Filosofia di Cartesio: Razionalismo, Metodo e Metafisica Moderna

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Il Razionalismo Cartesiano nella Filosofia Moderna

1. Panoramica: Il Razionalismo nella Filosofia Moderna

A) Caratteristiche Generali del Razionalismo

  1. Importanza della conoscenza della materia: Il pensiero di sé è la realtà radicale; tutto riconduce alla soggettività.
  2. Creazione di grandi sistemi di pensiero: Il razionalismo crea grandi sistemi di pensiero partendo da principi primi, per dedurre teoremi e formare un sistema globale tramite deduzione.
  3. Utilizzo del metodo logico-deduttivo.
  4. Riflessione metafisica su temi scolastici: Segue una riflessione metafisica su temi scolastici: Dio, mondo e anima.
  5. Autonomia della ragione: Primato della ragione sul dogma e sulla fede (Deismo).
  6. Applicazione del metodo matematico alla metafisica: I razionalisti applicano il metodo matematico alla metafisica, ricercando 'certezze apodittiche' tramite rigorosa deduzione logica, sull'esempio della geometria analitica scoperta da Cartesio.

B) Il Razionalismo a Confronto con l'Empirismo

Razionalismo ed empirismo sono le due correnti principali della filosofia moderna, sebbene la loro origine della conoscenza sia differente per entrambi:

  • Razionalismo: La nostra conoscenza valida e vera sulla realtà proviene dalla ragione. Questo porta all'ammissione di idee innate.
  • Empirismo: Tutta la nostra conoscenza deriva dai sensi. Nega l'idea innata, poiché nasciamo con la mente come un foglio bianco. I razionalisti credono che i sensi forniscano informazioni, ma confuse e incerte.

2. Il Punto di Partenza della Riflessione Filosofica Cartesiana

La delusione filosofica e la divisione delle idee:

La delusione filosofica riguardo alla divisione delle idee: l'importanza della conoscenza della materia ha inaugurato la filosofia moderna. La divisione delle idee è ancora profonda, ma Cartesio propone una concezione unitaria della conoscenza e della ragione; la saggezza umana è unica perché la ragione è unica.

Il "sogno" di Cartesio: la riconciliazione del pensiero umano:

Nelle sue Meditazioni Metafisiche, Cartesio ebbe un sogno: sognò che la struttura del mondo era logica e che era possibile costruire una scienza generale che unificasse e fondasse ogni conoscenza. Cercò di conciliare il pensiero degli uomini e porre fine alla divisione delle idee. Ciò implicò la necessità di un metodo, così scrisse il Discorso sul Metodo. Il metodo è ispirato alla logica classica aristotelica e al modello matematico.

3. Il Metodo Cartesiano (Epistemologia)

3.1. Le Regole Provvisorie della Morale di Cartesio

Nel processo di dubbio temporaneo, Cartesio adotta delle norme morali provvisorie per guidare la sua condotta in attesa di costruire una morale definitiva. Queste regole sono:

  1. Atteggiamento di cautela e prudenza: In caso di errore, ci si discosta meno dalla retta via morale.
  2. Continuare a seguire ciò che è probabile: Come se fosse qualcosa di molto reale e vero, per evitare di essere indecisi.
  3. Seguire la massima stoica: Modificare i propri desideri piuttosto che l'ordine del mondo. Questo ci impedisce di volere ciò che non può essere raggiunto e ci permette di vivere felici e soddisfatti.
  4. Coltivare la ragione: Cartesio consiglia di scegliere tra tutte le occupazioni possibili la migliore, ovvero "dedicare la propria vita a coltivare la ragione e ad avanzare nella conoscenza della verità".

Cartesio conclude sul rapporto tra felicità e conoscenza: il suo metodo permette di assicurarsi l'acquisizione di tutte le conoscenze possibili e la realizzazione di tutti i beni che erano in suo possesso.

3.2. La Ricerca del Nuovo Metodo: Le Regole del Metodo

Fonti di ispirazione per il metodo:

La logica classica aristotelica e il modello matematico (algebra e geometria), con l'intenzione di introdurre nella filosofia lo stesso grado di certezza e di accordo tra tutti come in matematica.

