Epigrafia Romana: Diplomi Militari, Res Gestae e Titolature Imperiali
Classificato in Francese
Scritto il in italiano con una dimensione di 7,51 KB
I Diplomi Militari Romani: Concessioni e Documentazione
I Diplomi Militari sono una categoria di documenti di concessione (constitutiones) che attestavano privilegi accordati dall’imperatore non solo ai legionari, ma anche ad altri corpi militari dell'Impero Romano. Questi includevano:
- Marinai della flotta
- Equites Singulares Augusti: la guardia del corpo a cavallo dell’imperatore
- Urbaniciani: la polizia urbana operante a Roma
- Corpi ausiliari
Tutti questi soldati erano reclutati tra i peregrini (stranieri), mentre i legionari erano già cittadini romani. I privilegi principali concessi erano la cittadinanza romana ereditaria e la regolarizzazione del matrimonio. Tali privilegi venivano accordati solo se il soldato non aveva ricevuto punizioni.
I diplomi erano scritti su due tavolette di bronzo (circa 20x15 cm), contraddistinte da fori per l'inserimento di una corda che le teneva unite.
Struttura e Conservazione dei Diplomi
Ogni diploma militare era prodotto in due copie: una per il veterano beneficiario e una spedita a Roma. Quest'ultima era conservata fino al 70 d.C. nei templi che fungevano da Archivio. Dopo l’incendio del 70 d.C., le copie furono conservate nel Tabularium.
Il testo era inciso su entrambe le facciate:
- Parte interna: Conteneva il testo completo del diploma.
- Parte esterna: Il testo era scritto in caratteri più piccoli e l'altra parte conteneva il nome in genitivo dei sette testimoni che avevano partecipato alla stesura. Questi testimoni erano cittadini, spesso ufficiali e sottufficiali dello stesso corpo dell'ufficiale beneficiario.
La Datazione Consolare
I diplomi contenevano la datazione consolare, specificata al giorno, non solo all'anno. Nell’età imperiale, i consoli erano spesso l’imperatore e il suo successore, ma potevano essere sostituiti da consoli suffecti (supplenti).
Contenuto Dettagliato del Diploma
La struttura di un diploma militare seguiva un formato preciso:
- Iniziava con il nome completo dell’imperatore e la sua titolatura (es. Pontifex Maximus, Tribunicia Potestas, Imperium con l’anno del consolato). La Tribunicia Potestas era un elemento datante perché si rinnovava ogni anno.
- Distanziate dalla paragrafatura, seguivano le distinzioni del corpo di appartenenza a cui era rivolto il privilegio.
- L’elenco dei privilegi (che iniziava con “ipsis” e terminava con “singulas”), ovvero la cittadinanza e la regolarizzazione del matrimonio (escludendo la poligamia).
- La data di emissione ad diem.
- Il nome e il grado personale del beneficiario (spesso con nomi indigeni).
- L’autenticazione della copia (copia conforme della tabula originale che si trovava a Roma nel Campidoglio, con le indicazioni per trovarla).
Un documento scritto su entrambe le facciate (come i diplomi) è definito opistografo.
Le Res Gestae Divi Augusti: L'Autobiografia Monumentale
Le Res Gestae Divi Augusti sono considerate la "regina delle iscrizioni" secondo Theodor Mommsen. Furono redatte da Augusto nell'anno 13 d.C. e consegnate alle Vergini Vestali con l'indicazione che, alla sua morte, il testo fosse letto in Senato e inciso su due pilastri di bronzo, uno a destra e uno a sinistra del suo mausoleo.
Questo monumentum romanum fu visibile dal 14 d.C. al 410 d.C. (anno del sacco di Roma). Nel tempo, sono tornate alla luce tre copie, poiché il testo fu inviato a tutte le città imperiali. Nel 1555, un diplomatico occidentale fu invitato dal sultano ad Ankara, e sui muri esterni di un tempio di Augusto, convertito in moschea, fu scoperta una copia in latino e la sua traduzione greca (il celebre Monumentum Ancyranum). Questa è la parte più completa e meglio conservata.
Struttura e Contenuto delle Res Gestae
Le Res Gestae sono composte da 34 capitoli, suddivisi in tre parti principali:
- Capitoli 1-14: Dedicati agli Honores (onori e cariche ottenute da Augusto).
- Capitoli 15-24: Riguardanti le Impensae (spese sostenute per il bene pubblico).
- Capitoli 25-33: Le Res Gestae vere e proprie (imprese militari e civili).
- Capitolo 34: Le Conclusioni.
Il testo è scritto in prima persona, una caratteristica piuttosto rara per documenti pubblici dell'epoca.
Altre Copie Scoperte
Tra l'Ottocento e il Novecento, sono state scoperte altre due copie in Turchia:
- Apollonia: Il Monumentum Apolloniense (solo in greco).
- Antiochia di Pisidia: Il Monumentum Antiochenum (solo in latino).
L'Imperatore nelle Iscrizioni Pubbliche Romane
L’imperatore era il protagonista indiscusso della scrittura esposta (pubblica romana). Il suo nome e la sua titolatura erano onnipresenti:
- Nei documenti pubblici.
- Sulle basi di statue dedicate all’imperatore in tutte le città dell’impero.
- Sulle pietre miliari.
Gli imperatori erano ricordati con la loro titolatura che seguiva il nome. In età Giulio-Claudia, questa includeva tipicamente: Pontifex Maximus, Tribunicia Potestas (datante, rinnovata ogni anno), il consolato e Pater Patriae. Successivamente si aggiunsero i cognomina ex virtute (cognomi derivanti da imprese militari), come quelli delle province sconfitte seguiti da Maximus, e le acclamazioni (salutationes) all'imperatore dopo le vittorie.
Evoluzione della Titolatura in Età Tardoantica
In età tardoantica, si iniziò a scrivere DN (Dominus Noster) prima del nome dell'imperatore. Durante la Tetrarchia, la formula DDDDNNNN (Domini Quater Nostri Quater) appariva all'inizio e alla fine dei documenti. Alcuni documenti terminavano con Bono Reipublicae Natus (BPNNNN).
Le iscrizioni bilingui potevano essere latino-greco, latino-fenicio, ecc., a seconda delle regioni dell'Impero.
Damnatio Memoriae e Consecratio
Quando gli imperatori cadevano in disgrazia, il Senato poteva stabilire due provvedimenti opposti:
- La consecratio (divinizzazione), che elevava l'imperatore al rango divino.
- La damnatio memoriae (la cancellazione del nome dell'imperatore da tutte le immagini, statue, documenti, ecc.), che mirava a estirpare ogni ricordo del sovrano.
Le città spesso reimpiegavano i monumenti, cambiando solo la testa dell'imperatore per risparmiare risorse. Nelle iscrizioni, le lettere erose o cancellate sono rappresentate con [[d]] o [[---]]. Se su un testo eraso viene sovrascritto qualcosa, si segnala con <<d>>.
Le iscrizioni pubbliche potevano anche essere opistografe. Un esempio notevole è il cippo di confine tra Aquileia ed Emona, inciso su tre facce, che funge da terminus.