Evoluzione e Correnti del Teatro Spagnolo: Dal Popolare all'Avanguardia (1900-1950)
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Il Teatro Spagnolo nella Prima Metà del XX Secolo
Nel Ventesimo secolo, il genere teatrale in Spagna ha avuto due diverse manifestazioni: un teatro destinato alla rappresentazione popolare (rispondente ai divertimenti pubblici) e un teatro con intenti artistici e di rinnovamento, che spesso si è scontrato con il gusto del pubblico.
Il Primo Gruppo: Il Teatro Popolare e Commerciale
Nel primo gruppo rientrano:
Il Dramma Comico e il Sainete
I sainetes (bozzetti comici) basati su tipi e ambienti popolari. Di stampo andaluso e allegro, mettevano in scena problemi superficiali o emotivi attraverso dialoghi spiritosi e leggeri. Altri prosperavano a Madrid, con personaggi popolari dei quartieri castizos che utilizzavano un linguaggio pieno di umorismo, giochi di parole e doppi sensi. Insieme ai bozzetti tipici, autori come Arniches svilupparono la "tragedia grottesca", che deriva dal legame tra farsa e situazioni tragiche e struggenti. L'esempio classico è La signorina Trevélez.
Un altro sottogenere comico era il cosiddetto teatro dell'umorismo o astracán, caratterizzato da una comicità grossolana volta a ottenere la risata facile, spesso basata su scene assurde e ingannevoli. Pedro Muñoz Seca è l'autore del famoso La vendetta di Don Mendo.
Il Dramma Neo-Romantico
Un dramma in versi che ritrae le gesta eroiche del passato, come celebrazione dei valori tradizionali. Ne sono esempi alcune opere giovanili di Valle-Inclán (Storia di Aprile del Marchese di Bradomín) o di Lorca (Mariana Pineda).
La "Commedia Alta"
La "commedia" di Jacinto Benavente, erede della "commedia alta" del XIX secolo. Opere ben scritte, con dialoghi fluidi, che criticano le abitudini (vizi) inerenti alla condizione umana. Gli interessi creati è una farsa basata sui personaggi della Commedia dell'Arte in cui si criticano gli ideali borghesi convenzionali.
Il Secondo Gruppo: Il Teatro d'Intenzione Artistica e di Rinnovamento
In questo secondo gruppo rientra il teatro di Unamuno, che "esercita le sue ossessioni sulla personalità e l'esistenza" con scarso successo. Tuttavia, due autori sono riusciti a combinare l'applauso della critica e quello del pubblico: Valle-Inclán e Lorca.
Ramón María del Valle-Inclán e l'Esperpento
Valle-Inclán era un personaggio bohémien e barocco che coltivò il proprio mito. La sua evoluzione personale lo portò dal Carlismo giovanile a posizioni rivoluzionarie in età avanzata. Consideriamo tre fasi fondamentali:
Fase 1: Lingua Poetica Modernista
Una prima fase con lingua poetica curata e modernista, con le stesse ambientazioni e personaggi delle sue opere narrative di questo periodo (le sue Sonate diventano il dramma Il Marchese di Bradomín, che ne era il protagonista).
Fase 2: Primitivismo
La seconda fase corrisponde al "primitivismo", ambientato in una Galizia rurale, primitiva e superstiziosa, con personaggi elementari dominati da istinti primordiali come la lussuria o la violenza. A questo gruppo appartiene la Commedia Barbara sulla figura di Giovanni di Montenegro.
Fase 3: L'Esperpento
La terza fase inizia con l'assurdità delle farse elencate sotto il titolo generico Tablado de marionetas (Palcoscenico di burattini). Progressivamente, i personaggi diventano caricature grottesche e bambole. Su questa via si colloca Parole Divine, che reintroduce il mondo dell'antica Galizia, ma spogliato della grandiosità epica per sottolineare solo il sordido e il miserabile. L'esperpento si realizza pienamente con Luci di Boemia, definito come "la realtà vista attraverso la deformazione degli specchi concavi".
Caratteristiche dell'Esperpento:
- Degrado dei personaggi, trasformati in burattini, ottenuto tramite procedure come l'animalizzazione.
- Presentazione di problemi e conflitti moderni attraverso questi personaggi, un contrasto che produce una situazione grottesca e un sarcasmo offensivo.
- Rapida successione di personaggi (troppi) e scene (molto diverse).
- Una varietà di registri linguistici: cultismi, citazioni letterarie, parodie, gergo.
- Dimensione visiva e valore letterario funzionale, basato su descrizioni sceniche dettagliate.
Il lavoro di Valle-Inclán rappresentò un rinnovamento che era in anticipo sui tempi.
Il Teatro nel Dopoguerra e l'Esilio
La Guerra Civile rappresentò una rottura inevitabile. Valle-Inclán e Lorca morirono. Tra coloro che andarono in esilio spicca Alejandro Casona, autore di un teatro poetico che esplora il conflitto tra l'illusione e la verità. In esilio scrisse La Signora dell'Alba. Benavente e Arniches continuarono a scrivere per il teatro.
Il teatro del dopoguerra immediato fu caratterizzato da una linea che seguiva la commedia di Benavente, affrontando questioni morali o sociali, a volte in tono sommesso e altre in tono più leggero. Da segnalare il lavoro di Enrique Jardiel Poncela. Il suo teatro sviluppa le possibilità comiche del linguaggio attraverso errori, dialoghi brillanti e giochi di parole oltraggiosi. Le sue opere sorpresero il pubblico rivelando personaggi atipici e situazioni assurde che venivano spiegate nel corso dell'opera. Si tratta di un anticipo, sul lato comico, di quello che sarà poi il teatro dell'assurdo. Tra i titoli delle sue commedie, spicca Eloisa è sotto un mandorlo. In questo periodo Miguel Mihura aveva scritto Tre cappelli a cilindro, la sua opera più famosa, ma non fu rappresentata in anteprima fino al 1952.