Atteggiamenti di base della conoscenza:
  • L'Intuizione: La luce naturale della ragione che permette di cogliere le nature semplici, i concetti chiari e distinti.
  • La Deduzione: Il processo mentale che, partendo da alcune intuizioni, ne ricava altre attraverso connessioni logiche.
Le Quattro Regole del Metodo:
  1. 1. Regola dell'Evidenza: Non accettare come vero nulla che non sia conosciuto con evidenza. Accettare solo ciò che è chiaro e distinto, non ammettendo nulla di dubbio. L'evidenza è data dall'intuizione (la mente "vede" un'idea in modo immediato e chiaro) e il suo modello è la dimostrazione matematica. L'"idea" è un concetto mentale, non una "scienza" come in Platone. Le idee sono più importanti delle cose stesse. L'evidenza è una proprietà delle idee, non delle cose. L'evidenza è definita dalle sue caratteristiche essenziali: chiarezza e distinzione. Un'idea è chiara quando si distingue da altre idee, ed è distinta quando le sue parti non sono confuse. Dobbiamo evitare la precipitazione (assumere come vero ciò che non lo è) e la prevenzione (rifiutare di accettare la verità di ciò che è ovvio).
  2. 2. Regola dell'Analisi: Dividere ogni difficoltà in tante parti semplici quante se ne possono trovare per risolverla meglio. Ogni parte è detta "natura semplice" e indivisibile. Bisogna dividere le idee complesse in idee semplici fino a trovare l'evidenza. Ogni natura semplice è colta dall'intuizione. La natura semplice, per l'intuizione di Cartesio, è un'apprensione immediata e chiara dello spirito, così semplice e distinta da non lasciare spazio a dubbi.
  3. 3. Regola della Sintesi: Condurre i pensieri in ordine, partendo dagli oggetti più semplici e facili da conoscere per salire gradualmente alla conoscenza dei più complessi. In questo modo si uniscono le parti risolte.
  4. 4. Regola dell'Enumerazione (o Revisione): Rivedere l'intero processo per essere sicuri di non aver tralasciato nulla. Se l'enumerazione non è completa, l'accuratezza della conclusione è in pericolo. L'accuratezza del metodo è garantita dall'evidenza: l'evidenza nella prima regola, la verità delle prove nel procedimento e le prove nel loro complesso.
Risultati e Ipotesi del Metodo:

Il Risultato: Ottenendo risultati molto buoni quando applicato alla matematica, Cartesio decise di applicarlo alla filosofia, per vedere se riusciva a conciliare il pensiero degli uomini. Per Cartesio non ci sono misteri: tutto può essere conosciuto con idee chiare e distinte (può essere ridotto a una funzione matematica). Come i geometri, dobbiamo partire dalle cose semplici e facili per raggiungere le questioni più difficili e complesse.

Ipotesi del metodo:
  1. La realtà è composta di nature semplici.
  2. Conoscere significa cogliere le nature semplici.
  3. Nativismo (nasciamo con idee innate nella mente).

3.3. Punto di Partenza: Il Dubbio Cartesiano

Significato del Dubbio Cartesiano:

Il dubbio cartesiano è un metodo per trovare qualcosa di cui non si possa dubitare. Cartesio dubita per vedere se trova una certezza. Lo scopo e il senso del dubbio è quello di raggiungere la certezza, superando lo scetticismo.

Caratteristiche del Dubbio:

  • È un dubbio universale (dubita di tutte le conoscenze, inclusa l'esistenza della realtà).
  • È reale (non fittizio).
  • È metodico (il dubbio è un metodo per raggiungere la certezza, la prima fase).
  • È teorico (non dubita degli aspetti etici, accettando norme morali provvisorie).

Campo di Applicazione del Dubbio:

Il dubbio cartesiano interessa tre aree:

  1. Dubbio dei sensi: La conoscenza sensibile, poiché se i sensi a volte ci ingannano, perché non dovrebbero ingannarci sempre? Tuttavia, il dubbio sulla percezione del mondo non è sufficiente: poiché il dubbio è universale, dobbiamo dubitare anche dell'esistenza della realtà.
  2. Dubbio sull'esistenza della realtà: A volte non distinguiamo quando siamo svegli o sognando (indistinzione di veglia e sonno). Sia da svegli che da addormentati, alcune verità matematiche sembrano certe, ma anche di queste si deve dubitare...
  3. Dubbio sulla capacità dell'intelligenza: L'intelletto può sbagliare quando ragiona, anche nelle dimostrazioni matematiche stesse. Si introduce l'ipotesi dell'esistenza di un "genio maligno" che ci induce in errore quando perseguiamo la verità.

