La Filosofia di Nietzsche: Concetti Chiave (Dio, Morte di Dio, Apollineo e Dionisiaco)

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I Fondamenti del Pensiero Nietzscheano

Dio e l'Assoluto

Quando Nietzsche si riferisce a Dio, si riferisce al dio della religione, in particolare il Cristianesimo, ma anche a tutto ciò che lo può sostituire. In realtà, Dio non è un'entità, ma piuttosto un luogo, una figura possibile del pensiero, che rappresenta l'Assoluto. Dio è una metafora per esprimere la realtà assoluta, la realtà che si presenta come la Verità e il senso ultimo, che si presume possa servire come base per l'esistenza, perché erano al di là di essa e le davano un senso.

Tutto ciò che serve agli uomini per dare senso alla vita, ma che viene comunque fuori dalla vita, è simile a Dio. La Natura, il Progresso, la Rivoluzione, la Scienza, prese come realtà assolute, sono simili a Dio. Per Nietzsche, la fede in Dio è una conseguenza della vita in declino, di una vita incapace di accettare il mondo come una dimensione tragica. L'idea di Dio è un rifugio per coloro che non possono accettare la vita.

La Morte di Dio

Quando Nietzsche dichiarò che Dio è morto, intendeva che gli uomini vivono disorientati, poiché non serve più come l'orizzonte ultimo in cui hanno sempre vissuto, né come la luce che li guida.

La “morte di Dio”, evento storico di massima ampiezza, non è intesa come la morte del divino, ma come il fatto che la fede nel Dio cristiano sia caduta in discredito, rivelando una finzione umana. L'annuncio che Dio è morto simboleggia la fine della tradizione platonico-cristiana e dei suoi valori negativi per la vita.

Egitticismo

Il termine Egitticismo (o Egizianismo) segna il concetto del divenire. Nietzsche lo usa per indicare l'atteggiamento dei filosofi dogmatici che fanno uso di concetti (invece di utilizzare metafore) per descrivere la realtà in modo statico, inequivocabile e definitivo. Essi sono convinti che tutto ciò che cambia o diviene sia una realtà di seconda classe o imperfetta.

Il Contrasto tra Apollineo e Dionisiaco

Apollo: Luce, Forma e Razionalità

Apollo era uno degli dèi adorati dai Greci, ai quali erano eretti numerosi templi e il cui oracolo veniva consultato per conoscere il futuro o gli aspetti più oscuri dell'esistenza. I Greci lo consideravano il dio della giovinezza, della bellezza, della poesia e dell'arte in generale. Ma, secondo Nietzsche, Apollo esprimeva, più di ogni altra cosa, un modo di essere di fronte al mondo: era il dio della luce, della chiarezza e dell'armonia nel mondo delle forze primarie e istintive.

Rappresentava anche:

  • L'individuazione
  • L'equilibrio
  • La forma e la dimensione
  • La razionalità

Dioniso: Caos, Eccesso e Istinto

L'apollineo era in contrasto con il Dionisiaco, rappresentato dalla figura del dio Dioniso, dio del vino e delle coltivazioni, che presiedeva le feste baccanali, l'eccesso, l'ubriachezza, la musica e la passione. Secondo Nietzsche, questo Dio ha anche rappresentato il mondo della confusione, della deformità, del caos, della notte, il mondo istintuale, lo scioglimento dell'individualità e, in definitiva, l'irrazionale.

L'Armonia Arcaica e la Decadenza Socratica

Per l'interpretazione tradizionale, tutta la cultura greca è stata apollinea, e il popolo greco il primo a presentare una visione luminosa, bella e razionale della realtà. Nietzsche si oppone a questa interpretazione. Egli afferma che il mondo greco *divenne* apollineo a partire da Socrate, ma non il precedente mondo greco, che il nostro filosofo considerava il momento più caratteristico dello spirito greco.

La vera grandezza del mondo arcaico greco stava nel non nascondere questa dimensione della realtà, nell'armonizzare i due principi, considerando il dionisiaco come la pura verità. Solo con l'inizio della decadenza occidentale, e con Socrate e Platone, i Greci cercano di nascondere questo aspetto, cercando di costruire un mondo di legalità e razionalità (un mondo puramente apollineo, incoraggiato dal Platonismo). Socrate apre la strada al disprezzo del mondo del corpo e alla fede nella ragione, identificando il dionisiaco con il non-essere, con l'irrealtà.

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