La Filosofia di Jean-Jacques Rousseau: Pensiero, Società e Natura Umana

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Jean-Jacques Rousseau

1. Contesto Storico

Si colloca in Francia nel XVIII secolo, con il confronto tra la borghesia e la nobiltà che porterà alla Rivoluzione francese. L'Illuminismo emerge come un movimento di liberazione e di ricerca della felicità umana e del progresso attraverso la ragione.

La ragione è lo strumento che permette alle società umane di adattarsi alle leggi naturali, aprendo così il campo alla ricerca di nuove leggi sociali e culturali. La filosofia di Rousseau sostiene che l'ordine sociale debba essere in conformità con le leggi della natura.

2. Quadro Socioculturale

Nel campo delle arti e della letteratura, si assiste all'emergere di grandi nomi: in musica Mozart e Bach; in poesia Pope e Goethe; nel romanzo Defoe e Swift. D'altra parte, tra i progressi scientifici vanno menzionati: l'ipotesi di Laplace sul sistema solare formato da una nebulosa; l'invenzione del termometro di Fahrenheit; Lavoisier, che contribuisce a creare una nuova idea di scienza e chimica; e Linneo e Buffon, che danno nuovo impulso alle scienze naturali e alla biologia.

3. Quadro Filosofico

La filosofia illuminista evidenzia il lavoro degli Enciclopedisti che si svolge in questo periodo. L'Illuminismo si estende dal periodo della Rivoluzione inglese fino alla Rivoluzione francese. L'obiettivo del movimento illuminista è quello di liberare gli esseri umani da tutte le catene che li legano, siano esse politiche o intellettuali. Per questo, la ragione, la ragione illuminata, viene invocata come strumento di progresso, che servirà a sciogliere tutti i pregiudizi e a raggiungere un'epoca di liberazione e felicità per tutti gli esseri umani.

I termini che definiscono gli obiettivi dell'Illuminismo sono:

  • Ragione
  • Progresso
  • Libertà
  • Felicità

4. Realtà e Società

Le idee centrali di Rousseau sono che le arti e le scienze sono all'origine dei vizi della società, non potendo contribuire al miglioramento della morale, cioè al vero progresso. Questo progresso intellettuale e scientifico, secondo lui, serve solo ad aumentare la disuguaglianza tra gli esseri umani, anziché mitigarla.

Rousseau, quindi, fa l'opposto di quanto ci si aspetterebbe: svaluta la cultura, la ragione e la società, e potenzia, a sua volta, l'uomo naturale, privo di legami sociali e guidato dal sentimento.

Secondo Rousseau, nel suo stato di natura gli esseri umani sono buoni e godono di tutti i loro diritti e libertà. Tuttavia, in questo stato di natura, l'uomo ha grossi problemi di sussistenza, il che lo porta ad associarsi con altri esseri umani per superarli. Con la formazione di una società, gli esseri umani perdono la libertà e i diritti di cui godevano nello stato naturale. L'istituzione attraverso la quale la società cerca di evitare i problemi di sussistenza è la divisione del lavoro.

Rousseau considera la divisione del lavoro, ovvero l'elemento che fa progredire la società, come ciò che provoca disuguaglianza tra gli uomini. Questa disuguaglianza, invece di portare al progresso, corrompe l'uomo, corrompe la sua natura che è di per sé buona, e lo rende un nemico degli altri uomini.

Così Rousseau parla della necessità di un contratto sociale per riformare la società e ritornare alla libertà e all'uguaglianza umana perdute. Questo contratto sociale non serve a fondare la società, ma a renderla umana. Sarebbe stabilito tra i componenti della comunità, e l'individuo rinuncerebbe ai propri diritti non a favore della società, ma alla volontà generale, in modo che, aderendo a questa, si obbedisca a se stessi. In questo modo l'uomo riconquisterebbe la sua libertà, perché la volontà generale è la volontà di tutti; potrebbe recuperare l'uguaglianza, per la stessa ragione, e si potrebbe parlare di un vero progresso sociale. Il sistema politico risultante è l'espressione delle teorie rousseauiane della libertà nel senso più puro, e non sorprende che i rivoluzionari di tutti i tempi abbiano preso Rousseau come riferimento intellettuale.

5. Essere Umano

L'impulso fondamentale dell'uomo è l'amor proprio. I bisogni umani sono le passioni e le necessità; il desiderio dell'uomo primitivo era fisico, quindi la sua preoccupazione principale era l'autoconservazione. Rousseau si preoccupa di precisare che non bisogna confondere l'amor di sé con l'egoismo. L'egoismo nasce nella società e ha meno a che fare con l'amor di sé e più con il desiderio di essere preferito agli altri. Affinché questo desiderio si manifesti, è necessario fare paragoni tra sé e gli altri individui, e nello stato di natura non esistono le condizioni per un confronto possibile. Per Rousseau, ogni moralità umana si basa su questi sentimenti; la moralità umana non può prefiggersi di rimuoverli, ma, al contrario, di svilupparli. Questo è il motivo per cui l'educazione, o meglio la riforma dell'educazione, è critica per il nostro autore.

6. Dio

Ciò che il cuore dimostra ampiamente, quando interrogato, è il fondamento di ogni posizione teorica e di ogni atteggiamento pratico. L'uomo si sente limitato e umiliato, sopraffatto dall'immensità della natura e collegato, attraverso un senso di fiducia, a un Dio potente e saggio. Qui si ha un rapporto immediato, senza bisogno di intermediari. Tutte le impurità della ragione, sconvolte dall'egoismo della cultura, dovrebbero essere rimosse al fine di raggiungere quello stato di assoluta sincerità, in cui l'intimo si identifica con l'universale.

7. Conoscenza

Rousseau esalta l'intuizione contro il razionalismo prevalente al momento. Per Rousseau, la moralità è lo sviluppo senza ostacoli dei sensi naturali dell'uomo. Anche se afferma che la ragione e la riflessione devono svolgere un ruolo nello sviluppo della moralità, l'elemento di base in questo sviluppo è la sensazione. Ma dobbiamo intendere il termine "sentimento" come immediata comprensione della realtà, come intuizione, piuttosto che come un senso di passione.

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