Evoluzione del Romanzo Spagnolo Post-Guerra Civile: Dal Realismo all'Innovazione
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Letteratura Spagnola nel Dopoguerra: Un Percorso Evolutivo
Il periodo letterario compreso tra il 1939 e il 1975 può essere suddiviso in tre fasi distinte, ognuna caratterizzata da specifici orientamenti tematici e stilistici.
La Prima Decada (Anni '40): Realismo Esistenziale
Nei primi anni del dopoguerra, la produzione letteraria fu limitata e gli scrittori si divisero tra coloro che aderivano al regime e i non conformisti. Il romanzo esistenziale, predominante negli anni '40, rifletteva la disgregazione sociale causata dalla guerra civile e il disorientamento intellettuale dovuto alla censura franchista. La scarsa qualità narrativa della tematica bellica lasciò spazio a opere che affrontavano la realtà del momento, esplorando il malessere, la confusione, la disperazione e l'angoscia esistenziale. Questi romanzi, spesso incentrati su un singolo protagonista, descrivevano personaggi smarriti in contesti oppressivi, offrendo una testimonianza della società senza una critica sociale esplicita. Opere emblematiche di questa corrente sono La famiglia di Pascual Duarte di Camilo José Cela e Nada di Carmen Laforet. Quest'ultima, in particolare, segna l'inizio del romanzo del dopoguerra con una visione aspra della povertà e della brutalità, inaugurando la tendenza del "tremendismo", caratterizzata da violenza estrema e personaggi marginali, espressa in un linguaggio diretto e crudo.
La Seconda Decada (Anni '50): Realismo Sociale
Gli anni '50 si aprirono con Il cammino di Miguel Delibes, un romanzo ambientato in un contesto rurale che segnò l'inizio di un nuovo realismo, con un narratore che assumeva un ruolo di testimone. La pubblicazione de La colmena di Camilo José Cela nel 1951 rappresentò una tappa fondamentale, introducendo il protagonista collettivo e descrivendo la povertà della Madrid del dopoguerra attraverso una moltitudine di personaggi. In questo decennio emerse una nuova generazione di romanzieri più attenta alla situazione sociale del paese, influenzata dal "neorealismo italiano". Nacque così il "realismo sociale", noto anche come oggettivismo, che assegnava alla letteratura una funzione sociale, mirando a trasformare la realtà attraverso una rappresentazione oggettiva. Questi autori privilegiavano la vita quotidiana delle classi lavoratrici, adottando un approccio quasi documentaristico per riprodurre fedelmente linguaggio e costumi, denunciando le ingiustizie sociali e la falsità delle classi dominanti. Tra gli autori e le opere più significative di questo periodo si annoverano Rafael Sánchez Ferlosio con La Jarama, Miguel Delibes con Ratti, e scrittori come Ana María Matute, Juan Goytisolo e Ignacio Aldecoa.
La Terza Decada (Anni '60): Sperimentazione e Rinnovamento
All'inizio degli anni '60, si avvertì un esaurimento dei temi del realismo sociale e la necessità di nuove tecniche narrative. La delusione degli autori per l'efficacia limitata della letteratura come strumento di trasformazione sociale, unita alla volontà di elevare il livello estetico dell'opera, portò a un rinnovamento formale. Pur mantenendo contenuti di natura sociale, l'attenzione si spostò verso l'uomo e le questioni formali. L'opera chiave di questo periodo, che segnò un punto di svolta nella sperimentazione del romanzo, fu Tempo di silenzio di Luis Martín-Santos. Il protagonista tornò ad essere l'individuo, un medico circondato da personaggi di diverse classi sociali. La narrazione si distinse per l'organizzazione strutturale e l'uso della lingua, con un lessico e uno stile che si discostavano radicalmente dal realismo precedente. Altri romanzi importanti di questo periodo includono Segni di identità di Juan Goytisolo, Cinque ore con Mario di Miguel Delibes e opere di Gonzalo Torrente Ballester. Gli anni '60 videro anche l'emergere della narrativa latinoamericana, che ebbe un impatto estremamente positivo sulla letteratura spagnola.