Filosofia Morale: Percorsi Storici verso la Felicità e il Dovere

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Aristotele: L'Etica della Felicità

Ogni attività ha uno scopo (per esempio, bere ha come scopo una bevanda dissetante). Allora, tra le azioni umane, alcune sono più importanti di altre, cioè sono subordinate. L'obiettivo finale dell'essere umano (SH) è la beatitudine. Perché? Aristotele pensa che siamo tutti d'accordo, dal momento che la felicità è ricercata per se stessa, e tutto il resto è ricercato in funzione della felicità.

Ma che cos'è la felicità?

Qui non c'è alcun accordo: alcuni la identificano con il piacere, altri con gli onori e le ricchezze. Ma Aristotele dice che non si trova in nessuna di queste cose e che accettare che la felicità sia confondere i mezzi con i fini.

Cosa rende felice l'essere umano (SH)?

L'auto-realizzazione. L'essere umano sarà felice se svolge correttamente il suo ruolo specifico.

Qual è questo ruolo?

Questa domanda è molto complessa.

  1. In primo luogo, l'essere umano ricopre ruoli diversi a seconda dell'età, del sesso, dello status e della professione. Tuttavia, la corretta esecuzione di questi ruoli, in ultima analisi, non garantisce la felicità, perché non è il ruolo proprio dell'essere umano in quanto tale.
  2. In secondo luogo, l'essere umano ha tre funzioni: vegetativa, sensitiva e razionale. Le ultime due sono le più importanti.

La funzione sensitiva è quella in cui la parte razionale dell'essere umano controlla e domina i suoi impulsi e desideri. Ma è soprattutto la funzione razionale, impegnata in attività intellettuali e nella Sapienza, l'unica che dona la vera felicità. L'essere umano è felice nella misura in cui può dedicarsi alla saggezza (come chi vive di rendita, senza preoccupazioni materiali). Secondo Aristotele, non tutti gli esseri umani possono accedere alla vita contemplativa ed esclude le donne, gli schiavi e coloro che sono "brutalizzati dal lavoro manuale".

Epicuro: L'Etica del Piacere

Etica edonista: lo scopo della vita è il godimento del piacere. Il filosofo greco ritiene che tutto ciò che esiste è materia. Quindi si tratta di atomi di materia di diverse dimensioni in movimento nello spazio vuoto, che danno origine a innumerevoli mondi. Essi negano il soprannaturale e lottano contro i miti e le superstizioni che servono solo a generare paura e, di conseguenza, infelicità. Se c'è un solo problema per tutti, è la morte. L'obiettivo dell'essere umano è vivere felicemente.

Come raggiungere la felicità?

Nella ricerca del piacere e nell'evitare il dolore (Edonismo). Per vivere una vita felice e godere del piacere, si deve essere guidati dall'intelligenza. Epicuro distingue tre tipi di piaceri:

  • Naturali e necessari: (es. cibo, riposo). Si devono goderne con intelligenza.
  • Naturali e non necessari: (es. piaceri erotici, lussi). Dovrebbero essere goduti con moderazione. Chi vive in questo modo raggiunge l'atarassia (imperturbabilità dell'anima, assenza di turbamento da appetiti e passioni) e l'autarchia (autosufficienza).
  • Innaturali e non necessari (o vani): (es. fumo, ricchezze eccessive). Questi non devono essere perseguiti, poiché generano dipendenza e turbamento.

Immanuel Kant (XVIII Secolo): L'Etica del Dovere

Kant riprende gli ideali dell'Illuminismo, in particolare l'autonomia della ragione e l'idea di progresso, con la convinzione che la ragione possa condurre a una società senza guerre, violenza, ecc.

Su cosa si fonda la sua etica?

Dobbiamo educare le persone a essere autonome e a non sottostare a forme di oppressione politica o di coscienza religiosa. Pensare autonomamente è il modo in cui gli esseri umani possono liberarsi dalla superstizione ed esercitare la loro libertà. È il primo a parlare di autonomia morale: ognuno deve costruire i propri valori morali. Obbedire a ordini che provengono da un altro, anche se da Dio, non è morale, non è compatibile con la dignità umana, e rende l'etica eteronoma.

Modi di agire:

  • Agire per dovere: (autonomo) agire per rispetto del dovere stesso.
  • Agire conformemente al dovere: (eteronomo) agire per obbligo o per paura delle conseguenze.

Questo secondo approccio è obbedire a una legge per paura o per obbligo. Il dovere deriva dalla ragione, e agire moralmente significa agire per rispetto della legge stessa. L'azione morale o immorale è definita in base alla volontà che la genera. La morale kantiana è una morale in cui si decide quale sia il proprio dovere, ma il modo in cui lo si esprime deve essere universale.

