L'Epoca Vittoriana: Trasformazioni Politiche, Economiche e Sociali in Gran Bretagna
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L'Epoca Vittoriana: Un Periodo di Trasformazioni
L'epoca vittoriana è durata dal 1837 al 1901, periodo in cui regnò la regina Vittoria I. In questo periodo, l'Inghilterra sperimentò la più grande espansione territoriale in Africa, Asia e nel Pacifico, rafforzò il suo sviluppo industriale e mantenne il sistema parlamentare, pur evolvendo verso posizioni sempre più democratiche. Questo paese non fu influenzato dalle ondate rivoluzionarie grazie al suo sistema parlamentare liberale; gli sviluppi politici e sociali ebbero luogo in un quadro di stabilità. Lo sviluppo economico fu segnato dalla crisi agricola che colpì il paese dal 1873 al 1895, in seguito all'istituzione del libero commercio imposto nel 1846, che danneggiò gravemente il settore agricolo, favorendo però il settore industriale. Molti agricoltori, rovinati, abbandonarono la campagna e si trasferirono in città o emigrarono in America. Alla fine del diciannovesimo secolo, solo il 28% della popolazione viveva in zone rurali. Dal punto di vista finanziario, l'Inghilterra rimase il più grande centro bancario, grazie a una moneta forte, la lira sterlina, e alla Banca d'Inghilterra, l'istituzione finanziaria più importante del mondo. La ragione principale dell'interesse dei politici britannici per le questioni economiche era legata all'espansione imperialista del commercio, della finanza e del controllo delle rotte di navigazione. Riforme di bilancio successive garantirono il primato della borghesia commerciale e industriale, che dominava la Camera dei Comuni, rispetto alla vecchia aristocrazia rappresentata nella Camera dei Lord; la prima favorì l'espansione coloniale.
Apertura Politiche e Riforme
Le riforme politiche furono avviate nel 1832 con l'estensione del suffragio. La vita politica ruotava attorno a due partiti degni di nota: i Tories (conservatori) e i Whigs (liberali). Disraeli, ministro conservatore, effettuò una riforma elettorale nel 1867, considerata la prima di carattere democratico. Questa riforma aprì i diritti di voto a 1 milione di persone, per lo più artigiani e lavoratori urbani. Entrambe le parti sostennero la riforma elettorale perché le masse si avvicinarono allo Stato, identificandosi con il trono e le istituzioni del governo britannico. La riforma elettorale auspicò le fondamenta del sistema politico: la monarchia parlamentare. Ma i diritti di voto di Disraeli erano legati alla proprietà (per votare, era necessario possedere una casa o pagare l'affitto), quindi i piccoli agricoltori e i lavoratori agricoli senza terra non poterono votare. Il trionfo liberale dei Whigs, nel 1868, rappresentato da Gladstone, amplificò le riforme democratiche. Gladstone fu il modello politico dell'Inghilterra vittoriana, incarnando i seguenti valori: il liberalismo, l'espansione economica, il cristianesimo e le buone relazioni con le altre potenze. A questo si aggiunsero una sana politica fiscale e la libertà di pensiero. Le riforme più importanti furono:
Riforme Chiave dell'Epoca Vittoriana
- Riforme religiose: nel 1869 ci fu una separazione della Chiesa anglicana e dello Stato, abolendo l'obbligo di appartenere a questa chiesa per essere un insegnante.
- Creazione di nuove scuole laiche, che portarono al più basso tasso di analfabetismo nel mondo.
- La nuova Trade Union Act del 1871/1875 permise l'istituzione e il funzionamento dei sindacati.
- L'estensione della legge elettorale del 1884, che aumentò a 5 milioni il numero di elettori.
Alla fine del XIX secolo apparve sulla scena un nuovo partito politico: il Labour Party, che finì per sostituire i vecchi Whigs. I conservatori si rinnovarono nel 1905 e inclusero un nuovo settore, guidato da Winston Churchill. Tuttavia, il paese rimase dominato dalla plutocrazia nobilitata e fiera del proprio potere.
La Questione Irlandese
L'Irlanda era sotto il dominio britannico fin dal Medioevo, ma rimase in teoria un regno indipendente fino al 1800, quando fu approvato l'Atto di Unione che unì l'Irlanda e la Gran Bretagna nel Regno Unito. Questo causò una spirale di violenza istigata dal clero cattolico. Nonostante i tentativi di Gladstone di trasformare l'Irlanda in un regno autonomo all'interno del Regno Unito, non si risolsero i problemi, dato che tale decisione divise il partito Whig tra i sostenitori e gli oppositori. Questa legge sollevò anche la questione di fornire un Parlamento all'Irlanda stessa. La questione rimase in sospeso fino all'insurrezione del 1916 a Dublino, che lanciò la divisione dell'isola tra la maggioranza del nord, prevalentemente protestante e fedele alla Gran Bretagna, e il Sud, cattolico. Le aree cattoliche, apertamente contrarie all'adesione al Regno Unito, raggiunsero infine l'indipendenza nel 1920. Questo non pose fine al problema, poiché l'Ulster, il nord sotto la sovranità britannica, si trovò ad affrontare per tutto il XX secolo la maggioranza protestante e la minoranza cattolica.