Esplorando la Filosofia di Kant: Dalla Critica della Ragion Pura al Periodo Precritico

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Immanuel Kant: Vita, Opere e Pensiero Filosofico

La vita e le opere

Quali sono le tappe salienti della vita e dell'opera di Kant? L'esistenza di Immanuel Kant (1724-1804) si svolge tutta a Königsberg, sua città natale, dove il filosofo conduce una vita metodica. Nel 1770, in occasione della nomina a ordinario di logica e metafisica, pronuncia la dissertazione sulla forma e sui principi del mondo sensibile e intelligibile, che segna il passaggio del suo pensiero dal periodo pre-critico a quello critico.

Le principali opere del periodo precritico

Quali sono i temi del periodo precritico? Il cosiddetto "periodo precritico" (fino al 1770) è caratterizzato dalla vicinanza al pensiero di Newton. Di questo periodo è anche la lettura di Hume, che risveglia Kant - secondo ciò che egli stesso afferma - dal «sonno dogmatico», portandolo a prendere posizione contro la metafisica.

La Critica della Ragion Pura

Nella Critica della Ragione Pura Kant intende istituire un tribunale della ragione, in cui quest'ultima sia al tempo stesso giudice e imputato, al fine di stabilire le proprie possibilità legittime e i propri limiti. La riflessione kantiana si sviluppa come risposta a tre domande fondamentali: che cosa posso sapere? che cosa devo fare? che cosa posso sperare?

Che cosa posso sapere?

Per rispondere alla prima domanda, Kant osserva che la conoscenza utilizza tre tipi di giudizio: analitici a priori, sintetici a posteriori e sintetici a priori. I primi non dipendono dall'esperienza e sono dunque necessari e universali, ma si limitano a rendere esplicito ciò che è già contenuto nella nozione espressa dal soggetto. I giudizi sintetici a posteriori si basano invece sull'esperienza: in essi il predicato aggiunge qualcosa di nuovo a quanto già si sa del soggetto, ma - come mostrato da Hume - tali giudizi non sono necessari, in quanto possono sempre essere smentiti dall'esperienza. I giudizi che possono assicurare un aumento della conoscenza e nello stesso tempo la sua affidabilità sono dunque i sintetici a priori, nei quali il predicato aggiunge qualcosa di nuovo alla nozione espressa dal soggetto, ma che tuttavia non derivano dall'esperienza. Kant risponde con la «rivoluzione copernicana»: come Copernico ha rovesciato il sistema astronomico tolemaico sostituendo il Sole alla Terra quale centro di rotazione, così nella teoria della conoscenza si deve sostituire il soggetto all'oggetto, affermando che non è il primo a modellarsi sul secondo, ma quest'ultimo ad adeguarsi alle strutture conoscitive del primo; e poiché tali strutture sono identiche in tutti i soggetti razionali.

Quali sono le forme della conoscenza?

L'estetica trascendentale si occupa delle forme a priori della sensibilità. Le singole conoscenze sensibili sono «intuizioni empiriche», che hanno come loro forme a priori le “intuizioni pure” dello spazio e del tempo. Su tali forme a priori universali si basa la matematica (aritmetica e geometria). L'analitica trascendentale si occupa invece delle forme a priori dell'intelletto, cioè delle strutture attraverso le quali il pensiero unifica il materiale sensibile. Tali strutture o forme sono dei “concetti puri” o “categorie”. Per mostrare la legittimità dell'uso delle categorie, Kant procede alla loro deduzione trascendentale: qualsiasi rappresentazione deve essere accompagnata dalla coscienza di averla; tale consapevolezza è chiamata «appercezione trascendentale» o «io penso», il cui ruolo è ricondurre il molteplice delle intuizioni nell'orizzonte di un unico soggetto. Se la deduzione trascendentale mostra che è legittimo l'uso delle categorie, lo schematismo trascendentale illustra il modo in cui esse vengono applicate agli oggetti sensibili tramite l'intuizione pura del tempo.

È possibile la metafisica come scienza?

La dialettica trascendentale analizza il tentativo della ragione di spingersi oltre i limiti dell'esperienza. Ciò avviene mediante l'applicazione illegittima dei concetti puri a qualcosa di non sensibile: nascono così le idee della ragione: "anima”, “mondo” e “Dio”. La cosmologia razionale pretende di studiare la totalità degli oggetti fisici (il mondo) e genera le antinomie della ragione. Chiarito che delle idee della ragione non si può fare un uso costitutivo (come si fa dei concetti puri), Kant ne ammette però un uso regolativo: l'immortalità dell'anima, il mondo nella sua interezza e l'esistenza di Dio non possono essere conosciuti o dimostrati.

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