3.4. Risultati del Dubbio: La Prima Verità e il Criterio della Verità

Il "Cogito Ergo Sum": Superamento dello Scetticismo

La prima verità che supera lo scetticismo è: il soggetto che pensa. Nel processo di dubbio, non posso dubitare di dubitare; quindi, per dubitare, devo esistere (cogito ergo sum). Sono un essere pensante e dunque un essere che esiste. Tuttavia, si è dimostrato solo di avere dubbi o attività interiore, non si è dimostrato di avere un corpo (realtà). Il "Cogito" include qualsiasi funzionamento interno del soggetto (dubitare, pensare, sentire, immaginare...).

Il "Cogito" come Principio Fondamentale:

Nel cogito ergo sum (penso, dunque sono) Cartesio trova il principio dell'idea chiara e distinta, la base per costruire l'intero edificio della filosofia. Il 'cogito' è la prima verità, l'evidenza o la prova (prima fase). È un'idea chiara e distinta. Il suo criterio di certezza è: qualunque cosa sia percepita con uguale chiarezza e distinzione sarà vera e potrò dirlo con certezza. Il cogito (il soggetto) è alla base della filosofia moderna. L'ispirazione viene da Sant'Agostino, che disse: "Se mi sbaglio, esisto". Per Cartesio, il cogito è il punto di partenza di qualsiasi riflessione, mentre per Sant'Agostino era solo una delle tante verità. Partendo dal dubbio, abbiamo ottenuto l'esistenza del soggetto pensante, cioè del mentale. Il problema che si pone ora è come passare dal mentale cartesiano all'extra-mentale (la realtà), dal soggetto all'oggetto.

4. Analisi e Classificazione delle Idee

4.1. Il Problema da Risolvere: L'Esistenza della Realtà Esterna

Abbiamo un'idea chiara e distinta: il pensiero. Ma come può il soggetto provare l'esistenza di una realtà esterna al pensiero? Cartesio non ha altra scelta che dedurre l'esistenza della realtà a partire dall'esistenza del pensiero. Per trarre conclusioni da un punto di partenza (il Cogito), gli elementi da considerare per la deduzione sono il pensiero e la sua attività ("Io penso") e le idee che il "sé" pensa.

4.2. Il Concetto di Idea in Cartesio

Cartesio conclude che il pensiero è sempre pensiero di idee, ma il concetto di idea in Cartesio è diverso dalla filosofia precedente: per la filosofia precedente il pensiero non si basava sulle idee ma sulle cose; per Cartesio, invece, il pensiero non si esercita sulle cose, ma sulle idee. Il problema è come garantire che l'"idea" del mondo corrisponda alla "realtà" del mondo.

4.3. Natura delle Idee

Cartesio distingue due aspetti delle idee: considerate come atti mentali, tutte le idee hanno la stessa realtà e provengono tutte dal pensiero; ma considerate in termini di contenuto oggettivo, ogni idea è una cosa diversa.

4.4. Classificazione delle Idee

Tre tipi:

  • Idee Avventizie: Quelle che sembrano provenire dalla nostra esperienza esterna, dai sensi.
  • Idee Fittizie: Create dalla fantasia e dalla volontà.
  • Idee Innate: Quelle che il pensiero ha in sé per sua natura, come le idee di "pensiero" o "esistenza". Per Cartesio, l'idea innata di sostanza infinita o Dio è fondamentale, e Dio garantisce l'esistenza della realtà al di fuori della mente.

5. Soluzione al Problema della Realtà e Costruzione della Nuova Metafisica

Cartesio intuisce che il sé esiste come una sostanza la cui intera essenza o natura è il pensiero. La sostanza è ciò che esiste concretamente (la cosa).

5.1. Excursus: Il Concetto di Sostanza nella Metafisica Cartesiana

Concetto di Sostanza:

Una cosa che esiste in modo tale da non aver bisogno di nient'altro che di sé stessa per esistere.

Tipi di Sostanze:
  • Sostanza Infinita (Dio): L'unica sostanza che non ha bisogno di nient'altro che di sé stessa per esistere.
  • Sostanze Finite: Esistono altre due sostanze finite che, a parte Dio, non hanno bisogno di nulla l'una dall'altra per esistere. Queste due sostanze sono la res cogitans (pensiero) e la res extensa (materia). Queste sostanze hanno certi attributi (che ci permettono di conoscerle) e modi (proprietà della sostanza).

