Evoluzione della Lingua Italiana: Dialetti, Purismo e Contesto Storico

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Con lo studio dei dialetti, gradualmente sono state scoperte le tradizioni popolari e le loro manifestazioni letterarie come la cultura orale, i canti e i racconti (ad esempio, la raccolta di canzoni epico-liriche del dialetto piemontese).

Nel 1861, mentre si realizzava l'Unità d'Italia, si assistette a una notevole attività intellettuale incentrata sullo studio dei dialetti. Questo non pregiudicò il processo di unità nazionale; al contrario, permise di scoprire e valorizzare le tradizioni italiane.

Il Rapporto tra Dialetto e Lingua Italiana

I dialetti sono da considerare da sempre nel loro rapporto con l'italiano, e l'italiano va visto nel suo rapporto storico con i dialetti.

La parola "dialetto" si applica solo quando si afferma una lingua standard a cui esso si contrappone.

La Dialettofonia nell'Italia Unita

Quando iniziò l'Unità d'Italia (nel 1861), la dialettofonia era la condizione linguistica normale. Solo una percentuale minima di italiani conosceva la lingua italiana, e comunque sempre a fianco di uno dei dialetti in cui era scomposto il quadro dell'Italia linguistica.

Il Bilinguismo

Per coloro che conoscevano l'italiano e che parlavano un dialetto, si parlava di bilinguismo.

La Contrapposizione tra Dialetto e Italiano

Nel XX secolo si delineò una contrapposizione sempre più aspra fra dialetto e italiano.

Cenni Storici sulla Questione della Lingua

Il Volgare e la Lingua "Morta"

Tra il XIII e il XV secolo, gli studiosi parlavano di volgari italiani. Nel XVIII secolo, la lingua italiana era considerata una lingua "morta". Cominciò la discussione che considerava l'italiano una lingua morta per il fatto che si imparava dai libri, che si utilizzava per la lettura e per le occasioni ufficiali, adatta per l'ambito "nobile", ma inadatta ai rapporti quotidiani e familiari. Per questi ultimi, era molto più facile e funzionale usare il dialetto, e a volte persino una lingua straniera come il francese.

Il Purismo

Origini e Caratteristiche

All'inizio del XIX secolo si sviluppò la corrente del "purismo" come reazione contro l'egemonia francese, dovuta all'invasione napoleonica. Il purismo aveva basi rigide ed era legato al culto dell'"epoca d'oro" della lingua, quella parlata nel Trecento.

Il Massimo Rappresentante: Antonio Cesari

Il padre Antonio Cesari, veneto (1760-1828), fu autore di diverse opere di tipo religioso, novelle e studi danteschi, ed ebbe un'importante attività come lessicografo. La sua opera più importante fu la "Dissertazione sopra lo stato presente della lingua italiana".

Altri Puristi

  • Basilio Puoti (1782-1847): marchese napoletano che tenne una scuola libera e privata dove insegnava la lingua italiana secondo lo stile purista. Il suo purismo era però meno rigido di quello di Cesari.
  • Carlo Botta (1766-1837): scrisse "La storia della guerra dell'indipendenza degli Stati Uniti d'America" (1809), in cui la lingua, piena di arcaismi, cozzava con il contenuto moderno.

La Critica al Purismo

Vincenzo Monti

Vincenzo Monti iniziò una critica contro Cesari e contro il Vocabolario della Crusca. Il purismo di Cesari, nel suo approccio al linguaggio usato dai fiorentini, aveva molte voci "ripudiate e condannate come lordure".

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