Gli Imperativi:

Gli imperativi sono comandi. La legge morale deve essere espressa in un imperativo categorico, ovvero un comando che va rispettato senza ulteriori condizioni. Kant afferma che la legge morale è data a sé stessi, ma deve essere formulata come segue:

  1. Primo Imperativo: "Agisci in modo tale da trattare sempre l'umanità, sia nella tua persona sia in quella di ogni altro, come fine e mai semplicemente come mezzo." Questo perché le persone hanno una dignità intrinseca, un valore assoluto, e non possono essere usate come semplici strumenti.
  2. Secondo Imperativo: Il carattere universale della moralità è esplicitato in questo imperativo, puramente formale, che recita: "Agisci soltanto secondo quella massima per mezzo della quale puoi insieme volere che essa divenga una legge universale." In altre parole, agisci solo secondo principi che vorresti fossero validi per tutti.

Gli Stoici: Vivere in Armonia con la Natura

Il fondatore dello Stoicismo fu Zenone di Cizio, che aprì una scuola filosofica ad Atene. La sua filosofia, pur avendo un interesse teorico, era fortemente orientata alla pratica, offrendo risposte alle situazioni della vita. Gli Stoici concepiscono l'universo come materiale. In esso operano due principi, uno attivo e uno passivo, entrambi materiali e inseparabili. Il principio passivo è la pura materia, inerte, mentre quello attivo è la Ragione (Logos). Vi è un Dio che governa l'universo e lo trasforma in qualcosa di ordinato, un Cosmo. Questo Dio è identificato con il mondo stesso (panteismo). Essendo governato dal Logos (Ragione universale), tutto ciò che accade nell'universo è determinato dal Fato.

Si presuppone quindi il destino e si cerca di vivere nelle migliori condizioni possibili. Da qui l'imperativo di "vivere secondo natura" o "secondo ragione", che significa raggiungere l'atarassia (la calma dell'anima, l'assenza di turbamento) e vivere in modo tale da non essere disturbati dalle passioni. Si ricerca l'apatia, intesa come uno stato di indifferenza nei confronti delle passioni e degli eventi esterni, che aiuta a ottenere la libertà interiore e l'autosufficienza.

Gli Stoici furono i primi a sentirsi cittadini del mondo (cosmopoliti) e a diffondere l'idea di una ragione universale. La patria dello stoico era quindi il mondo intero, e si pensava che l'uomo fosse destinato a vivere in comunità e dovesse nutrire sentimenti di amore verso tutti gli altri esseri umani (filantropia).

L'Utilitarismo: Il Bene è l'Utile (XVIII-XIX Secolo)

Etica edonista (massimizzazione del piacere per il maggior numero di persone). L'etica utilitaristica si basa in parte sull'etica del filosofo David Hume (XVIII secolo), il quale negava che i precetti e le regole morali trovassero il loro fondamento ultimo nella ragione. Le norme morali dipendono dai sentimenti. È comune a tutti gli esseri umani (SH) parlare di un comportamento "cattivo" o "buono".

  • Se si prova un sentimento di "felicità" per un certo comportamento, questo viene "approvato" e definito "buono".
  • Se si prova un sentimento di "antipatia", il comportamento viene disapprovato e chiamato "sbagliato".

Quali tipi di comportamenti ci piacciono e ci portano ad approvare e a considerarli buoni?

Sono i comportamenti che apportano un beneficio non solo individuale, ma che si estende anche agli altri. I comportamenti che sono dannosi per sé stessi e per gli altri sono quelli che non ci piacciono e non approviamo, quelli che sentiamo moralmente "cattivi".

Perché accade questo?

Nell'essere umano (SH) esiste un sentimento di simpatia per gli altri esseri umani e per l'umanità nel suo complesso. Hume ritiene che il bene sia ciò che è utile, sia per l'individuo che per la società.

Jeremy Bentham (il primo a sistematizzare rigorosamente le idee utilitaristiche) e John Stuart Mill. Essi cercano di fare della morale una scienza esatta, basata su fatti che possono essere misurati e che hanno rapporti precisi tra loro. Gli unici fatti misurabili nella vita morale sono il piacere e il dolore. Essi affermano che il comportamento umano (SH) è determinato dalle aspettative di piacere e dalla paura del dolore.

L'Etica Dialogica

Di fronte all'individualismo dell'etica kantiana, l'etica dialogica propone che l'universalità della legge morale debba essere raggiunta attraverso un accordo sui principi etici tra gli esseri umani (SH), cercando di trovare un minimo di valori universali di giustizia. Il fondamento delle norme morali risiede in questo consenso etico, in quanto esso è il prodotto di un dialogo razionale tra gli individui.

L'obiettivo è ottenere un minimo di giustizia universalmente necessario, per garantire lo sviluppo e la realizzazione della massima felicità possibile. Questo minimo di giustizia si esprime nei valori universali dei Diritti Umani (DU): uguaglianza, libertà, solidarietà. Esso aiuta a raggiungere la massima felicità individuale, intesa come la concezione che ciascuno ha della propria felicità.

Voci correlate: