Fede e Ragione nel Medioevo: Il Pensiero di Tommaso d'Aquino e Agostino

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L'Opposizione Iniziale al Tomismo e la sua Affermazione

Dopo la morte del filosofo Tommaso d'Aquino, il suo pensiero incontrò una forte opposizione, in particolare da parte dei francescani, che sostenevano Sant'Agostino come l'esponente più fedele della visione cristiana. Tale opposizione culminò con la condanna di alcune tesi della dottrina tomista da parte delle autorità ecclesiastiche a Parigi e Oxford nel 1277. Tuttavia, divenne presto chiaro che questi timori erano infondati e, dopo la canonizzazione di San Tommaso nel 1323, il tomismo si diffuse ampiamente.

Fede e Ragione: Due Visioni a Confronto

Uno degli assi portanti della filosofia medievale è il dibattito sul rapporto tra fede e ragione. La posizione di Tommaso, a questo proposito, si distingue perché riconosce, in linea di principio, alla ragione una propria autonomia in tutti gli ambiti che non derivano dalla Rivelazione.

Al contrario, per Agostino, non esistono confini netti tra ragione e fede. Il suo celebre motto, "Credo ut intelligam" (Credo per capire), va inteso come un percorso verso la verità che muove dalla fede per giungere alla ragione. La fede, quindi, aiuta la ragione, e allo stesso modo la ragione contribuisce a chiarire i contenuti della fede.

La Teoria Agostiniana dell'Illuminazione

Secondo la teoria agostiniana dell'illuminazione, la conoscenza è possibile solo se la mente umana riceve un aiuto dalla comprensione divina, un supporto metaforicamente descritto come una luce. Pertanto, l'origine ultima della verità e della conoscenza è Dio. L'uomo perviene alla vera conoscenza attraverso un punto di contatto interiore con la "Verità" (Dio); l'anima, in quanto immagine di Dio, riceve l'illuminazione divina. Questa teoria, che costituisce anche una via per dimostrare l'esistenza di Dio e le cui radici possono essere ricondotte al platonismo (teoria della reminiscenza), si contrappone al metodo aristotelico-tomista. In quest'ultimo, l'intuizione, motore della dimostrazione agostiniana, è ridotta al minimo, lasciando spazio all'osservazione empirica e alla deduzione logica.

L'Averroismo Latino e la Dottrina della "Doppia Verità"

In questo dibattito si inserisce l'averroismo latino, corrente fermamente contrastata da Tommaso, che sosteneva la dottrina della "doppia verità". Il punto di partenza di questa dottrina è la difficoltà di conciliare alcune tesi aristoteliche (come la mortalità dell'anima individuale o l'eternità del mondo) con i dogmi del credo cristiano (l'immortalità dell'anima, la creazione dal nulla). La soluzione proposta dagli averroisti era affermare l'esistenza di due verità distinte: una filosofica e una teologica. Ciascuna è indipendente e può persino essere in contraddizione con l'altra. Di conseguenza, ciò che è vero secondo la ragione può non esserlo secondo la fede, e viceversa.

La Sintesi Tomista: Un Nuovo Equilibrio

Tommaso d'Aquino si assunse quindi il compito di "ripulire" la filosofia aristotelica dalle interpretazioni averroiste, considerate un ostacolo. Il suo obiettivo era duplice: trovare una lettura di Aristotele che fosse compatibile con la fede cristiana e, allo stesso tempo, superare la visione agostiniana tradizionale del rapporto tra fede e ragione, cercando una nuova e più armonica sintesi.

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