L'Epoca Napoleonica: Ascesa, Conquiste e Caduta di un Impero

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Contesto Storico: La Francia e l'Europa (1795-1796)

Nel 1795 furono firmate le paci con Prussia, Olanda e Spagna, e un trattato di alleanza con la Spagna. I soli paesi che combattevano ancora la Francia erano Inghilterra e Austria.

Nel 1796 il Direttorio attaccò l’Austria. Erano previsti due settori di intervento. Il principale, d’urto, venne affidato ai generali Jourdan e Moreau, che avrebbero dovuto puntare sulla Germania e poi invadere l’Austria. Il settore secondario, con carattere diversivo e di disturbo, venne affidato a Bonaparte, che avrebbe dovuto invadere il Piemonte e la Lombardia.

Napoleone Bonaparte: Ascesa e Primi Successi

Napoleone Bonaparte, nato ad Ajaccio, in Corsica, il 15 agosto 1769, pochi mesi dopo il passaggio dell’isola dal dominio genovese a quello francese. Nel 1776 la famiglia Bonaparte si era trasferita in Francia. Napoleone si era iscritto alla scuola di guerra, uscendone con il grado di capitano. Nel 1793 aveva comandato l’artiglieria nell’assedio di Tolone, allora occupata dagli inglesi. Il 5 ottobre 1795, durante l’insurrezione monarchica, era stato incaricato della repressione: aveva agito con decisione, concludendo brillantemente il compito e venendo ricompensato con la nomina a generale di divisione e comandante dell’Armata dell’Interno.

La Campagna d'Italia (1796-1797)

Il Direttorio considerava poco importante il settore italiano della guerra; per questo, Bonaparte aveva a sua disposizione un esercito di secondo ordine. Varcò le Alpi, giungendo in Piemonte. Gli esiti della campagna lasciarono l’intera Europa sbalordita. Napoleone riportò numerose vittorie, costringendo il Piemonte a cedere alla Francia la Savoia, Nizza e Tenda. Quindi, al ponte di Arcole, sull’Adda, il 10 maggio sbaragliò gli Austriaci ed entrò cinque giorni dopo a Milano. Il 2 febbraio 1797 espugnò Mantova e il 19 febbraio costrinse papa Pio VI a firmare la pace di Tolentino, con cui il Vaticano cedeva alla Francia Avignone e alcune piazzeforti nella Francia meridionale, le pagava trenta milioni di lire come indennità di guerra e le consegnava cento opere d’arte tra cui sculture e dipinti. Napoleone impose quel risarcimento non per una guerra subita dal suo paese, ma per una guerra che esso aveva scatenato. Il 18 aprile l’Austria, terrorizzata, chiese la pace. In Francia, la popolarità di quel generale, che con poche forze aveva sbaragliato ogni esercito, era alle stelle.

Il Trattato di Campoformio (1797)

Il 2 maggio, dei contadini, incitati dal clero e dalla nobiltà, avevano ucciso alcuni soldati francesi (episodi noti come le Pasque Veronesi). Napoleone, senza che il Direttorio di Parigi ne sapesse nulla, aveva dichiarato guerra alla Repubblica di Venezia e l'aveva conquistata. Il 17 ottobre 1797, Bonaparte firmò con l'Austria il Trattato di Campoformio. Le clausole erano:

  • All'Austria andava la quasi totalità dei territori dell’ex Repubblica di Venezia.

La cessione di Venezia all'Austria in cambio di vantaggi per la Francia gettò nello sconcerto e nella disperazione totale i democratici e i patrioti di tutta Italia, che avevano sperato che Venezia si unisse alla Repubblica Cisalpina.

L'Italia di Bonaparte e le Repubbliche Sorelle

Il 15 febbraio 1798 venne proclamata la Repubblica Romana; Pio VI fuggì da Roma. Tra i primi atti della nuova Repubblica vi fu un provvedimento di grande significato che concedeva agli ebrei la parità dei diritti. Alla fine di luglio, le truppe francesi si insediarono a Torino, mentre i sovrani sabaudi abbandonavano il Piemonte. Nel marzo del 1799 i Francesi occuparono il Granducato di Toscana. Buona parte del territorio italiano era governato da quelle che vengono definite Repubbliche Sorelle.

