Da Empirismo a Kant: La Rivoluzione della Conoscenza nella Filosofia Moderna

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La Svolta Gnoseologica nella Filosofia Moderna

Tra il '500 e il '600, la rivoluzione scientifica porta a una nuova immagine della natura e a un nuovo modo di concepire il sapere. Nasce così la filosofia moderna, che segna un passaggio fondamentale dall'ontologia (lo studio dell'essere) alla gnoseologia (lo studio della conoscenza). A questo nuovo problema si offrono due risposte parallele e contrapposte: l'Empirismo e il Razionalismo.

L'Empirismo: La Conoscenza dall'Esperienza

L'Empirismo, rappresentato da filosofi come Locke, Berkeley e Hume, si sviluppa principalmente nel contesto anglosassone. Sostiene che l'empiria, ovvero l'esperienza sensibile, è la base di ogni conoscenza. I suoi principi cardine sono:

  • Anti-innatismo: La mente alla nascita è una tabula rasa, priva di idee innate.
  • Metodo induttivo: La conoscenza si ricava dall'osservazione, procedendo dal particolare al generale.
  • Rifiuto della metafisica: Si rifiuta tutto ciò che non è osservabile e di cui non si può avere esperienza.

Tuttavia, l'empirismo riconosce dei limiti: la mente umana è limitata e non può raggiungere una conoscenza assoluta o completa.

Le Contraddizioni Interne all'Empirismo

Berkeley arriva a una conclusione radicale con il suo celebre motto "esse est percipi" (l'essere è essere percepito). Secondo lui, non possiamo conoscere le cause di ciò che sperimentiamo; esistono solo le nostre percezioni. La materia e la realtà esterna non esistono, poiché non possiamo provarne l'esistenza tramite l'esperienza (famoso è l'esempio dell'albero che cade in una foresta deserta).

Hume, invece, critica il principio di causalità. Analizzando l'esempio delle palle da biliardo, conclude che i rapporti di causa-effetto non sono presenti in natura come leggi universali e necessarie, ma sono il frutto di un'abitudine psicologica della nostra mente.

Il Razionalismo: La Ragione come Fondamento del Sapere

Il Razionalismo, con esponenti come Cartesio e Spinoza, si afferma nell'Europa continentale e pone la ragione come base della conoscenza. I suoi principi sono:

  • Sostiene l'esistenza di idee innate nella mente: principi generali ed evidenti, indipendenti dall'esperienza (idee a priori).
  • Partendo da queste idee evidenti, si procede con la deduzione di conoscenze certe, basate su catene di ragionamenti che costruiscono il sapere.
  • La ragione non segue leggi esterne, ma i propri principi logici.
  • Il metodo deduttivo procede dalle idee innate e dai principi generali per giungere, attraverso il ragionamento, alla conoscenza della realtà.
  • A differenza dell'empirismo, il razionalismo non pone limiti intrinseci alla capacità della ragione di conoscere.

Il Rapporto Soggetto-Oggetto

In questo dibattito, emergono due concetti fondamentali:

  • Soggetto: L'uomo che conosce, il soggetto conoscente.
  • Oggetto: Ciò che viene conosciuto, il mondo che l'uomo può conoscere o la "cosa in sé".

Immanuel Kant e la Rivoluzione Copernicana del Pensiero

Immanuel Kant (1724-1804), vissuto a Königsberg, è uno dei filosofi più influenti nella storia del pensiero occidentale. Egli segnò una svolta decisiva nella filosofia moderna ed è considerato il fondatore del criticismo. Le sue tre opere fondamentali sono la Critica della ragion pura, la Critica della ragion pratica e la Critica del Giudizio.

Nella Critica della ragion pura, Kant si pone tre domande centrali: come è possibile la matematica come scienza? Come è possibile la fisica come scienza? È possibile la metafisica come scienza?

Per rispondere, Kant attua una "rivoluzione copernicana" del pensiero: rovescia il rapporto tra soggetto e oggetto. Non è più il soggetto a doversi adeguare passivamente all'oggetto, ma è l'oggetto a conformarsi alle strutture a priori della mente umana. Questo porta al concetto dell'"Io legislatore della natura": siamo noi stessi a proiettare le leggi sul mondo, che di conseguenza ci appare come universale e organizzato.

