La Dottrina Morale di Socrate: Dialogo, Anti-Relativismo e Intellettualismo Etico
Classificato in Filosofia ed etica
Scritto il in
italiano con una dimensione di 2,59 KB
1. Biografia e Metodo Socratico
L'interesse per l'uomo e la politica, le questioni morali, collegandole al problema della lingua, è condiviso con i Sofisti. Le differenze fondamentali, tuttavia, sono evidenti:
- Insegnamento: Socrate non richiedeva alcun addebito per i suoi insegnamenti.
- Metodo: I Sofisti preferivano pronunciare lunghi discorsi e commentare testi di autori antichi.
Socrate rifiuta i discorsi lunghi perché impediscono di discutere passo per passo le dichiarazioni del relatore, e rifiuta gli antichi testi perché non si può interrogare direttamente i loro autori, né chiedere spiegazioni su quanto hanno scritto. L'unico metodo valido per Socrate è il dialogo. Questo approccio è caratterizzato da un atteggiamento intellettuale anti-relativista e da una specifica teoria sulla moralità.
2. Socrate contro il Relativismo Morale dei Sofisti
Socrate non era soddisfatto del relativismo. Pensava che se ognuno intendesse per 'buono' e 'cattivo', 'giusto' e 'ingiusto' significati diversi, la comunicazione e la possibilità di comprensione umana sarebbero impossibili. Il compito più urgente è quello di ripristinare il valore della lingua come veicolo di significato oggettivo e valido per l'intera comunità umana. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario cercare di definire con rigore i concetti morali.
3. L'Intellettualismo Morale
È necessario definire con precisione i concetti per ristabilire la comunicazione e per consentire il dialogo su morale e politica. Secondo Socrate, sapendo cosa sia la giustizia si può essere giusti; sapendo cosa sia il bene si può agire bene. Questo principio si chiama Intellettualismo Morale, che può essere definita come una dottrina che identifica la virtù con la conoscenza.
Il Paradosso dell'Intellettualismo Morale
Socrate ha sempre preso la produzione di conoscenza tecnica come modello per la sua teoria della conoscenza morale. L'Intellettualismo Morale conduce a un paradosso:
Un buon architetto è colui che sa come realizzare gli edifici. Pertanto, colui che intenzionalmente fa male a un edificio, pur sapendo come farlo bene, è un architetto migliore di colui che fa male perché non è in grado di farlo bene.
Nell'Intellettualismo Morale non c'è posto per le idee di peccato e di colpa nel senso tradizionale. Chi fa il male è di fatto ignorante, non colpevole in senso morale. La malvagità deriva dalla mancanza di conoscenza del Bene.