La Spedizione in Egitto (1798-1799)

Nel 1797 la Francia rimase in guerra solo con l'Inghilterra, che, protetta dalla sua grande flotta, appariva inattaccabile. Maturò quindi in Bonaparte un'idea fuori schema: colpire l'Inghilterra attaccando l'Egitto, luogo chiave sulla via per l'India e soggetto all'autorità dell'Impero Ottomano. Il Direttorio approvò. Bonaparte partì da Tolone il 19 maggio 1798 con una squadra di oltre trecento navi e sessantamila uomini tra militari e marinai. Bonaparte, partendo per la spedizione, volle con sé un gruppo di scienziati per studiare l'antica civiltà egizia. Il 21 luglio i Francesi sconfissero i Mamelucchi e occuparono Il Cairo. Questi successi vennero annullati dalla quasi totale perdita della flotta, affondata dall'ammiraglio Nelson nei pressi di Abukir. L'esercito francese restava così isolato dalla madrepatria.

La Seconda Coalizione Antifrancese

L'attacco all'Egitto spinse la Turchia e la Russia ad avvicinarsi all'Inghilterra. Tra la fine del 1798 e la primavera del 1799, si formò così la Seconda Coalizione antifrancese, a cui aderirono Inghilterra, Turchia, Russia, Austria e Svezia.

Il Colpo di Stato del 18 Brumaio (1799)

Napoleone si rendeva ben conto di quanto fosse pericoloso restare bloccato in Egitto con un esercito inutilizzabile. Decise così di rientrare in Francia, sfuggendo alla sorveglianza degli inglesi. La situazione per la Francia era drammatica. La guerra contro i nemici esterni pareva perduta; all'interno del paese esplodeva la rabbia della borghesia per i pesanti oneri fiscali causati dalla guerra. Il Direttorio era in grande difficoltà. Maturò così un colpo di Stato che si compì il 18 Brumaio anno VIII, il 9 novembre 1799. Con il pretesto di possibili insurrezioni giacobine, Parigi venne occupata dall'esercito. I membri del Direttorio furono costretti alle dimissioni. Dopo una giornata convulsa, il Consiglio degli Anziani e il Consiglio dei Cinquecento, sotto la minaccia delle armi, dovettero cedere il potere a un collegio di tre Consoli: lo stesso Napoleone, Sieyès e Ducos.

La Nuova Costituzione (1799) e il Consolato

Il 25 dicembre 1799 venne approvata la nuova Costituzione. Il potere esecutivo veniva affidato ai tre Consoli, in realtà soltanto al Primo Console, il quale poteva proporre le leggi, nominare i Consiglieri di Stato, i ministri, i funzionari e aveva il diritto di fare guerra e stabilire la pace. Napoleone Bonaparte ebbe la carica di Primo Console; gli altri due Consoli avrebbero avuto poteri soltanto consultivi. Pur mantenendo nominalmente il suffragio universale, la nuova Costituzione lo privava di significato, lasciando all'elezione diretta solo la designazione di una lista di candidati dalle quali l'esecutivo avrebbe scelto i membri delle assemblee legislative. Questi erano quattro: il Consiglio di Stato, con il compito di formulare i progetti di legge; il Tribunato, formato da cento membri nominati dal Senato, che discuteva tali progetti; il Corpo Legislativo, di trecento persone scelte tra i notabili eletti a suffragio universale, che non poteva discutere, ma solo approvare o respingere le leggi; il Senato, formato da sessanta persone, la cui funzione principale era giudicare la costituzionalità delle leggi. Il potere legislativo diveniva del tutto subordinato all'esecutivo. Ideali di libertà e uguaglianza, l'idea della sovranità popolare e i diritti del cittadino erano del tutto ignorati.

L'Ascesa al Potere Assoluto: Console a Vita e Imperatore

Bonaparte Console a Vita (1802)

Nel maggio 1802 Napoleone indisse un plebiscito che lo trasformava in Console a vita; era stata aperta una via che avrebbe condotto al potere assoluto. Il diretto passaggio a forme apertamente monarchiche venne accelerato dalla scoperta di una congiura borbonica contro Bonaparte, appoggiata dagli inglesi. Nel marzo del 1804 fece arrestare, condannare e quindi assassinare il Duca d'Enghien, accusato probabilmente a torto di essere a capo della congiura.

Napoleone Imperatore dei Francesi (1804)

Nel maggio 1804 Napoleone fece approvare una Costituzione che lo proclamava Imperatore dei Francesi con il diritto di trasmettere il titolo alla propria discendenza, ad esclusione delle donne. Il 2 dicembre 1804 Napoleone si autoincoronò Imperatore nella Cattedrale di Notre-Dame di Parigi. Il Consolato a vita aveva già dato inizio all'affermazione nella società francese di uno stile e un costume monarchico. La Francia continuava a chiamarsi Repubblica, ma di fatto era un regno. Nel maggio del 1802 era stata istituita la Légion d'Onore, un'onorificenza che creava una sorta di nobiltà di regime. Vennero istituiti i Grandi Dignitari e gli Ufficiali, come i Marescialli dell'Impero. Nel 1808 si aggiunse una nuova nobiltà imperiale, articolata in duchi, conti, baroni e cavalieri.

Le Riforme Napoleonico: Il Codice Civile e la Ristrutturazione dello Stato

Il Codice Civile Napoleonico (1804)

Le istituzioni politiche e la nuova realtà sociale poggiavano sul Codice Civile, promulgato il 21 marzo 1804. Furono affermati i principi che avevano scardinato l'Antico Regime, e cioè la libertà delle persone, l'autonomia dello Stato dalla Chiesa, l'abolizione dei diritti feudali, l'affrancamento della terra da ogni vincolo. Furono invece violati i principi dell'uguaglianza e della libertà nel lavoro: l'uguaglianza non venne garantita, in particolare in relazione alla famiglia. E, venne molto rafforzata l'autorità del padre sui figli e del marito sulla moglie; il divorzio fu mantenuto ma con nuove restrizioni. E, per il reato di adulterio, la moglie poteva essere costretta a stare in una casa di correzione fino a tre anni, mentre il marito doveva soltanto pagare un'ammenda. Gli operai, pur garantiti nella loro libertà personale, vennero però sottoposti a una pesante legislazione: non potevano costituire associazioni né agire collettivamente, era loro imposto un libretto di lavoro che avrebbe dovuto servire anche come tessera di riconoscimento. Nelle colonie fu ristabilita la schiavitù, abolita dai Giacobini pochi anni prima.

La Ristrutturazione dello Stato

Le riforme amministrative mostrarono in pieno la volontà di Bonaparte di stabilire un potere centralizzato. Tutti i principi di autonomia locale, introdotti con la Rivoluzione, furono aboliti. Dipartimenti, Circondari e Comuni vennero affidati al prefetto, al sottoprefetto e al sindaco, tutti nominati dal potere esecutivo, e incaricati di essere l’occhio e il braccio del potere centrale. Un’altra legge, del marzo del 1800, riorganizzava la giustizia: i magistrati erano nominati dal Primo Console. La riscossione delle tasse fu affidata a una rete di agenti dello Stato, i quali dovevano far capo a un ufficio centrale di Parigi, la Direzione delle Imposte. Fu poi organizzato il credito, così da rianimare commercio e produzione. A questo provvide la Banca di Francia, fondata nel febbraio 1800. Grande attenzione si pose sulla scuola, destinata alla formazione della futura classe dirigente. Venne creato un sistema d’istruzione pubblico centralizzato. All’École Polytechnique, nata nel 1794 con forte vocazione scientifica e tecnica e destinata a formare gli ingegneri, venne imposto uno statuto militare, per provvedere alla formazione degli ufficiali.