La "Critica della Ragion Pura": I Giudizi e le Domande Fondamentali

La prima opera critica si concentra sui giudizi, ovvero le proposizioni che uniscono un soggetto e un predicato. Kant ne distingue due tipi tradizionali:

  • Giudizi analitici a priori: La loro verità è conoscibile in virtù delle leggi della logica e del significato dei termini. Il predicato esplicita qualcosa già contenuto nel soggetto (es. "i triangoli hanno tre lati"). Sono universali e necessari, ma non estendono la conoscenza.
  • Giudizi sintetici a posteriori: Per verificarne la verità, è necessario ricorrere all'esperienza. Il predicato aggiunge qualcosa di nuovo al soggetto (es. "il tavolo è tondo"). Estendono la conoscenza, ma non sono universali e necessari.

Kant sostiene che i principi della scienza (come la matematica e la fisica) sono invece giudizi sintetici a priori: sono necessari e universali (a priori), ma allo stesso tempo sono sintetici, perché ci forniscono informazioni nuove che aumentano la nostra conoscenza.

Esempi: "Ogni evento ha una causa", "Lo spazio ha tre dimensioni", "Per due punti distinti nello spazio passa una e una sola retta".

Come sono possibili? Grazie alle leggi con cui il soggetto trasforma l'oggetto: le forme a priori della sensibilità e dell'intelletto, che ogni essere umano possiede in modo uguale. Per questo, il mondo appare a tutti organizzato nello stesso modo.

La Struttura dell'Opera e i Concetti Chiave

La Critica della ragion pura si divide in due parti principali: la Dottrina degli elementi e la Dottrina del metodo. La prima, la più studiata, si articola in:

  • Estetica Trascendentale: Studia le forme a priori della sensibilità (spazio e tempo).
  • Logica Trascendentale: Studia le forme a priori del pensiero discorsivo, e si divide a sua volta in:
    • Analitica Trascendentale: Studia le forme a priori dell'intelletto (le categorie).
    • Dialettica Trascendentale: Studia le forme a priori della ragione (le idee).

Il termine "trascendentale" in Kant indica qualunque analisi che si occupi delle nostre forme a priori della conoscenza.

Estetica Trascendentale: Spazio e Tempo

Kant mette in luce le forme a priori della sensibilità, spazio e tempo. Si chiede se sia possibile fare esperienza al di fuori di esse. Per Kant, non possiamo sapere se esistano fuori di noi, ma è un dato di fatto che noi organizziamo tutto ciò che sperimentiamo nella dimensione spazio-temporale. Dunque, non è possibile alcuna esperienza al di fuori di spazio e tempo, perché non appena riceviamo i dati dalla realtà, li organizziamo immediatamente secondo queste due forme a priori.

Analitica Trascendentale: Le Categorie dell'Intelletto

Le forme a priori dell'intelletto sono le categorie (Kant ne individua 12, riprendendo Aristotele). Esse ci permettono di pensare, formulare giudizi e organizzare i dati sensibili. Un esempio fondamentale è la causalità: Kant, debitore a Hume per averlo "risvegliato dal sonno dogmatico", riprende la sua critica ma la ribalta. I rapporti di causa-effetto non sono un'abitudine psicologica, ma avvengono perché il nostro intelletto organizza attivamente l'esperienza attraverso la categoria della causalità.

Dialettica Trascendentale: Le Idee della Ragione

La Dialettica analizza le idee della ragione (Anima, Mondo, Dio), ovvero la tendenza umana a utilizzare le categorie per spiegare anche ciò che non è sensibile, andando oltre i limiti dell'esperienza possibile e cadendo in errore.

Fenomeno e Noumeno: I Limiti della Conoscenza

Questa distinzione porta alla celebre coppia concettuale kantiana:

  • Fenomeno: Letteralmente "ciò che appare". È la rappresentazione del mondo sensibile, la realtà come ci appare dopo essere stata organizzata dalle nostre forme a priori (spazio, tempo e le 12 categorie). È l'unico oggetto di conoscenza possibile.
  • Noumeno: La "cosa in sé". È la realtà pensabile ma non conoscibile, il mondo al di là della nostra sensibilità e delle nostre categorie. Rimane per noi inaccessibile.

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