Economia e Società nel XVIII Secolo: Produzione, Commercio e Trasformazioni Sociali
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Sistemi Produttivi nel XVIII Secolo
Manifatture Centralizzate (Proto-fabbriche)
- Produzione su scala ridotta, caratterizzata dall'assenza di significative innovazioni tecniche.
- Organizzazione del lavoro in opifici o laboratori di dimensioni maggiori rispetto alle tradizionali botteghe artigiane.
- Il capitale necessario (materie prime, attrezzature) era fornito dal datore di lavoro, ovvero l'imprenditore.
- I lavoratori percepivano un salario in cambio della loro prestazione lavorativa.
- Il controllo della produzione e della qualità avveniva spesso al di fuori del sistema corporativo tradizionale.
- Era il mercato a determinare i prezzi dei beni manifatturati.
- Le modalità e le fasi del processo produttivo erano stabilite da ciascun imprenditore.
Industria a Domicilio (Putting-out System)
- Si trattava di un artigianato disperso: la produzione non si concentrava in un unico laboratorio, ma era distribuita tra le famiglie contadine di uno o più villaggi.
- L'imprenditore-mercante forniva il capitale, le materie prime e, talvolta, i macchinari.
- Le materie prime e, se presenti, i macchinari circolavano tra le famiglie contadine coinvolte nelle diverse fasi di lavorazione.
- Questo sistema era particolarmente diffuso nel settore tessile.
- La produzione si articolava tipicamente in tre fasi principali: filatura, tintura e tessitura.
- Ogni fase veniva affidata a gruppi di lavoratori rurali, spesso specializzati in una singola operazione.
- I lavoratori a domicilio, frequentemente contadini che integravano così il loro reddito agricolo, venivano pagati a cottimo per il lavoro svolto. L'imprenditore-mercante investiva il proprio capitale, coordinava l'intero ciclo produttivo e commercializzava il prodotto finito; la tecnologia impiegata era quella artigianale tradizionale, come ad esempio la tessitura manuale.
Contesto Storico e Intellettuale del XVIII Secolo
Sovrani Spagnoli del Periodo
Tra i principali sovrani spagnoli del XVIII secolo si annoverano: Filippo V (1700-1746), Ferdinando VI (1746-1759), Carlo III (1759-1788) e Carlo IV (1788-1808).
Pensiero Economico e Politico Illuminista
- François Quesnay (Fisiocrazia): Sosteneva che la terra (agricoltura) fosse l'unica vera fonte di ricchezza e quindi il motore dello sviluppo economico. Lo sviluppo del settore primario avrebbe trainato quello dei settori secondario (manifatturiero) e terziario.
- Adam Smith (Liberismo Classico): Identificava nell'industria, nella divisione del lavoro e nel libero mercato i principali motori dello sviluppo economico. L'industria, in particolare, forniva i processi e i macchinari necessari per l'avanzamento di tutti gli altri settori.
- Voltaire: Propugnava una monarchia costituzionale e illuminata, che garantisse e rispettasse le libertà fondamentali dei cittadini, quali la libertà di pensiero, di parola e di religione.
- Montesquieu: Teorizzò la fondamentale importanza della separazione dei tre poteri dello Stato – legislativo (creare le leggi), esecutivo (applicare le leggi) e giudiziario (giudicare chi non rispetta le leggi) – come baluardo contro il dispotismo e a tutela delle libertà individuali.
- Jean-Jacques Rousseau: Affermò il principio della sovranità popolare, secondo cui il potere supremo risiede nella nazione, intesa come l'insieme dei cittadini, i quali esprimono la loro volontà generale attraverso un "contratto sociale".
Crisi della Società per Ceti nel XVIII Secolo
Durante l'intero corso del XVIII secolo, tutti i gruppi sociali espressero, in forme e per motivazioni diverse, il loro malcontento nei confronti dell'assetto sociale, economico e politico esistente (Ancien Régime):
- La nobiltà: Spesso viveva al di sopra delle proprie possibilità economiche, contraendo debiti, anche con la borghesia. Parallelamente, assisteva a una progressiva erosione del proprio tradizionale ruolo sociale e politico, con una diminuzione della sua influenza e degli incarichi di vertice nell'amministrazione statale e militare.
- I contadini: Versavano in condizioni economiche generalmente precarie, gravati da pesanti oneri fiscali e da obblighi feudali (dove ancora esistenti), il che alimentava un diffuso e profondo scontento.
- Gli artigiani: Inquadrati nel sistema delle corporazioni, manifestavano anch'essi insoddisfazione, principalmente a causa dei salari stagnanti o in calo, che risultavano inadeguati a fronteggiare l'aumento dei prezzi dei generi alimentari e dei beni di consumo.
- La borghesia: Nonostante avesse accumulato un considerevole potere economico e culturale, si vedeva preclusa la partecipazione diretta alla gestione del potere politico e non godeva di un riconoscimento sociale commisurato alla sua importanza economica.
In questo contesto di tensioni, sia i contadini sia gli artigiani tendevano a un progressivo impoverimento, lottando quotidianamente per la propria sopravvivenza all'interno di una società profondamente diseguale.
Il Commercio nel XVIII Secolo
Caratteristiche del Commercio Interno
Il commercio interno dell'epoca presentava diverse criticità strutturali:
- Mancanza di un mercato nazionale unificato: L'assenza di una rete di trasporti capillare ed efficiente su tutto il territorio nazionale ostacolava la regolare e agevole circolazione di materie prime e prodotti finiti.
- Infrastrutture viarie carenti: Le strade erano in gran parte non lastricate, rendendo i trasporti difficili e lenti, specialmente in determinate stagioni.
- Mezzi di trasporto lenti e inefficienti: I trasporti avvenivano prevalentemente tramite carri trainati da animali (cavalli, muli).
- Conseguenze: Tali caratteristiche intrinseche rendevano il commercio interno estremamente lento, costoso e aleatorio.
Tipi di Commercio Interno
- Mercato locale: Si svolgeva tipicamente attraverso fiere o mercati settimanali, bisettimanali o periodici, la cui importanza variava da luogo a luogo. Vi si commercializzavano principalmente prodotti agricoli, bestiame e manufatti artigianali di produzione locale. Solo eccezionalmente vi giungevano prodotti di lusso provenienti da aree distanti.
- Mercato regionale: Interessava gli scambi tra città e villaggi di una stessa regione o di regioni limitrofe. Le tipologie di merci scambiate erano simili a quelle dei mercati locali, ma su una scala geografica più ampia.
Commercio Internazionale
Commercio Marittimo: Il Commercio Triangolare
(Il testo originale fa riferimento a una mappa illustrativa a pagina 54)
Una vasta e complessa rete di scambi intercontinentali caratterizzava il commercio internazionale, in particolare quello marittimo:
- Questa rete di traffici coinvolgeva principalmente Europa, Africa, America e, in misura diversa, l'Asia.
- Dai continenti extra-europei (in particolare Africa e America) giungevano in Europa prevalentemente materie prime (come zucchero, cotone, tabacco, metalli preziosi) e schiavi (dall'Africa alle Americhe), mentre l'Europa esportava verso di essi soprattutto manufatti (tessuti, armi, utensili).
- Questo commercio era in gran parte controllato e gestito da grandi compagnie commerciali privilegiate, che godevano di monopoli o concessioni speciali da parte degli stati europei.