Le Guerre Napoleoniche e il Declino

Il Blocco Continentale (1806)

Contro l'Inghilterra, Napoleone aveva un unico punto debole: la sua flotta, che non poteva essere sconfitta direttamente. Cercò quindi di piegarla per un'altra via: un gigantesco blocco continentale, decretato nel dicembre del 1806. In realtà, chi fu maggiormente danneggiata dal blocco fu l'Europa continentale, non l'Inghilterra. L'Inghilterra perse il mercato europeo ma continuò a dominare in America e in India. Dilagò la pratica del contrabbando dal Mediterraneo al Mare del Nord.

La Campagna di Russia (1812)

L'Imperatore francese raccolse un esercito che non aveva precedenti nella storia: tra i seicentocinquantamila e i settecentomila uomini, una Grande Armata composta per meno di metà da Francesi, il resto da Tedeschi, Belgi, Olandesi, Italiani, Polacchi, Prussiani, Austriaci e altri contingenti raccolti in tutto l'Impero. La campagna militare iniziò il 23 giugno 1812. I Russi, via via che Bonaparte avanzava, indietreggiavano, distruggendo tutto quanto lasciavano alle loro spalle, per privare gli invasori di ogni risorsa. Per rendere impossibile la vita all'esercito invasore, i Russi incendiarono una città, distruggendola in gran parte. La Grande Armata francese non aveva più luoghi nei quali dormire né cibo per sfamarsi; in più si avvicinava il tremendo inverno. Napoleone fu costretto a ordinare la ritirata. Al passaggio del fiume Beresina, il 27-28 novembre, ciò che restava dell'Armata fu fatto a pezzi. Il 9 dicembre 1812 le avanguardie francesi arrivarono a Vilna. Le perdite fra morti, prigionieri e disertori ammontavano a circa quattrocentomila uomini.

La Caduta di Napoleone: I Cento Giorni e Sant'Elena

I Cento Giorni: Fuga dall'Elba e Waterloo (1815)

Il 26 febbraio 1815 Napoleone fuggì dall'Elba, arrivando in Francia il primo marzo nei pressi di Cannes. Da qui puntò su Parigi: Luigi XVIII si rifugiò in Belgio. Il 21 marzo Napoleone era a Parigi: cominciavano gli ultimi cento giorni del suo governo. Napoleone tentò di intavolare trattative di pace. La battaglia decisiva si combatté a Waterloo, in Belgio, il 18 giugno 1815; ebbe un andamento alterno e fortemente drammatico, non soltanto per l'altissimo numero di morti ma anche per i ripetuti colpi di scena. I due rivali avevano forze quasi eguali, circa settantamila uomini ognuno, ed entrambi attendevano rinforzi. Napoleone fu dichiarato fuorilegge e nemico dell'umanità. Il 21 era a Parigi e il 22 giugno abdicò. La sera del 7 luglio Luigi XVIII tornò a Parigi.

La Morte a Sant'Elena (1821)

L'avventura dei cento giorni era finita. Gli Inglesi deportarono l'ex imperatore nell'isoletta di Sant'Elena, nell'Atlantico. Napoleone trascorse i suoi ultimi anni sorvegliato da una guarnigione inglese incaricata di impedirne la fuga; scrisse le sue memorie; la sua figura era ormai entrata nella leggenda. Morì il 5 maggio 1821, a cinquantadue anni di età; ufficialmente la morte fu provocata da un tumore allo stomaco; ma l'ipotesi di un lento avvelenamento da parte dei suoi carcerieri non pare inverosimile. Dopo i cento giorni, alla Francia fu imposto un duro trattato di pace. Il Trattato di Parigi del 20 novembre 1815 stabiliva che avrebbe dovuto cedere tutti i territori conquistati a partire dal 1792, pagare una pesantissima indennità di guerra, e accettare per almeno tre anni l’occupazione di truppe straniere.

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