La Filosofia di David Hume: Causalità, Scetticismo e Confini della Conoscenza Empirica
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La Critica di David Hume: Causalità, Metafisica ed Empirismo
1. La Distinzione Fondamentale: Relazioni di Idee e Questioni di Fatto
David Hume ha sempre criticato l'idea [di causalità]. Per comprendere l'importanza della sua critica sul nesso di causalità, bisogna innanzitutto distinguere tra due tipi di proposizioni:
- Le relazioni di idee
- Le questioni di fatto
1.1. Le Relazioni di Idee
Le relazioni di idee sono indipendenti dai fatti e riguardano le proposizioni della logica e le proposizioni matematiche. Sono formulate in modo analitico (necessario) e la verità dei rapporti di idee deriva dal fatto che negare queste proposizioni è una contraddizione. Sono assolutamente vere, ma non dicono nulla su ciò che esiste, in quanto non fanno alcun riferimento ai fatti.
1.2. Le Questioni di Fatto
Le questioni di fatto sono quelle proposizioni che sono giustificate dall'esperienza. Le proposizioni sui fatti dicono qualcosa sul mondo, ma sono solo probabili.
2. La Causalità come Inferenza e il Limite della Conoscenza
Tutto ciò si riferisce alla questione della causalità perché, secondo Hume, al di fuori del ragionamento formale (cioè argomenti o proposizioni basate sulle relazioni di idee), ogni altra inferenza è un'inferenza causale.
Sebbene il rapporto di causalità sia sufficiente per trarre conclusioni valide su questioni di fatto che vanno oltre i nostri sensi, va ricordato che le scienze empiriche (come la fisica) dipendono dal rapporto di causa ed effetto. Hume osserva che la nostra certezza riguardo a ciò che accadrà in futuro, basata su una relazione causale, non ha ovviamente alcuna impressione del futuro. È dunque chiaro che l'idea di causalità è la base di tutte le nostre inferenze sui fatti di cui non abbiamo impressione diretta.
3. La Critica alla Metafisica e l'Agnosticismo Humeano
Con questi principi metodologici, Hume è in grado di sviluppare una critica radicale della metafisica. Dobbiamo ricordare che, per l'autore, le idee astratte che non derivano da impressioni devono essere eliminate perché considerate superstizione.
3.1. Critica all'Idea di Dio
Hume critica l'idea di Dio. Mentre per Berkeley Dio era la causa delle sue idee, per Hume questa deduzione non è valida, perché non c'è impressione di Dio, e l'idea non è più valida della sua origine.
3.2. L'Esistenza della Realtà Esterna
Per quanto riguarda l'esistenza della realtà esterna, la posizione di Hume può qualificarsi come agnostica. Se per Locke l'esistenza della realtà esterna era giustificata da un rapporto di causalità (la realtà esterna era la causa delle sue idee), per Hume questa deduzione non è valida perché non abbiamo l'impressione della causa, ma solo le impressioni di questi presunti effetti.
Pertanto, secondo Hume, la fede nell'esistenza della realtà esterna, a cui le nostre impressioni si riferiscono come causa, è un'idea ingiustificabile. Non abbiamo alcuna esperienza di una realtà trascendente le nostre impressioni. Hume non nega l'esistenza di un mondo esterno, ma nemmeno la afferma. Per lui, sia l'affermazione che la negazione della realtà esterna sono illegittime.
4. Il Limite dell'Empirismo
Sorge la domanda fondamentale: se né l'esistenza di un mondo esterno né l'esistenza di Dio sono giustificate, da dove provengono le nostre impressioni?
L'empirismo radicale di Hume non può rispondere a questa domanda, perché la risposta richiederebbe di andare oltre l'esperienza, e questo è il limite della nostra conoscenza (non si può andare oltre le nostre impressioni).