Esplorazione stilistica e tematica nell'opera di Ungaretti
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In memoria
Versi brevi, liberi e spesso isolati fra spazi bianchi per dare maggiore risalto alle parole-chiave del componimento.
Enjambement (come ad esempio "Si chiamava / Mohammed Sceab", "e non sapeva più / vivere", "e non sapeva / sciogliere / il canto", "sobborgo che pare / sempre / in una giornata" "e forse io solo / so ancora / che visse")
I fiumi
- Enjambements: Sono numerosissimi, a causa della sintassi particolarmente frammentata dell’intera poesia, tanto che alcuni versi sono composti esclusivamente da una o due parole.
- Anafore: "questi", "questo", "questa" (anafora con polittoto ai vv. 45, 47, 52, 57, 61, 63).
- Metafore: "questa dolina / che ha il languore / di un circo" (vv. 2-4), "in un’urna d’acqua" (v. 10), "una docile fibra / dell’universo" (vv. 30-31), "ma quelle occulte / mani / che mi intridono" (vv. 36-38, è anche una personificazione).
- Personificazioni: "questa dolina / che ha il languore" (vv. 2-3), "il Nilo / che mi ha visto" (vv. 52-53), "quelle occulte mani" (v. 36).
- Sineddoche: "le mie quattr’ossa" (v. 17).
- Similitudini: "come una reliquia" (v. 11), "come un sasso" (v. 19), "come un acrobata" (v. 19), "come un beduino" (v. 24).
- Analogia: "che ha il languore / di un circo" (vv. 3-4) divisibile in 4 parti: Serchio (Lucca) origini, Nilo infanzia, Senna (Parigi), Isonzo (presente guerra, attimo di felicità).
I soldati
Enjambements (come-d’autunno, alberi-le foglie).
Veglia
- Sineddoche: "bocca / digrignata / volta al plenilunio".
- Metafora: "la congestione / delle sue mani / penetrata / nel mio silenzio".
- Allitterazioni e richiami sonori: particolare è l’insistenza sui suoni duri, specialmente sulla lettera t (e tt), che ritorna anche grazie all’ampio utilizzo di participi passati usati con valore aggettivale, es. "nottata", "buttato", "lettere", "attaccato"...
- Parallelismi: la struttura del componimento, così frammentaria, presenta una certa ricorrenza nell’aggettivazione: "compagno massacrato", "bocca digrignata", "congestione penetrata".
Porto sepolto
Rimandano al mito di Orfeo, che nella mitologia greca simboleggia la poesia e che scende negli inferi per riportare in vita Euridice, la sua amata.
San Martino del Carso
L’anafora ("di queste case … di tanti") e dalle iterazioni ("non è rimasto … non è rimasto; tanti … tanto"). La metafora "brandello di muro", parallelismo ("ma nel cuore … è il mio cuore") e dall’analogia (È il mio cuore / il paese più straziato).
Tappeto
Paronomasia: "colore" e "colori" (vv. 1-2).
Antitesi: "altri" e "solo" (vv. 2-3).
Fratelli
- Personificazione: "tremante" (v. 3). La parola “Fratelli” diventa una persona che trema per l’emozione e per la paura (le parole non tremano, siamo noi a far tremare la voce), che quasi non osa essere pronunciata perché parlare di fratellanza nel mezzo di una guerra dove ci si uccide tra pari pare un’assurdità.
- Analogia: la parola “Fratelli” è per analogia una “foglia appena nata” (v. 5). Il che rappresenta una sorta di richiamo alla vita, in un contesto di distruzione e morte.
- Anastrofe: “involontaria rivolta” (v. 7).
- Metafora: “foglia appena nata” (v. 5). Si riferisce alla parola fratelli che trema come una fogliolina appena nata nel buio della notte.
- Allitterazione: ripetizione dei suoni f e r, in “fragilità-fratelli” (vv. 9-10), e la ripetizione di t in “notte, nata, spasimante, involontaria, rivolta, presente, fragilità” che di nuovo rievoca il suono della parola “fratelli”. I suoni f, r, t rimandano anche al fruscio del vento tra le foglie e al rumore degli scoppi della mitragliatrice, che fanno da sfondo all’ambientazione della poesia.
- Enjambement: “tremante/nella notte” (vv. 3-4); “rivolta / dell’uomo” (vv. 7-8), “alla sua/fragilità” (vv. 8-9).
Non gridate più
Primo verso: analogia. Un'anafora ("non gridate più, non gridate"). Ultimi due versi: una metafora, un'allitterazione della "s".