Le Tre Fasi della Rivoluzione Industriale: Impatto Economico e Trasformazioni Sociali
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L'Impatto Socio-Economico della Rivoluzione Industriale
Durante la Rivoluzione Industriale del XVIII secolo, la Gran Bretagna viveva in condizioni difficili. La situazione cambiò notevolmente nel XIX secolo, grazie all'impatto dell'industrializzazione. In Gran Bretagna e Francia la popolazione aumentò a causa della maggiore attività industriale e dell'automazione della produttività agricola.
Il volume del commercio si ampliò e si razionalizzò, dovuto allo sviluppo delle ferrovie e della navigazione a vapore. I cambiamenti si produssero sia nei settori manifatturiero, agricolo e dei trasporti, sia nella visione del mondo e nelle strutture sociali, consolidando le classi:
- La Borghesia: che possiede i mezzi di produzione.
- Il Proletariato: detentore della forza lavoro.
L'aumento della produttività del lavoro spinse la crescita sia della produzione che del consumo pro capite, generando un aumento della ricchezza nonostante la crescita della popolazione.
Le Tre Fasi dell'Industrializzazione
1. Prima Rivoluzione Industriale (1760-1830)
Furono utilizzati nuovi materiali come il carbone (che divenne il combustibile della macchina a vapore) e il cotone (dove il filo veniva rimosso per l'uso sui telai), in sostituzione del legno. Si sfruttarono anche l'energia idrica e la meccanica. L'obiettivo era la meccanizzazione del lavoro. La macchina più importante fu la macchina a vapore, che influenzò notevolmente il trasporto. Altre macchine fondamentali furono la navetta volante e il telaio.
L'obiettivo in questa fase era produrre in modo più efficiente ed economico per ottenere un maggiore beneficio. I proprietari delle aziende si unirono, formando grandi imprese, al fine di distribuire equamente i benefici. L'industrializzazione iniziò in Inghilterra, diffondendosi in Europa occidentale, negli USA e in Giappone. In questo periodo, la cultura era un privilegio, e solo le persone con denaro avevano l'opportunità di essere istruite.
2. Seconda Rivoluzione Industriale (1870-1914)
Le materie prime utilizzate rimasero le stesse della prima rivoluzione, ma apparvero i derivati del petrolio e le materie prime chimiche come la plastica e alcuni tipi di tessuti utilizzati nell'industria tessile. Si utilizzarono l'elettricità, il petrolio e l'energia idroelettrica. Il carbone continuò a essere il carburante della macchina a vapore. La ricerca si concentrò sull'automazione.
Apparvero grandi invenzioni come la dinamo, il motore a combustione interna, il cinema e il telefono. Le industrie più importanti continuarono a guidare questa seconda fase. La novità fu la comparsa del settore chimico, che fece progressi anche in agricoltura, ad esempio con fertilizzanti migliori per le colture. Le imprese erano di proprietà di grandi gruppi aziendali. Apparvero nuove potenze come la Germania, il Giappone e gli Stati Uniti, che superarono l'Inghilterra. Per quanto riguarda la cultura, solo pochi rimasero privilegiati.
3. Terza Rivoluzione Industriale (1945 – Oggi)
Le materie prime sono le stesse, ma c'è una grande ricerca per ottenere input più leggeri e più resistenti:
- Fibra ottica
- Fibra di vetro
- Nuove ceramiche
- Alluminio, acciaio, rame e mercurio
Si continuano a utilizzare le stesse fonti energetiche, aggiungendo l'energia atomica. Sorgono l'energia eolica, solare e idroelettrica, che sono naturali, inesauribili e pulite. La ricerca si concentra sull'automazione e sulla robotica. Per una buona operatività, le industrie necessitano di un grande capitale e si investe di più in macchinari che in manodopera. Le industrie sono modernizzate, sia quelle leggere (di uso e consumo) che quelle pesanti. Oggi, l'industrializzazione si verifica in tutti i continenti, ad eccezione dei paesi sottosviluppati. I media, in particolare la televisione, sono destinati a unificare il comportamento globale, diffondendo la cultura di massa.
Società Industriale e Questione del Lavoro
L'industrializzazione portò all'emergere di una nuova classe che sostituì gli artigiani: gli operai.
L'Emergenza del Proletariato
Le differenze principali tra l'artigiano e l'operaio sono:
- L'artigiano lavorava all'interno della gilda ed era assicurato, con misure di protezione fornite dalla gilda in caso di malattia, infortunio o morte (vedovanza). L'operaio è solo e senza protezione; senza alcun aiuto, lo aspetta la miseria.
- Per l'artigiano il lavoro era familiare, basato su rapporti di tipo familiare; in fabbrica, il proprietario non può arrivare o condividere direttamente con i dipendenti.
- L'artigiano teneva di più al suo lavoro perché lo sentiva come proprio; per il lavoratore, il lavoro cessa di essere qualcosa di creativo per diventare un peso.
Nascita dei Sindacati e Movimenti Sociali (Cartismo, Socialismo, Anarchismo)
L'emergenza sociale del proletariato e i problemi che ne derivarono portarono alla nascita dei sindacati. I lavoratori iniziarono a unirsi in associazioni per ottenere miglioramenti nelle condizioni di lavoro. Nacquero i primi sindacati dei lavoratori. Robert Owen, un uomo d'affari profondamente preoccupato per il benessere dei lavoratori, raggruppò diversi sindacati in una federazione nazionale. Il governo, spaventato, vietò la federazione.
Da qui iniziarono le richieste di natura politica: suffragio universale e modifiche della legge elettorale. Questa derivazione politica del movimento operaio in Inghilterra fu chiamata Cartismo.
Il Socialismo Scientifico
Karl Marx analizzò e criticò il sistema capitalista, proponendo di sostituirlo con un altro sistema, quello comunista. La sua concezione del mondo e dell'uomo (e quindi della società) è radicalmente materialista e riduzionista. Egli interpreta tutta la storia da un approccio meramente economico: tutto dipende dall'economia.
L'Anarchismo
L'Anarchismo propose la formazione di piccole comunità, gestite a livello di villaggio. L'obiettivo è anche la rivoluzione con mezzi violenti, ma non cerca di prendere il potere, bensì di distruggere lo Stato.