Etica Kantiana: Postulati della Ragion Pratica e Fondamenti della Morale
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I Postulati della Ragion Pratica di Kant
Secondo Kant, le condizioni necessarie della moralità sono i cosiddetti postulati della ragion pratica. Kant li postula perché, anche se non dimostrabili con la ragione teoretica, essi possono e devono essere sostenuti dalla ragion pratica, in quanto condizioni necessarie della moralità stessa. Per Kant, questi postulati della ragion pratica sono:
Libertà
Non può essere provata scientificamente, poiché non è oggetto di intuizione sensibile, ma deve essere ammessa dalla ragion pratica come condizione di possibilità della legge morale. Per Kant, la libertà è un "fatto morale" (factum rationis).
Il rapporto tra legge morale e libertà è espresso da Kant in questa frase: "La libertà è la ragion d'essere (ratio essendi) della legge morale" e "la legge morale è la ragione per cui io posso conoscere la libertà (ratio cognoscendi della libertà)."
Immortalità dell'Anima
Kant sostiene che la ragione ci comanda di aspirare alla virtù, cioè alla conformità piena e perfetta della nostra volontà alla legge morale. Questa perfezione è irraggiungibile in un'esistenza limitata e temporanea. Deve quindi essere realizzata solo nell'ambito di un processo a tempo indeterminato, vale a dire l'immortalità dell'anima. Inoltre, se l'uomo non fosse immortale, non ci sarebbe alcun merito da ricompensare adeguatamente. L'immortalità è la condizione per premiare il giusto.
Esistenza di Dio
Kant afferma che il disaccordo che troviamo nel mondo tra l'essere e il dover essere richiede l'esistenza di Dio come una realtà in cui essere e dover essere si identificano e in cui si realizza la perfetta unione di virtù e felicità. Cioè, Dio deve esistere, perché senza di Lui non ci sarebbe alcun modo per garantire la perfetta felicità.
Kant risponde a queste domande soprattutto nelle sue opere: Fondazione della metafisica dei costumi (1785) e Critica della ragion pratica (1788).
L'Etica Kantiana: Formalismo e Autonomia
L'originalità dell'etica kantiana consiste nel proporre un'etica formale, in contrapposizione alle etiche materiali.
Critica alle Etiche Materiali
Le etiche materiali perseguono un fine o un bene supremo, condannando o approvando determinate azioni in base a esso (ad esempio, l'epicureismo, l'aristotelismo...).
Kant respinge le etiche materiali per tre ragioni:
Empiriche o a posteriori:
Il loro contenuto è tratto dall'esperienza.
Ipotetiche:
I loro precetti sono ipotetici, cioè condizionati.
Eteronome:
In esse la legge non è dettata dalla coscienza personale.
Caratteristiche dell'Etica Kantiana:
Di fronte alle etiche materialistiche, Kant propone un'etica che è autonoma, formale e del dovere:
Un'Etica Autonoma
Perché la legge morale deriva unicamente dalla ragion pratica, che è legislatrice universale (dandosi la legge da sé).
Un'Etica del Dovere
L'azione morale agisce per dovere e per rispetto del dovere. Un'azione è buona quando, oltre a essere conforme al dovere, è compiuta per rispetto del dovere stesso. (Ad esempio, un venditore agisce moralmente se vende la merce a un prezzo equo senza altra motivazione che il dovere, e non se la vende a un prezzo superiore o se la vende al prezzo giusto solo per paura di perdere clienti).
Un'Etica Formale
Vale a dire priva di contenuto specifico e non legata a esigenze condizionate. Questa etica si esprime attraverso un comando incondizionato: l'imperativo categorico. Kant ha offerto varie formulazioni dell'imperativo categorico, che possono essere considerate le massime della morale kantiana.