Dinamiche Geopolitiche e Sviluppo Economico: Cina, Cuba, Terzo Mondo e Spagna (1936-1975)
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Contesto Storico e Geopolitico del Dopoguerra
Cina: Dalla Rivoluzione alla Rivoluzione Culturale
La fase comunista in Cina inizia con l'avvento di Mao Zedong nel 1949, caratterizzata inizialmente da:
- Piani quinquennali.
- Collettivizzazione.
- Priorità all'industria pesante.
Tuttavia, dal 1957, questo modello non è pienamente applicabile poiché la Cina è prevalentemente agricola. Fu quindi adottato un modello proprio, basato sulle Comuni Popolari e sulla collettivizzazione rurale. A metà degli anni '60 si assiste alla creazione di unità produttive più grandi. Dal 1966 al 1969 si svolge la Rivoluzione Culturale, un ritorno alla piccola produzione e a una fase di resa dei conti politica. Dal 1970 fino a otto anni dopo la morte di Mao (1976), fu nuovamente data priorità all'industria pesante.
Cuba e la Crisi dei Missili
Cuba inaugura un sistema comunista negli anni '60. Si inizia a parlare di collettivizzazione sul modello dell'Unione Sovietica. Questo spaventa gli Stati Uniti, data la breve distanza geografica. Kennedy intende attaccare prima che Cuba possa completare il suo sviluppo, ma i russi si alleano con Cuba, installando missili sul suolo cubano. Questo evento crea una grave crisi internazionale (che poteva sfociare in una guerra nucleare). Per evitare il conflitto, Khrushchev (Krusciov) accetta di rimuovere i missili. Gli Stati Uniti isolano Cuba dal mercato, ma l'URSS interviene nuovamente in aiuto. Il problema sorge quando l'URSS viene meno (dissoluzione).
Il Terzo Mondo e la Decolonizzazione
Il fenomeno del Terzo Mondo non può essere compreso senza analizzare la decolonizzazione. I paesi che si formano nel XIX secolo sono principalmente le colonie del continente americano. Il Giappone, pur essendo stato sotto l'influenza occidentale, finisce per diventare una grande potenza, contrariamente alle aspettative iniziali. Con Gandhi si raggiunge l'indipendenza di India e Pakistan.
L'URSS e gli USA non sono potenze colonialiste, ma imperialiste. Questo, unito alla debole volontà delle potenze europee, favorisce la decolonizzazione. La Seconda Guerra Mondiale vede la caduta dei grandi imperi (Terzo Reich e Giappone), ponendo fine al colonialismo tradizionale. Gruppi di persone si recano in questi luoghi per ricevere una formazione occidentale, spesso con un'ideologia anti-colonialista appresa in Europa.
Sfide dei Nuovi Stati Indipendenti
La divisione territoriale non è stata sempre corretta, raggruppando in alcuni casi popoli nemici sotto un unico stato. I paesi del Terzo Mondo sono:
- Paesi molto poco sviluppati.
- Basso livello culturale e alta mortalità infantile (paragonabile al XVII secolo).
- La bilancia commerciale mostra che esportano principalmente materie prime.
- Il settore terziario è più sviluppato nei centri corrispondenti alle capitali.
- Risorse (sia fisiche che umane) non sono eccessive (sotto-occupazione).
Sono state create nuove strutture politiche, ma la mancanza di una classe dirigente capace di sfruttare i fattori esistenti ha facilitato in molti di questi nuovi paesi il ritorno al controllo da parte delle potenze coloniali, rendendo difficile l'uscita da questo sistema di dipendenza.
L'Economia Spagnola: Dalla Guerra Civile al Franchismo
Guerra Civile Spagnola (1936-1939)
Il conflitto vide contrapposte le Fazioni Nazionaliste e le Fazioni Repubblicane. Nel campo nazionalista non vi fu un grande cambiamento rivoluzionario. Nel campo repubblicano, un problema cruciale fu la priorità da dare alla guerra o alla rivoluzione, causando una disunità d'azione. La Repubblica aveva portato alla collettivizzazione. Negrín cercò di porre fine alla distribuzione della terra e agli squilibri, dando importanza alla guerra, mentre i Nazionalisti guadagnavano territori. Tutte le parti si riunirono sotto un'unica guida tradizionale, quella di Franco.
I territori agricoli controllati dai Nazionalisti favorivano l'approvvigionamento della popolazione. La Repubblica inviò gran parte delle riserve auree a Mosca per chiedere aiuto. I ribelli (Nazionalisti) furono sostenuti da molti paesi. I titoli di debito emessi dai Nazionalisti furono garantiti dopo la vittoria della guerra.
Conseguenze Economiche e Sociali
La Spagna franchista, una volta vittoriosa, represse duramente gli oppositori. Economisti, assicuratori e trasportatori erano generalmente dalla parte di Franco. Molti insegnanti repubblicani furono costretti all'esilio, causando una grande perdita di capitale umano. A livello materiale, si registrò la perdita dell'oro per il pagamento delle armi e la distruzione di edifici. Il tenore di vita non fu recuperato fino al 1956. Il ritardo economico della Spagna fu causato dalla guerra, dall'isolamento del dopoguerra e dalla distribuzione ineguale delle risorse.
La Dittatura di Franco (1939-1975)
Fase di Autarchia (1939-1953)
Dal 1939 al 1953, la Spagna visse la fase dell'Autosufficienza (Autarchia), basata sulla convinzione che la Spagna potesse farcela da sola, un pensiero che affondava le radici nel Secolo d'Oro. La giustificazione fu la Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia, la posizione debitoria verso la Germania impedì alla Spagna di essere neutrale al 100%, adottando la posizione di non-belligeranza (partecipare senza combattere). L'autosufficienza in tempo di guerra si rivelò difficile, essendo più un'ideologia che una realtà economica.
L'INI (Istituto Nazionale dell'Industria) si occupò di sviluppare una politica industriale, spesso a scapito della produzione agricola.
Apertura e Sviluppo (1953-1975)
Dal 1951-1953, la Spagna iniziò una cauta apertura verso l'esterno. Fu siglato un patto con gli Stati Uniti, che vedevano la Spagna come un alleato contro il comunismo sovietico. Gli aiuti americani furono accolti in un contesto di fame e condizioni precarie.
Nel 1959, l'economia spagnola era in crisi. L'Opus Dei consigliò a Franco un governo tecnocrate, che portò al Piano di Stabilizzazione (1959). Gli anni Sessanta furono più liberali, con maggiori investimenti esteri. Seguirono i Piani di Sviluppo:
- Primo Piano di Sviluppo (1964-1967): Raggiunse una crescita media del 6%.
- Secondo Piano di Sviluppo (1968-1972): Tasso di crescita del 5,5%.
- Terzo Piano di Sviluppo (1973-1975): Abbandonato a causa della crisi petrolifera.
Caratteristiche e Conseguenze del Modello di Sviluppo
Il modello di sviluppo spagnolo presentò diversi aspetti:
- Transizione da paese agricolo a industrializzato.
- Forte carattere tecnocratico.
- Squilibri regionali.
- Statistiche e dati non sempre attendibili.
- Debole crescita.
- Turni di lavoro e migrazione economica.
In conclusione, la crisi petrolifera iniziò a farsi sentire dalla metà degli anni '70. La morte di Franco nel 1975 implicò che l'incertezza politica, sommandosi alla crisi economica, ebbe un impatto estremamente negativo sul paese.