Lo Stato: Definizione, Elementi Fondamentali ed Evoluzione Storica
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Lo Stato
1. Usi della parola 'Stato' ed evoluzione del concetto
L'essere umano è un essere sociale. Le società umane possono essere organizzate in forma statale, ma esistono anche forme pre-statali come quelle patriarcali e tribali (società apolidi). La nascita dello Stato segna il passaggio a una forma di società politica che supera lo stadio della società naturale, rappresentando una forma di organizzazione complessa verso cui tendono le società umane.
Lo Stato si configura come una società dotata di organi politici, giuridici e amministrativi indipendenti (potere esecutivo, legislativo e giudiziario). La differenza fondamentale tra una società politica con Stato e una società apolide risiede nel fatto che la prima ha sviluppato un apparato coercitivo organizzato, come un esercito difensivo.
Il termine 'Stato' è stato storicamente utilizzato anche con il significato di popolo o nazione. Celebre è la frase attribuita a Luigi XIV: "Lo Stato sono io".
L'uomo primitivo, vivendo alla mercé della natura in condizioni precarie, sentì la necessità di associarsi in piccoli gruppi con i propri simili, stabilendosi in un luogo (diventando sedentario). Da qui ebbe origine la prima istituzione sociale: la famiglia.
Nel corso del tempo, si sono sviluppate altre forme sociali precedenti allo Stato: la banda, la tribù, l'orda, la gens, il clan, caratterizzate da strutture come il totem, il tabù e il carisma. L'uso moderno della parola 'Stato' si deve in gran parte all'introduzione del termine da parte di Niccolò Machiavelli nel suo trattato "Il Principe".
In sintesi, lo Stato può essere definito come: l'organizzazione politica e giuridica di un popolo stanziato stabilmente su un determinato territorio e sottoposto a un potere sovrano che esercita il comando secondo ragione.
Un breve excursus sugli Stati antichi:
- Stato egiziano: Circa 5000 anni fa, lo Stato si identificava con la figura del Faraone, considerato di natura divina.
- Grecia (Polis): Caratterizzata da un'elevata partecipazione dei cittadini (liberi maschi adulti) alla vita pubblica (polis). L'autorità era spesso esercitata collegialmente (es. l'Areopago o il 'consiglio degli anziani'). Lo Stato era considerato l'ambito proprio della vita umana pienamente realizzata. Platone riteneva che la struttura dello Stato e quella dell'anima umana fossero analoghe. Aristotele affermava che lo Stato, come comunità perfetta, viene logicamente prima dell'individuo.
- Roma: Qui emerge uno Stato forte, con la necessità di imporre un'autorità centrale (prima repubblicana, poi imperiale) su un vasto popolo e territorio, sviluppando un complesso sistema giuridico.
- Francia (Assolutismo): Luigi XIV arrivò a dire: "Lo Stato sono io", incarnando il potere assoluto. Durante la Rivoluzione Francese, si sviluppa e diffonde il significato moderno della parola 'Stato', legato alla Nazione e alla sovranità popolare.
Fu Machiavelli, a cavallo tra Medioevo e Rinascimento, a utilizzare sistematicamente il termine 'Stato' nel senso moderno di entità politica autonoma con un potere effettivo su un territorio.
Gli elementi costitutivi dello Stato sono: popolo, territorio e potere (o sovranità).
Lo Stato è dunque una società (il popolo, risultato di un processo di associazione culturale e politica), che si stabilisce definitivamente in un territorio (l'elemento fisico), soggetta a un potere sovrano (l'autorità di dominio), che crea, definisce e applica un ordine giuridico volto (almeno in teoria) al bene comune dei suoi componenti.
2. Gli Elementi dello Stato
Gli elementi essenziali dello Stato sono: il popolo, il territorio e il potere sovrano, che si manifesta attraverso istituzioni formali.
Popolo e Istituzioni Formali di Governo
Lo Stato è formato da un popolo. A seconda della forma di Stato e di governo, i membri del popolo possono essere considerati principalmente come sudditi (soggetti passivi del potere, come nello Stato assoluto) oppure come cittadini partecipi e detentori della sovranità (come nello Stato democratico).
Le democrazie possono distinguersi in:
- Democrazia diretta: Il popolo riunito (o sue parti) adotta direttamente le decisioni governative (storicamente rara e applicabile solo a piccole comunità; spesso richiede forme di rappresentanza o può degenerare in oligarchia).
- Democrazia rappresentativa (o formale): Il popolo esercita la sovranità eleggendo dei rappresentanti che prendono le decisioni politiche.
- Democrazia sostanziale (o 'approvata'): Oltre alla rappresentanza formale, esiste un controllo popolare effettivo sull'azione di governo e una partecipazione diffusa.
- Democrazia solo formale ('non approvata'): Esistono meccanismi elettorali, ma manca un controllo popolare effettivo e la partecipazione è limitata.
