: 2650 - 2500 a.C. – Caratterizzata da vasi campaniformi e ceramica cordata marina.
  • Fase Regionale Tarda: 2400 - 2100 a.C. – Sviluppo di stili regionali distinti.

Diffusione Geografica e Caratteristiche della Ceramica

La Cultura del Vaso Campaniforme si è sviluppata in un'ampia area geografica, includendo Germania, Spagna, Francia, Irlanda, Italia, Marocco[2], Paesi Bassi, Portogallo e Regno Unito.

Il nome "Cultura Campaniforme" deriva dalla caratteristica produzione di ceramica con decorazioni a forma di campana, realizzate tramite incisioni a bande. L'interno di queste incisioni era talvolta riempito con pasta di colore bianco (argilla bianca), che conferiva una finitura molto lucida.

È tuttavia importante distinguere, in termini cronologici, l'apparizione della ceramica campaniforme dalle sepolture campaniformi. Queste ultime sono di tre tipi principali:

1. Riutilizzo di Tombe Megalitiche

Un ambito molto comune era il riutilizzo di tombe megalitiche preesistenti per sepolture campaniformi. Si trattava di vecchie tombe che continuavano a far parte del paesaggio e non di nuove costruzioni. L'abbondante presenza di monumenti megalitici favorì l'uso di queste nuove sepolture, sebbene fossero individuali. In alcuni casi, i monumenti megalitici venivano ripuliti, in altri no. Questa pratica era particolarmente comune nella Penisola Iberica.

2. Tombe a Fossa

Le tombe a fossa sono la tipologia più diffusa in tutta Europa. Consistono in una grande fossa o trincea, superficiale – di solito non molto profonda – in cui il corpo veniva deposto singolarmente. Queste tombe di solito non presentano strutture in muratura o tumuli, e il corpo era spesso orientato verso nord (in relazione all'astrologia). A livello monumentale, questo tipo di sepoltura ha una presenza molto ridotta.

3. Sepolture Individuali in Tumulo

Questa è un'altra tradizione significativa, presente soprattutto nelle Isole Britanniche e nei Paesi Bassi. Questi tumuli di sepoltura bassi sono associati a una tradizione che si estenderà per lungo tempo. Tuttavia, la ceramica campaniforme originale rappresenta la cronologia più antica. Conosciuti anche come tumuli rotondi, spesso contengono strumenti campaniformi. La caratteristica principale di queste sepolture, oltre all'individualità, è il corredo tipico che di solito accompagna i corpi. Questo corredo era spesso modesto e includeva:

  • Una ciotola di ceramica a forma di campana (sempre presente almeno una, talvolta più, ma mai in grandi quantità).
  • Punte di freccia in selce.
  • Oggetti in metallo e pugnali spinati, come quelli di tipo Palmela. L'emergere della metallurgia è spesso associato alla ceramica campaniforme; oggetti più antichi tendono a essere collegati al fenomeno campaniforme, anche se la metallurgia era conosciuta prima che questa cultura la diffondesse.
  • Placche: piastre con uno o due fori alle estremità, da legare al polso per evitare che la corda dell'arco si allentasse.
  • Bottoni con perforazione a V (vedi prodotti della rivoluzione secondaria).

L'aspetto di questo tipo di corredo portò Gordon Childe a ipotizzare che si trattasse di popoli bellicosi. Questa ipotesi, sebbene influente, è stata successivamente rivista.

Interpretazioni sulla Cultura Campaniforme

1. L'Ipotesi di Gordon Childe: Popoli Guerrieri e Fabbri

Secondo Gordon Childe, i popoli campaniformi erano guerrieri e fabbri. Questi guerrieri viaggiavano per l'Europa alla ricerca di giacimenti metalliferi, trasportando fisicamente contenitori in ceramica da scambiare con questi metalli (ad esempio, vasi di rame). Questi guerrieri-fabbri, cercando depositi di rame, diffusero l'arte della metallurgia e la ceramica attraverso scambi con i gruppi indigeni. Questa ceramica campaniforme si diffuse così in tutta Europa.

Tuttavia, questa ipotesi è crollata quando si è scoperto che, sebbene alcune ceramiche provenissero da lontano, molte avevano una produzione locale, e non tutti i gruppi che producevano ceramica campaniforme la trasportavano dal loro punto di origine.

2. L'Ipotesi di D.L. Clark (1976): Oggetti di Prestigio

D.L. Clark (1976) difese l'idea che la ceramica campaniforme fosse un oggetto di prestigio – o di culto – che entrava nelle dinamiche di scambio e mercato. Questo spiegherebbe perché i contenitori sono stati rinvenuti a grandi distanze dal luogo di origine e perché coesistevano con altre produzioni indigene.

3. L'Ipotesi di R.J. Harrison e S.J. Shema (1990): Simbolo di Status Sociale

Questa è l'ipotesi più accreditata al momento, difesa da R.J. Harrison e S.J. Shema (1990). È molto simile alla precedente, ma si differenzia in quanto sostiene che la ceramica campaniforme non fosse solo un oggetto di prestigio, ma un simbolo di status sociale. Cioè, non una questione di mera ricchezza, ma di merito; non sarebbe stata disponibile a chiunque potesse permettersela, ma solo a chi apparteneva a un determinato gruppo sociale.

Questo implica l'esistenza di una sorta di élite che possedeva una serie di attributi adeguati e che si riservava l'uso di tali oggetti. Per garantire il prestigio, l'oggetto doveva essere identificato come tale. Da qui la teoria del dono: la ceramica era un dono, ma solo tra le élite. Siamo quindi di fronte a una società gerarchica. Questo spiegherebbe la diffusione della ceramica in tutta Europa.

La ceramica locale era prodotta in loco, mentre quella proveniente da fonti lontane era scambiata e si diffondeva di pari passo. Questo può essere compreso nel contesto di società animiste, che credevano che gli oggetti avessero una propria biografia e che più mani avessero attraversato, più preziosi diventassero. Si presume che tutti conoscessero la storia di ogni pezzo.

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