5.2. La Costruzione della Nuova Metafisica

Metafisica Generale (Teologia Naturale): Dio

Cartesio giunge alla dimostrazione dell'esistenza di Dio dall'analisi delle idee che pensa e dalla scoperta delle idee innate. Per queste argomentazioni, usa:

  1. L'Argomento Ontologico (da Sant'Anselmo): Cartesio afferma che tra i contenuti della coscienza appare l'idea innata di Dio, l'essere sommamente perfetto. Poiché l'esistenza reale è una perfezione, è necessario che l'essere perfetto esista nella realtà. L'idea di Dio come essere sommamente perfetto implica necessariamente l'esistenza reale, altrimenti non sarebbe assolutamente perfetto, mancando della perfezione della vera esistenza.
  2. L'Argomento dell'Infinità: Tra le nostre idee innate appare l'"idea di infinito". L'idea di infinito deve avere una causa; dato che io, essere finito, non posso averla prodotta, deve essere stata causata in me da una realtà infinita. Dunque, esiste l'infinito, ovvero Dio.
  3. L'Argomento della Perfezione: L'idea di perfezione non può provenire dal mondo sensibile. L'idea di perfezione non può venire da me, perché un essere imperfetto non può produrre un'idea così perfetta. L'idea di perfezione deve essere stata indotta in me da una natura più perfetta della mia, che possiede ogni perfezione, cioè Dio.
Attributi della Sostanza Infinita:

Per Cartesio, l'attributo essenziale di Dio è l'infinità e la perfezione.

Il Ruolo di Dio nella Filosofia Cartesiana:

Tra le idee, Cartesio trova l'idea innata di Dio, che è infinitamente buono e veritiero e non può ingannarmi nel farmi credere che il mondo esista se non è così. Dunque, il mondo esiste. L'esistenza di Dio serve da ponte tra il sé e il mondo esterno. Dio permette di risolvere il problema della realtà.

Metafisica Speciale (Cosmologia): La "Res Extensa" (Materia)

La res extensa è una sostanza finita che ha bisogno solo di Dio (sostanza infinita) per esistere. È indipendente dalla res cogitans (dualismo cartesiano). Secondo Cartesio, la mia esistenza come 'io pensante' non dimostra l'esistenza del mio corpo, ma trovo in me competenze e attività (come il movimento) che implicano l'esistenza di una sostanza corporea o estesa.

L'Esistenza della Sostanza Mondo:

Percepiamo il mondo, i corpi e le cose che sono estese (lunghezza, larghezza e profondità), il che è l'attributo corporeo. La verità di questa idea è l'estensione, che è un'idea chiara e distinta garantita da Dio. Cartesio dimostra l'esistenza del mondo dall'esistenza di Dio, perché Dio esiste ed è perfetto (altrimenti non sarebbe Dio), e non può ingannarci.

Attributo del Corpo o "Res Extensa":

Per Cartesio, l'attributo fondamentale dei corpi è l'estensione, cioè ciò che può essere quantificato matematicamente. Anche il movimento ha un posto importante perché può essere quantificato.

La "Res Cogitans" o Sostanza Pensante e il Dualismo Cartesiano:

Antropologia Cartesiana: Sono certo del mio pensiero, ma dubitavo che il mio corpo esistesse. Ciò di cui ho dubitato (il mio corpo) non può essere lo stesso di ciò di cui non ho dubitato (il mio pensiero). Quindi il pensiero e il corpo sono concepiti come cose diverse. L'uomo è composto di materia o corpo (res extensa) e spirito o anima (res cogitans), che sono nature semplici indipendenti, unite accidentalmente. Il mio pensiero non ha bisogno del corpo, e il corpo non ha bisogno del pensiero per esistere.

Relazione Anima-Corpo e Obiettivo del Dualismo:

Ma come si relazionano anima e corpo? Cartesio parla della ghiandola pineale, situata nel cervello, come sede dell'anima. Attraverso questa ghiandola si realizza l'unità, l'interazione e la comunicazione tra corpo e anima. Questa soluzione è considerata piuttosto debole. L'obiettivo del dualismo cartesiano potrebbe essere quello di salvare la libertà umana.

Voci correlate: