La Filosofia di Cartesio: Dal Dubbio al Cogito e le Sostanze

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La Filosofia di René Descartes

René Descartes è un filosofo del XVII secolo, la cui opera si colloca dopo la stagione scolastica caratterizzata dallo sviluppo dell'Umanesimo (con un focus sugli studi antropologici), dalla Rivoluzione Scientifica (con nuove teorie e scoperte) e dal problema del metodo scientifico. È considerato il fondatore del razionalismo filosofico, corrente che ha visto proseguitori in autori come Malebranche, Spinoza e Leibniz. Il razionalismo è caratterizzato da un focus sulla ragione umana, dall'utilizzo del metodo deduttivo e dalla conferma dell'esistenza di idee innate. Questa corrente filosofica si oppone all'empirismo britannico, basato sull'esperienza.

Cartesio ebbe un'ottima educazione fin dalla tenera età e dedicò la sua vita allo studio. Non voleva basarsi sui filosofi precedenti, tendendo a rinnovare e superare le loro posizioni. Ben presto divenne famoso, e per questo cambiava continuamente residenza, temendo di poter essere danneggiato.

Il Metodo Cartesiano

Cartesio iniziò la sua filosofia mettendo in chiaro che il suo obiettivo era ottenere un sistema di verità autoevidenti (certezze) attraverso l'uso metodico della ragione. Così riassume il suo metodo in quattro regole fondamentali:

  1. Evidenza: Accettare come vero solo ciò che appare chiaro e distinto alla mente, evitando ogni forma di dubbio.
  2. Analisi: Dividere ogni problema complesso nelle sue parti più semplici per poterle esaminare singolarmente.
  3. Sintesi: Ricostruire gradualmente il complesso partendo dalle conoscenze più semplici e procedendo verso quelle più complesse.
  4. Enumerazione e Revisione: Controllare attentamente tutti i passaggi per assicurarsi di non aver omesso nulla.

Il Dubbio Metodologico

Partendo dalla prima regola (l'evidenza), Cartesio definisce il dubbio metodologico, uno strumento per raggiungere la certezza. Questo dubbio si articola su tre livelli:

  • Il dubbio sui sensi: I sensi a volte ci ingannano (es. bastone nell'acqua sembra spezzato), quindi non possiamo fidarci completamente di essi.
  • Il dubbio sulla ragione (o sulle verità matematiche): Potremmo essere soggetti a un errore fondamentale anche nel ragionamento logico o matematico (l'ipotesi del sogno).
  • L'ipotesi del genio maligno: Potrebbe esistere un essere potentissimo e malvagio che ci inganna su tutto, facendoci credere vere cose che non lo sono.

Dal Dubbio al Cogito e l'Esistenza di Dio

Attraverso il dubbio radicale, Cartesio cerca un punto fermo, una verità indubitabile. Anche se dubito di tutto, non posso dubitare del fatto che sto dubitando. E se dubito, penso. Se penso, esisto. È così che giunge alla conclusione dell'esistenza del pensiero: «Cogito ergo sum» (Penso, dunque esisto). Questa prova è chiamata la prima certezza.

Si giunge però al solipsismo: si conosce solo l'esistenza del pensiero (il soggetto). Per uscirne e dimostrare l'esistenza di una realtà esterna, Cartesio si basa sulle idee innate, in particolare sulle idee di infinito e perfezione. Poiché queste idee non possono derivare da noi, che siamo finiti e imperfetti, ne consegue che devono provenire da un essere infinito e perfetto, cioè Dio.

Dall'esistenza di Dio, essere perfetto e veritiero, si può dedurre che non esiste un genio maligno ingannatore e si può quindi recuperare la fiducia nella ragione e nella conoscenza del mondo esterno.

Le Sostanze Cartesiane

Una volta dimostrata l'esistenza del pensiero (Res Cogitans) e di Dio (Res Divina), Cartesio deve dimostrare l'esistenza del mondo esterno (Res Extensa). Per fare ciò, introduce il concetto di sostanza.

Cartesio utilizza questo concetto evidenziandone l'indipendenza, in contrapposizione agli attributi (o modi) che dipendono dalle sostanze. Cioè, la sostanza è ciò che non ha bisogno di nient'altro per esistere. Ma se questo concetto fosse applicato rigorosamente, solo Dio sarebbe sostanza (monismo).

Cartesio distingue quindi due significati del termine 'sostanza':

  • Sostanza infinita: Dio, che non ha bisogno di nient'altro per esistere.
  • Sostanze finite: Che hanno bisogno solo di Dio per esistere. In questo modo si possono distinguere due tipi di sostanze finite:
    • Res Cogitans: La sostanza pensante, l'anima, il pensiero. Il suo attributo principale è il pensiero.
    • Res Extensa: La sostanza estesa, la materia, il corpo. Il suo attributo principale è l'estensione nello spazio.

Tra la Res Cogitans e la Res Extensa non vi è alcuna somiglianza, e le loro proprietà sono opposte (ad esempio, immateriale vs materiale, indivisibile vs divisibile). Questo dualismo tra mente e corpo è uno degli aspetti più noti della filosofia cartesiana.

La Materia e le Qualità

Per definire gli oggetti materiali (la Res Extensa), Cartesio distingue tra qualità primarie e qualità secondarie, identificando l'essenza della materia con l'estensione.

Cartesio spiega questo concetto con un celebre esempio, l'esperimento della cera:

Consideriamo un pezzo di cera: ha un certo colore, peso, volume, odore, ecc. Ma se lo avviciniamo a una fonte di calore, queste qualità sensibili cambiano (il colore, il peso, il volume, l'odore diventano diversi). Nonostante il cambiamento delle qualità sensibili (secondarie), continuiamo a riconoscere che si tratta della stessa cera. Ciò che permane e ci permette di identificarla è la sua estensione nello spazio (qualità primaria), che viene colta dall'intelletto, non dai sensi.

Ovvero, Cartesio dà priorità alle qualità primarie, in particolare all'estensione, come essenza della materia che riempie lo spazio. In sintesi, l'universo cartesiano è composto da Dio (sostanza infinita), il pensiero (Res Cogitans) e l'estensione (Res Extensa), con i loro rispettivi attributi e modi.

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