L'Evoluzione dell'Istruzione: Dal Convegno di Jomtien all'Inclusione Scolastica

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Origine e Sviluppo del Concetto di Inclusione

Promossa dall'UNESCO, la consapevolezza sociale riguardo alle nuove disparità nell'esercizio dei diritti umani, in particolare le disuguaglianze nel soddisfare il diritto all'istruzione, ha portato al Convegno di Jomtien (Thailandia) del 1990. Questo evento ha promosso l'idea di istruzione per tutti e ha segnato la prima tappa per l'inserimento di tale principio nelle politiche educative.

La Conferenza di Salamanca del 1994, che ha visto la partecipazione di 88 paesi e 25 organizzazioni internazionali, ha ripreso l'idea di sviluppare sistemi educativi e di promuovere un orientamento inclusivo. L'inclusione è stata assunta come un diritto di tutti i bambini e le persone, non solo di quelle classificate come disabili, collegando l'integrazione scolastica a tutti gli studenti che non beneficiano pienamente dell'istruzione.

Educazione speciale, sociologia dell'educazione, antropologia culturale, psicologia sociale e delle scienze dell'apprendimento sono alcuni dei campi di conoscenza chiamati a rispondere alle sfide poste dall'inclusione. È stato approvato un movimento globale (il movimento inclusivo) che i paesi sviluppati hanno adottato e che i paesi in via di sviluppo aspirano a proseguire (Daniels e Gartner, 2001).

L'Inclusività come Fenomeno Sociale

L'inclusività è soprattutto un fenomeno sociale. I sistemi di istruzione devono essere progettati e i programmi utilizzati per accogliere tutte le caratteristiche ed esigenze diverse. Le persone con disabilità devono avere accesso a una pedagogia centrata sul bambino in grado di soddisfare queste esigenze. Le scuole regolari, con questo approccio, rappresentano il mezzo più efficace per combattere gli atteggiamenti discriminatori, creare comunità accoglienti, costruire una società inclusiva e raggiungere l'istruzione per tutti. Inoltre, forniscono una formazione efficace per la maggior parte dei bambini e migliorano l'efficienza, e in ultima analisi, l'efficienza economica del sistema di istruzione.

L'Esclusione e la Globalizzazione

L'effetto preclusivo della globalizzazione e dei grandi cambiamenti nella nuova era ha portato al verificarsi sempre crescente di persone e intere regioni ai margini della società, manifestando la necessità di combattere l'emarginazione sociale. Gli sforzi congiunti si sono focalizzati, nel 1997, sul gruppo chiamato "Santa Trinità" (classe, cultura, sesso) per spiegare e affrontare l'esclusione dalla scuola (CIDE, rapporto Barns et al., 1999).

La Diversità: Una Prospettiva Positiva

La diversità è spesso vista da una prospettiva negativa. Il modo più comune per affrontarla si basa sull'intento di gestione e trattamento differenziato. La lotta in una società democratica dovrebbe essere contro la disuguaglianza, non contro la diversità. Non c'è qualità senza parità, né equità senza qualità.

Stadi dell'Evoluzione Educativa

Esclusione (Negazione del Diritto all'Istruzione)

L'esclusione di fatto o di diritto dalla scuola riguardava gruppi al di fuori della popolazione bersaglio (urbana, borghese e interessata a carriere ecclesiastiche, burocratiche o militari) (Fernández Enguita, 1998). Un'eccezione era l'inserimento massiccio in "istituzioni totali" per i disabili. L'infanticidio si verificava anche in bambini con difetti o deficit visibili e notevoli. Il sistema di educazione sociale era equiparato a un sistema di manodopera agricola.

Segregazione (Riconoscimento del Diritto allo Studio Differenziato per Gruppi)

Sono state create scuole segregate, con politiche specifiche per ogni gruppo di persone in una situazione di disuguaglianza, spesso dettate da ragioni politiche:

  • Classe sociale: Scuola di avviamento professionale
  • Gruppi culturali: Scuola ponte
  • Sesso: Scuole separate
  • Disabilità: Rete di Centri di Educazione Speciale

Integrazione (Riforme Integrate)

L'integrazione è stata una risposta alle pressioni dei gruppi, portando a cambiamenti nel sistema di istruzione per correggere le disuguaglianze più evidenti:

  • Classe sociale: Anni '50-'60, introduzione della scuola comprensiva, di base e obbligatoria.
  • Gruppi culturali: Anni '80, educazione compensativa e multiculturale.
  • Sesso: Anni '70, coeducazione.
  • Disabilità: Anni '60-'80, integrazione scolastica (spesso non realmente fisica, con trasferimento di studenti con bisogni educativi speciali (BES) in scuole standard senza adattamenti significativi).

Il processo di integrazione seguiva una direzione di assimilazione: le scuole segregate venivano integrate nella scuola normale, adottando la cultura, i valori e i contenuti della cultura dominante.

Inclusione (Riforme Inclusive)

L'inclusione implica una revisione dell'impegno e del campo di applicazione della riforma globale, cercando di costruire una scuola che risponda non solo ai bisogni educativi di alcuni studenti, ma di tutti. Non si tratta solo di cambiamenti parziali a livello curricolare, organizzativo e professionale per abbracciare l'idea della diversità.

Basandosi su politiche sofisticate o processi di categorizzazione, selezione e progettazione, le esclusioni permangono in materia di integrazione scolastica. Indagini condotte da Blyth e Milner (1996), Booth (1996), Clough (1999), Hayton (1999) e Parsons e Howlett (1996) hanno analizzato questo processo e hanno richiamato l'attenzione sulla mancanza delle scuole nel rispondere all'equità sociale.

Questi studi indicano la necessità per la scuola di facilitare la formazione di cittadini capaci di partecipare e di integrarsi a livello lavorativo, emotivo, sociale e culturale nelle istituzioni e nei meccanismi della società.

Due Processi Interrelati nell'Integrazione Scolastica

L'integrazione scolastica comporta due processi interrelati (Booth e Ainscow, 1998):

  • Il processo di aumentare la partecipazione degli studenti alla cultura e al curriculum delle scuole regolari e della comunità.
  • Il processo di ridurre l'esclusione degli studenti dalle comunità e dalle culture considerate "normali".

Voci correlate: