L'Etica Kantiana: L'Essere Umano come Fine Supremo e la Dignità Incondizionata
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Kant: L'Uomo come Fine a Se Stesso
Per Kant, il fondamento oggettivo di ogni azione morale è universale. L'universalità si rifletterà nella quintessenza kantiana, l'imperativo categorico, la cui più celebre formulazione recita: "Agisci in modo che la massima della tua volontà possa sempre valere, nello stesso tempo, come principio di una legislazione universale."
Esiste tuttavia una seconda formulazione che esprime le conseguenze di un'etica fondata sull'autonomia individuale, come base della morale: "Agisci in modo da trattare l'umanità, sia nella tua persona sia nella persona di ogni altro, sempre anche come fine e mai semplicemente come mezzo."
L'etica kantiana dovrebbe condurre a una comunità umana in cui gli esseri umani siano considerati come fini in se stessi e mai come mezzi; ciò che Kant definisce un "regno dei fini". La dignità umana, quindi, risiede proprio nel fatto di essere considerata un fine, e non un mezzo per altri scopi.
Con queste idee, Kant ha elevato l'etica del rispetto per l'individuo. Il fondamento di questa dignità non deriva da meriti particolari, ma scaturisce dal carattere razionale della persona, che diviene essa stessa legislatrice universale. Il rispetto, per Kant, è il frutto della ragione pratica che unisce gli esseri razionali.
Radici e Comunità Etica
Questa teoria si inserisce in una linea di pensiero che, similmente alla tradizione cristiana, attribuisce a ogni essere umano un valore fondamentale, indipendentemente dal suo merito individuale e dal suo stato sociale. Così, se il Cristianesimo predica l'amore fraterno e Rousseau l'empatia, per Kant l'etica si manifesta in una comunità di esseri razionali. Questi si riconoscono come tali nella misura in cui ciascuno modera le proprie inclinazioni personali, aprendosi a una razionalità comune.
Dignità vs. Prezzo
Kant distingue, inoltre, tra il valore intrinseco che definisce il concetto di dignità e il valore relativo, applicato a scopi contingenti, che egli chiama 'prezzo'. La dignità possiede un valore incondizionato e invariabile, attribuito alle persone e all'umanità nel suo complesso. Il prezzo, al contrario, è un valore variabile e strumentale, tipicamente assegnato a oggetti materiali o a qualità scambiabili.
Poiché la dignità è incomparabile, non si può affermare che una persona possieda più dignità di un'altra. La filosofia di Kant, pertanto, ha rappresentato un caposaldo imprescindibile, specialmente nella sua difesa incondizionata della dignità umana.