Etica, Istinti e Potere: Una Riflessione Filosofica sulla Morale Sociale
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Se Hume e Kant avevano il diritto di continuare a lavorare come al solito, non c'è coercizione sociale tale da farci reagire diversamente ai dettami della ragione o ai sentimenti suscitati in noi da qualità utili e piacevoli, nostre o altrui. Ma se avessimo l'Anello di Gige – come racconta la storia nel Capitolo II della Repubblica di Platone – non daremmo tutti libero sfogo ai nostri istinti? Il pensiero che molti vorrebbero imporre limiti alla soddisfazione dei nostri istinti (e in primo luogo noi stessi) può essere il risultato di un'educazione morale ricevuta. La risposta a questa domanda potrebbe essere disponibile solo a coloro che possedevano il dono dell'invisibilità o la libertà di azione. Ma per ora, vediamo che quando il controllo sociale si allenta, come in guerra, si verifica un aumento sproporzionato dei comportamenti non etici.
Modello di Posizione Personale
Domanda 5: Pensi che sia giusto, come sostenuto da Mill, che l'utilità dell'azione morale sia un imperativo?
Da un lato è "liberatorio" credere che non esistano precetti morali assoluti e, in secondo luogo, è sconfortante pensare che tutte le etiche siano arbitrarie. Forse la morale non è del tutto arbitraria, essendo osservate soluzioni simili a problemi morali in contesti diversi, ma questo non dimostra che esista una morale universale e sovra-sociale. Inoltre, l'esistenza di una morale trascendente – la legge morale o un senso universale di base – non è dimostrabile empiricamente, e anche l'esperienza quotidiana delle azioni umane – molte delle quali chiaramente immorali – sembra negarlo.
Credo, quindi, che la morale sia uno strumento di potere al servizio degli interessi comuni delle forze motrici della società in ogni tempo e luogo. Ricordiamo il Sisifo di Crizia. Questa è un'altra ipotesi che spiega le somiglianze tra i nostri giudizi morali, pur differenti in ogni momento e luogo. Ma ciò spiega anche le differenze tra le diverse basi morali, caratteristiche di ogni società, e permette di spiegare meglio il comportamento spesso immorale degli esseri umani che lottano per liberarsi dalle sanzioni interne – sia attraverso la vergogna soppressiva che il senso di colpa repressivo – con cui le diverse culture o società cercano di limitare le loro tendenze istintive.