Evoluzione Modernista e Grottesca di Ramón del Valle-Inclán in "Luces de Bohemia"

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1. Evoluzione di Valle-Inclán: Dal Modernismo al Grottesco

L'opera di Valle-Inclán si inserisce nel contesto del modernismo elegante e nostalgico, ma con una critica sociale basata sulla distorsione della realtà. Sebbene alcuni lo colleghino alla Generazione del '98, per la sua ideologia e l'estetica innovativa, Valle-Inclán si distanzia dalle posizioni dei noventayochistas. La sua carriera, simile a quella di Antonio Machado, non può essere ridotta a due semplici fasi: modernista e grottesca. Pur essendoci una chiara differenza tra le Sonate e gli esperpentos, elementi grotteschi appaiono già nelle opere moderniste. Nel 1920, un anno cruciale per l'autore, pubblica quattro opere: El embrujado, La reina castiza, Divinas palabras e Luces de Bohemia. In quest'ultima, Valle-Inclán introduce il concetto di esperpento, una figura stravagante che mescola tragico e comico. L'influenza di Goya è evidente nell'esperpento, dove gli eroi classici, riflessi in specchi concavi, diventano figure deformate. La Spagna stessa viene vista come una deformazione grottesca della civiltà europea, come definito nella scena XII di Luces de Bohemia. A lungo si è pensato che gli esperpentos non fossero adatti alla rappresentazione teatrale. Tuttavia, nuove tecniche e concetti scenici hanno permesso di portare in scena molte delle sue opere. Valle-Inclán andava oltre le convenzioni del suo tempo, dominato dal teatro benaventino, rifiutando di piegarsi al gusto del pubblico e dei produttori. Con orgoglio, ha continuato a scrivere il suo "teatro da leggere", che, anni dopo, sarebbe stato riconosciuto come l'opera più significativa del teatro spagnolo degli ultimi tre secoli, anticipando le nuove tendenze teatrali mondiali.

2. La Bohemia nel Contesto Storico e Letterario

Ramón del Valle-Inclán, nato a Villanueva de Arosa (Pontevedra) nel 1866, era, secondo Ramón Gómez de la Serna, "la miglior maschera che passeggiava per la Calle de Alcalá". Sotto l'eccentricità bohemien, si celava un forte dissenso e una rigorosa dedizione alla scrittura, in costante ricerca di nuove forme espressive. Valle-Inclán era dichiaratamente antiborghese e, dal 1915, assunse posizioni radicali e rivoluzionarie. Luces de Bohemia (1920) presenta una scena densamente popolata: oltre 50 personaggi, alcuni ispirati a figure reali. Valle-Inclán definiva i suoi personaggi come marionette o burattini che mettono in scena una tragedia. Buero Vallejo, invece, riconobbe in alcuni di essi, come Max Estrella, gli operai catalani e la madre del bambino morto, una notevole dimensione umana.

Max Estrella

Un mix di umorismo e dignità, denuncia e indegnità. Consapevole della propria mediocrità, mostra un forte senso di fratellanza verso gli oppressi e tenerezza verso la giovane prostituta.

Don Latino

Un personaggio grottesco, miserabile e sleale, che alla fine ruba il portafoglio di Max con la vincita della lotteria.

Altri Personaggi

  • Borghesia: Il libraio Zaratustra, il barista Pica Lagartos.
  • Polizia: Il Capitano Pitito, Serafín el Bonito.
  • Intellettuali: Il giornalista Don Filiberto, Basilio Soulinake.
  • Personaggi Popolari: Il portiere, le prostitute, la Luna, i becchini.
  • Coro: Scena XI, con la madre e il bambino morto.

La caratterizzazione dei personaggi è magistrale, basata non solo sulle loro azioni, ma soprattutto sul loro linguaggio.

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