Per una democrazia funzionante (definita da alcuni come 'eutaxia'), oltre a relazioni sociali pluralistiche che operano liberamente, è fondamentale garantire lo 'Stato di diritto' (Rule of Law), ossia la supremazia della legge cui tutti, governanti inclusi, sono sottoposti.
Stato e Territorio
Lo Stato necessita di un territorio definito, ovvero l'ambito spaziale su cui si esercita la sua sovranità in modo esclusivo. Il confine delimita l'organizzazione politica statale e la distingue rispetto agli altri Stati sovrani. Tuttavia, gli Stati non sono isolati ma interagiscono costantemente tra loro attraverso relazioni internazionali, la principale delle quali è la diplomazia.
Potere dello Stato e Sovranità
Il terzo elemento costitutivo dello Stato è il potere, inteso come potere sovrano. Il potere è la capacità di prendere decisioni vincolanti e di influenzare o costringere altri affinché le attuino. Per esercitare il potere, si deve disporre di:
- Forza: I mezzi materiali e coercitivi per ottenere un risultato (es. polizia, esercito).
- Autorità: Il potere riconosciuto come legittimo di impiegare quei mezzi e di emanare comandi.
La parola 'sovranità' è usata specificamente per designare chi detiene il potere supremo e legittimo all'interno dello Stato, non riconoscendo alcuna autorità superiore (almeno sul piano interno). Nelle diverse forme di Stato:
- In una società assolutista, il Monarca detiene teoricamente tutto il potere.
- In una monarchia assoluta, il Re è considerato al di sopra della legge stessa.
- In una democrazia, la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme previste dalla costituzione.
3. La Natura dello Stato
L'essere umano si è evoluto biologicamente e socialmente da gruppi di ominidi a strutture sociali via via più complesse, un percorso che ha infine portato alla costituzione dello Stato come forma predominante di organizzazione politica.
Aristotele definì l'uomo come 'zoon politikon' (animale politico/sociale) e 'zoon logon echon' (animale dotato di ragione e linguaggio). Egli considerava l'uomo un essere sociale per natura e lo Stato (la polis) come la comunità perfetta, logicamente e assiologicamente anteriore alle sue parti costitutive (le famiglie e gli individui). Pertanto, nella visione aristotelica, lo Stato è una creazione conforme alla natura umana e l'uomo realizza pienamente se stesso solo nella comunità politica.
La visione moderna, inaugurata da pensatori come Hobbes, Locke e Rousseau, parte invece da un presupposto diverso: l'esistenza di uno 'stato di natura' pre-sociale e pre-politico, da cui l'uomo uscirebbe attraverso un atto volontario (il contratto sociale) per dare vita alla società civile e allo Stato.
Stato di Diritto e Concezioni dello Stato
Lo Stato di diritto (Rechtsstaat) può essere inteso in senso formale (uno Stato che opera mediante leggi generali e astratte) o in senso sostanziale (uno Stato che, oltre alla legalità, garantisce i diritti fondamentali e persegue la giustizia). Lo Stato non è solo un'entità giuridica, ma una società complessa con specifiche caratteristiche culturali, politiche, economiche, ecc.
Esistono diverse concezioni generali sulla natura dello Stato:
- Concezione organicistica: Lo Stato è visto come un organismo vivente, superiore alle sue parti (gli individui), che esistono in funzione del tutto. Il benessere dello Stato precede quello individuale.
- Concezione contrattualistica (o atomistica/individualistica): Lo Stato è considerato una creazione artificiale, un prodotto della volontà degli individui che si associano per garantire meglio i propri diritti e interessi. Lo Stato è al servizio degli individui.
5. Teorie Contrattualistiche sullo Sviluppo dello Stato
La teoria del contratto sociale è un modello esplicativo che fonda l'origine e la legittimità della società politica e dello Stato non su un'evoluzione naturale o su un fondamento divino, ma su un 'patto' o 'contratto' stipulato (in modo esplicito o implicito) tra gli individui (o tra individui e sovrano) per uscire dallo stato di natura.
Questo accordo serve a stabilire regole comuni e un'autorità sovrana, con gli individui che cedono parte della loro libertà naturale in cambio di sicurezza e ordine sociale. Le modalità e i fini del contratto variano notevolmente tra i diversi pensatori contrattualisti (es. Hobbes, Locke, Rousseau).
Origine Storica della Società Politica: Miti e Teorie
- Teoria del Contrattualismo: Come accennato, postula uno 'stato di natura' come punto di partenza logico (non necessariamente storico) per la costruzione dello Stato attraverso un patto. Si tratta di un'origine a-storica, un modello per giustificare il potere politico.
- Teoria Giusnaturalistica Classica (o Socio-naturalistica): Ritiene che l'origine della società politica risieda nella natura intrinsecamente sociale dell'uomo (come in Aristotele). Alcune versioni di questa teoria riconducono questo ordine naturale a un fondamento divino.
6. Lo Stato Moderno: Nascita ed Evoluzione
La nascita dello Stato moderno è un processo complesso che si colloca tra il tardo Medioevo e l'inizio dell'Età Moderna (XV-XVI secolo).
L'aumento dei commerci, la crescita delle città (borghi) e l'emergere di un nuovo ceto sociale, la borghesia, furono fattori cruciali. La borghesia rivendicava libertà economiche (libero scambio, libera circolazione delle merci), sicurezza dei traffici, un'amministrazione della giustizia unificata e centralizzata, e forme di rappresentanza politica per tutelare i propri interessi.
Le grandi scoperte geografiche, in particolare la scoperta dell'America (1492), accelerarono questi processi, aprendo nuovi mercati e rafforzando le monarchie capaci di gestire queste nuove risorse e rotte commerciali.
Nel XVI secolo si affermano i primi esempi compiuti di Stati moderni, caratterizzati da un potere centrale forte, un apparato burocratico e militare permanente, e confini definiti. Esempi significativi sono la Repubblica di Venezia (con le sue peculiarità) e soprattutto le grandi monarchie nazionali come il Regno di Spagna (unificato da Ferdinando e Isabella) e la Francia.
Niccolò Machiavelli (1469-1527)
Machiavelli è una figura chiave nella riflessione sullo Stato moderno. Per lui, lo Stato è una forma di dominio politico caratterizzata dalla ricerca della stabilità e della continuità nell'esercizio del potere. Lo Stato si identifica con il potere effettivo e con la capacità del Principe (o del governo repubblicano) di mantenerlo e rafforzarlo.
L'origine dello Stato non è divina né naturale in senso classico, ma è il risultato di un'azione politica umana, frutto di un piano razionale e metodico per unificare e governare un popolo. Lo Stato, per essere efficace, deve essere centralizzato.
Machiavelli teorizza la subordinazione della religione agli scopi dello Stato: essa diventa instrumentum regni, uno strumento per mantenere l'ordine e l'obbedienza. Il Principe, per conservare il potere e garantire la sopravvivenza dello Stato, deve essere disposto ad agire anche al di fuori dei limiti della morale tradizionale e del diritto, usando la forza e l'astuzia quando necessario (il fine giustifica i mezzi).
Machiavelli è universalmente considerato il fondatore del 'realismo politico', un approccio che analizza la politica per quello che è, e non per quello che dovrebbe essere.
Presupposti Storici e Dottrinali dello Stato Assoluto
Tra il XV e il XVI secolo, parallelamente alla formazione dello Stato moderno, si sviluppa la dottrina e la pratica dell'assolutismo politico, la forma di governo prevalente in Europa fino alle rivoluzioni del XVIII secolo.
- In Inghilterra, l'assolutismo si afferma con la dinastia Tudor (dopo la Guerra delle Due Rose).
- In Spagna, si consolida con l'unificazione sotto Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia (1469) e i loro successori Asburgo.
- In Francia, il potere regio si rafforza progressivamente dopo la Guerra dei Cent'anni (conclusa nel 1453), raggiungendo l'apice con Luigi XIV nel XVII secolo.
In Inghilterra e Francia, i ceti mercantili e borghesi inizialmente sostennero la centralizzazione del potere regio come garanzia di ordine e stabilità per i commerci, a differenza della Spagna dove l'aristocrazia mantenne un peso maggiore.
L'assolutismo politico si fonda sulla convinzione che solo un potere centrale forte e indiviso (legibus solutus, cioè sciolto dal vincolo delle leggi) possa controllare le forze centrifughe (nobiltà feudale, corporazioni cittadine, conflitti religiosi) che minacciano di dissolvere la società.
La giustificazione del potere assoluto stimolò importanti sviluppi dottrinali:
- La teoria del diritto divino dei re (il potere del sovrano deriva direttamente da Dio).
- Nuove riflessioni sulla natura e il fondamento della società politica.
- Lo sviluppo della coscienza nazionale legata alla figura del monarca.
- Nuove elaborazioni sul diritto naturale (diverso da quello medievale).
- Una riconsiderazione del rapporto tra Stato e Chiesa.
- Lo sviluppo delle teorie contrattualistiche (che, pur partendo da premesse individualistiche, potevano anche giustificare l'assolutismo, come in Hobbes).
Machiavelli aveva giustificato un potere forte e talvolta spregiudicato, incentrato sulla figura del Principe e sulla necessità dello Stato. Thomas Hobbes, nel secolo successivo, fornirà la più radicale giustificazione filosofica del potere assoluto, non più incentrato sulla persona del sovrano ma sul potere sovrano in sé, come unica garanzia contro l'anarchia dello stato di natura. Un importante precursore della teoria della sovranità assoluta (sebbene non ancora pienamente assolutista nel senso hobbesiano) fu il francese Jean Bodin (1530-1596) con la sua opera "Les Six Livres de la République".