Il Direttorio Civile di Primo de Rivera in Spagna (1925-1930): Riforme, Economia e Società
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I.3. Il Direttorio Civile (3 dicembre 1925 – gennaio 1930)
Una volta affrontata la questione della guerra in Marocco e stabilita una politica pubblica sottoposta a disciplina militare, Primo de Rivera procedette a sostituire il Direttorio Militare con uno nuovo, composto da civili. Questa mossa fu interpretata da alcuni come un tentativo di istituzionalizzare la dittatura.
Il Direttorio Civile fu formalmente istituito il 3 dicembre 1925. Si configurava come un consiglio di ministri presieduto da Primo de Rivera stesso. Era composto principalmente da civili, molti dei quali provenienti dall'Unione Patriottica (come José Calvo Sotelo, ministro delle Finanze; Eduardo Aunós, ministro del Lavoro; e Rafael Benjumea, Conte de Guadalhorce, ministro dei Lavori Pubblici), ma includeva anche alcuni militari, come il Generale Severiano Martínez Anido al Ministero dell'Interno.
L'obiettivo principale del Direttorio Civile era consolidare politicamente il regime dittatoriale. A tal fine, la propaganda del regime si concentrò sui successi ottenuti, in particolare in campo economico e nella risoluzione del conflitto marocchino, presentati come gli aspetti più positivi della sua gestione.
3.1. Politica Economica
L'intervento statale fu il cardine della politica economica del Direttorio Civile. L'obiettivo primario era promuovere la produzione industriale nazionale e modernizzare le infrastrutture, approfittando di una congiuntura internazionale favorevole caratterizzata dal boom economico dei cosiddetti "ruggenti anni Venti".
Opere Pubbliche
Furono intraprese imponenti opere pubbliche, tra cui:
- Il Circuito Nazionale di Strade Speciali (Circuito Nacional de Firmes Especiales), che portò a un significativo rinnovamento della rete stradale spagnola.
- La modernizzazione della rete ferroviaria.
- La costruzione di acquedotti per estendere la fornitura di acqua potabile.
- Il miglioramento della rete di irrigazione, con la creazione delle Confederazioni Idrografiche per la gestione dei bacini fluviali.
Politica dei Monopoli
Fu attuata una politica di creazione di monopoli statali o concessi a imprese private. Tra questi spiccano:
- La creazione di CAMPSA (Compañía Arrendataria del Monopolio de Petróleos S.A.) nel 1927, incaricata dell'importazione, raffinazione e distribuzione del petrolio nel paese.
- La concessione del monopolio del servizio telefonico alla compagnia statunitense ITT (International Telephone and Telegraph).
3.2. Politica Socio-Lavorativa
Primo de Rivera, coadiuvato dal Ministro del Lavoro Eduardo Aunós, implementò una politica del lavoro che mirava a organizzare i lavoratori all'interno di un sistema corporativo controllato dallo Stato, con un'impronta chiaramente paternalistica.
Già nel 1924 era stato creato il Consiglio Nazionale del Lavoro, Commercio e Industria. Successivamente, l'Istituto delle Riforme Sociali fu integrato nel Ministero del Lavoro, guidato da Aunós.
Nel 1926 fu promulgato il Codice del Lavoro, che rappresentò un progresso sociale significativo, introducendo misure come:
- Assicurazione per la maternità.
- Sussidi per le famiglie numerose.
- Aumento dei sussidi della Previdenza Sociale.
- Creazione di scuole professionali e sociali.
- Programmi di edilizia residenziale pubblica.
Organizzazione Corporativa Nazionale (OCN)
Elemento centrale di questa politica fu la creazione, nel novembre 1926, dell'Organizzazione Corporativa Nazionale (OCN). Ispirata al modello corporativista fascista italiano, l'OCN mirava a integrare lavoratori e datori di lavoro in comitati paritetici (comisiones mixtas), organizzati per settore produttivo e con articolazioni a livello locale, provinciale e nazionale.
Lo scopo dichiarato dell'OCN era regolamentare le condizioni di lavoro, controllare il movimento sindacale ed evitare conflitti e proteste sociali.
Tale sistema fu tuttavia oggetto di critiche. Pur essendo la partecipazione ai comitati paritetici teoricamente obbligatoria, esso permise una certa influenza ai sindacati preesistenti, in particolare all'UGT (socialista), che partecipò attivamente, traendone alcuni vantaggi ma anche, secondo i critici, finendo per legittimare il regime.
3.3. La Dittatura e i Rapporti con il Movimento Sindacale
A partire dal 1923, con l'instaurazione della dittatura, il numero di scioperi diminuì drasticamente, raggiungendo livelli minimi. Primo de Rivera, inizialmente, espresse una certa considerazione per il PSOE, ritenendolo l'unico partito che avesse mantenuto una qualche "onestà" nel precedente sistema politico.
PSOE e UGT
All'interno del Partito Socialista Operaio Spagnolo (PSOE) e dell'Unione Generale dei Lavoratori (UGT) emersero diverse posizioni riguardo alla dittatura:
- Anticollaborazionisti: minoritari inizialmente, erano a favore di un socialismo liberale e umanistico, e contrari a qualsiasi compromesso con il regime. Figure come Indalecio Prieto rappresentavano questa linea.
- Collaborazionisti: guidati da figure come Francisco Largo Caballero, vedevano la dittatura come una fase transitoria che poteva offrire opportunità per ottenere miglioramenti concreti per la classe lavoratrice, sfruttando gli spazi offerti dalla legislazione sociale del regime.
Nonostante la collaborazione, né il PSOE né l'UGT registrarono un aumento significativo di iscritti durante questo periodo. Un aspetto rilevante della collaborazione fu l'ingresso del leader socialista Francisco Largo Caballero nel Consiglio di Stato come rappresentante dei lavoratori, sebbene l'UGT si fosse rifiutata di partecipare ad altre istituzioni create dal regime, come il Consiglio dell'Economia Nazionale.
La situazione mutò a partire dal 1927-1928. I socialisti decisero di non inviare rappresentanti all'Assemblea Nazionale Consultiva (un organo consultivo creato dal regime per elaborare una nuova costituzione). La linea collaborazionista, inoltre, perse terreno all'interno del PSOE, come dimostrato dal congresso del partito del 1928, segnando un progressivo distacco dal regime.
CNT e FAI
Per quanto riguarda la Confederazione Nazionale del Lavoro (CNT), di matrice anarco-sindacalista, il regime dittatoriale la costrinse alla clandestinità e ne limitò fortemente l'attività, che si ridusse a sporadici atti di protesta o violenza isolati.
Le sue sedi furono chiuse e la pubblicazione del suo organo di stampa, Solidaridad Obrera, fu sospesa. Il persistere del suo radicalismo e la sua opposizione frontale al regime portarono a una dura repressione selettiva nei confronti dei suoi militanti.
In questo contesto di repressione e dibattito interno, nel luglio 1927, fu fondata la FAI (Federazione Anarchica Iberica). La FAI nacque come un'organizzazione specifica anarchica con l'obiettivo di preservare la purezza ideologica e la linea rivoluzionaria e insurrezionale all'interno del movimento libertario e, in particolare, per influenzare la CNT e contrastare le tendenze più moderate o riformiste.