Epistemologia Platonica: Percorso verso la Verità e Concetti Fondamentali

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Commento Epistemologico sul Testo Platonico

Una volta inserito il testo nel suo contesto storico, si è proceduto a mettere in evidenza alcuni dei termini che si è ritenuto potessero avere un interesse maggiore sia per esprimere con chiarezza alcune delle idee caratteristiche della dottrina platonica. In questo caso, data la natura epistemologica del testo, sono quei termini che ci permettono di approfondire con maggiore chiarezza alcuni degli elementi più caratteristici della teoria platonica della conoscenza (non poteva essere altrimenti, dato che un testo breve non avrebbe potuto contenere termini sufficienti per una comprensione esaustiva della dottrina di Platone, che è, del resto, una dottrina molto complessa).

Termini Chiave nella Dottrina Platonica della Conoscenza

Riteniamo che questi termini potrebbero benissimo essere quelli di 'intelligenza', 'scienza della dialettica' (molto simile alla prima nel testo e nella dottrina platonica), e il termine 'pensiero discorsivo'. Il secondo, 'pensiero discorsivo', appare tre volte, mentre il termine 'intelligibile', pur essendo direttamente collegato al termine 'intelligenza' (ovvero ciò di cui si può avere intelligenza), appare quattro. Pensiamo sia interessante notare che questi termini sono indicati come tali, cioè come termini che, pur apparendo nella stessa frase, si distinguono l'uno dall'altro. In particolare, quello in cui Platone scrive: "Credo che voi chiamate 'pensiero discorsivo' lo stato mentale dei geometri e simili, ma 'intelligenza' l'altro." Questo giustificherebbe le virgolette che compaiono nel testo, per decisione del traduttore. In ogni caso, è interessante notare come in quella frase, in cui questi due termini appaiono come previsto dall'autore, venga separato o distinto il 'pensiero discorsivo' dal concetto di intelligenza inteso in senso più generale.

Distinzione tra Pensiero Discorsivo e Intelligenza

Questo non deve essere interpretato come un tentativo di opporsi l'uno all'altro, bensì di distinguerli, poiché il 'pensiero discorsivo' nella dottrina platonica non esaurisce la conoscenza possibile, o 'intelligenza' della realtà, ma è solo una fase di essa: una fase in cui l'aspetto formale (l'eidetico) inizia a evidenziarsi. Riteniamo che quando Platone scrive che il 'pensiero discorsivo' si riferisce a "lo stato mentale dei geometri e simili", ciò che cerca di fare è rendere più chiaro, con questo esempio, l'aspetto formale (eidetico) presente in questa fase della conoscenza. In un'altra frase precedente, si vede anche chiaramente l'intento di distinguere questo 'pensiero discorsivo' da un'altra fase a monte (e di portata inferiore) della conoscenza. Ci riferiamo alla frase in cui, a proposito dei principi (non le 'ipotesi' che hanno appena iniziato a chiamare 'arte'), Platone scrive che "coloro che li studiano sono costretti a studiare per mezzo del pensiero discorsivo, ma non con i sensi." In questo modo, il pensiero discorsivo è l'inizio di questa fase epistemica più rigorosa e affidabile della conoscenza che si lascerà alle spalle le precedenti false credenze (Eikasía) o le sole congetture probabili (Pistis) per giungere alle fasi più elevate della conoscenza, quelle che ci conducono alla verità: la Dianoia (pensiero discorsivo) e, infine, all'orizzonte della Noesis o intelligenza delle Eide.

La Scienza della Dialettica Platonica

Nonostante la sua brevità, questo testo è molto denso e ricco di sfumature. Non si ha il tempo qui per fare riferimento a un altro termine che abbiamo ritenuto essere particolarmente interessante in relazione all'epistemologia platonica: la 'scienza della dialettica'. Avevamo sottolineato il rapporto tra il contenuto dei termini 'intelligibile'-'intelligenza' e il termine 'scienza della dialettica'. La spiegazione di questo rapporto non si trova in modo esplicito nel testo, ma nella dottrina di Platone, nel suo aspetto epistemologico: è dialettico ogni momento in cui vi è un movimento verso la conoscenza, che implica un rifiuto (che viene superato, poiché l'intelligenza non si rassegna alle false ipotesi) e un sostegno (ciò che viene affermato, anche se solo come un obiettivo: la conoscenza della verità attraverso un approccio ai principi su cui si fonda).

Carattere Dialettico e Obiettivo della Conoscenza

Questo carattere dialettico permea tutto il testo in discussione, e il punto culminante dell'idea stessa, a nostro parere, è che la conoscenza è un processo, che questo approccio progressivo ai principi è l'obiettivo finale e che "distinguere ciò che è reale e intelligibile" (che si costituisce come oggetto della nostra conoscenza) è l'obiettivo finale della nostra capacità di ragionare.

Conclusioni Epistemologiche

Per concludere il nostro commento, possiamo dire che, nonostante la sua brevità, sono presenti in esso una serie, seppur breve, di importanti proposte di ordine epistemologico. Vale a dire: che la scienza della dialettica è interessata a rendere la realtà intelligibile, anche se, in un primo momento, sembra non riuscirci (per non apparire 'intelligibile'); che in questo progresso della ragione all'intelligibilità svolge un ruolo importante il 'pensiero discorsivo' (la Dianoia); e che ciò implica un processo di distacco dalle opinioni e, forse, dai principi stabiliti nelle prime fasi di questo sviluppo (fase sensibile) e un approccio alla dimensione dell'eidetico, in realtà, la più vicina alla verità.

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