Filosofia e Società: Etica, Felicità e Concetti di Cittadinanza

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ARTICOLO 10: Etica e Felicità

1. I Poemi Omerici: Virtù e Comunità

L'etica occidentale è nata in Grecia e si basa su tre elementi fondamentali:

  • «La cosa buona è fare qualcosa che serve la comunità».
  • «La virtù è intesa come eccellenza, la capacità di eccellere, conferendo potere ai virtuosi».
  • «Un uomo buono è colui che cerca di eccellere, fornendo i migliori servizi alla sua comunità ed essendo il migliore».

L'Atteggiamento Socratico

Socrate è considerato il creatore dell'etica occidentale. Egli sollevò questioni etiche fondamentali e propose metodi e atteggiamenti per risolverle. Dobbiamo considerare che:

  • «La morale è una questione di atteggiamenti: l'atteggiamento di ricerca incessante della verità».
  • «Cercare la verità significa opporsi al dogmatismo».
  • «La verità risiede nel cuore degli uomini. I metodi per scoprirla sono la riflessione e il dialogo».

Socrate chiamava il suo metodo, in questo contesto, l'arte maieutica, ovvero l'arte di "dare alla luce" la verità.

  • «I concetti morali scoperti attraverso questo metodo sono validi per tutti gli uomini, poiché si passa dal particolare all'universale».
  • «Per essere felici è necessario agire bene».
  • «Colui che conosce il bene, eppure fa il male, lo fa per ignoranza (intellettualismo morale)».

2.1. Tre Modelli di Felicità

  • «Essere felici è l'autorealizzazione, il raggiungimento dei propri obiettivi come essere umano (eudemonismo)».
  • «Essere felici è essere autosufficienti, provvedere a sé stessi senza dipendere da niente e nessuno».
  • «Essere felici è provare piacere ed evitare il dolore (edonismo)».

Aristotele credeva che essere felici significasse essere un uomo nel senso più pieno della parola. Epicuro si chiese cosa spingesse gli uomini ad agire, poiché la felicità consiste nell'ottenere ciò che li muove: il piacere.

2.2. Felicità come Autorealizzazione: Eudemonismo

La Felicità è il Fine Ultimo Naturale

Aristotele sosteneva che se tutte le attività umane sono svolte per uno scopo, allora gli obiettivi intermedi sono mezzi per un fine ultimo, che non si sviluppa in altri. Questo fine ultimo è la felicità. La felicità è:

  • «Un bene perfetto, ricercato per sé stesso e non per altro».
  • «Un bene sufficiente in sé, tale che chi lo possiede non desidera nient'altro».
  • «Il bene che si ottiene attraverso l'esercizio delle attività più tipiche degli esseri umani, in particolare la virtù eccellente».
  • «Il bene che si ottiene con un'attività continua».

Conoscenza Teorica e Vita Pratica

Ogni persona ha un ruolo nella propria società e, per svolgerlo, deve acquisire gli atteggiamenti che la aiutano a farlo. Una funzione propria dell'essere umano è la ricerca della felicità. Le azioni che hanno un fine in sé sono più perfette di quelle che non lo hanno. Se esiste un'attività umana che ha il fine in sé, essa sarà la più elevata. Aristotele riteneva che la felicità consistesse nell'esercizio dell'attività teoretica. Tuttavia, poiché è impossibile mantenere sempre una vita puramente contemplativa, è necessario un equilibrio per raggiungere la felicità. Da qui derivano due tipi di virtù: le virtù dianoetiche e le virtù etiche. Le virtù etiche, in particolare, ci aiutano a trovare la "giusta via di mezzo" tra difetto ed eccesso. Un uomo che vive secondo la virtù è felice, ma è necessario che viva in una città governata da buone leggi, poiché l'etica individuale richiede un contesto politico adeguato.

2.3. Felicità come Autosufficienza

In Grecia, i filosofi cercarono di capire cosa significasse per l'uomo essere felice. Cinici, Stoici ed Epicurei cercarono di rispondere a questa domanda proponendo l'ideale del saggio, colui che sa essere felice. Per i Cinici e gli Stoici, il saggio è autosufficiente.

Cinici

Il termine "cinico" deriva da "cagnolino" (κυνικός, kynikós). I Cinici erano una corrente filosofica che si distingueva per un atteggiamento specifico: ritenevano che la felicità consistesse nella libertà dell'individuo di opporsi alle norme sociali e alle istituzioni. L'uomo è buono per natura ed è saggio vivere secondo natura. Inoltre, per essere felice, deve essere autosufficiente, secondo il pensiero cinico. Il fondatore del Cinismo fu Antistene.

Gli Stoici

Essi credevano che fosse saggio vivere secondo natura. Eraclito di Efeso spiegava l'ordine del cosmo indicando l'esistenza di una ragione comune che governa le cose, il destino e la provvidenza. Poiché anche gli uomini partecipano di tale legge universale, l'ideale del saggio sarà comprendere che tutto è nelle mani del destino e, così facendo, garantire una profonda pace interiore. Il saggio è colui che domina le proprie emozioni e non si fa illusioni sul futuro. Lo Stoicismo fu un atteggiamento vitale, la cui idea centrale è la libertà interiore.

2.4. Felicità come Piacere: Edonismo

Gli edonisti considerano che l'etica esista perché gli uomini cercano il piacere e fuggono dal dolore. L'etica è quindi soggetta alla psicologia. L'intelligenza aiuta a calcolare i mezzi più idonei per raggiungere il massimo piacere possibile; l'intelletto morale è una mente calcolatrice.

Epicureismo

L'Epicureismo propone un piacere ben calcolato. È saggio colui che sa come organizzare la propria vita, calcolando quali piaceri siano più intensi e duraturi. La saggezza ha due radici: il calcolo del piacere e l'intelletto. Questi due elementi sono una costante dell'edonismo, e nel caso dell'Epicureismo, esso è individualista.

Utilitarismo

L'Utilitarismo ritiene che gli esseri umani abbiano un sentimento sociale, la cui soddisfazione è fonte di piacere. La simpatia è la capacità di mettersi al posto di un altro.

L'obiettivo morale è raggiungere la massima felicità per il maggior numero di esseri viventi. Questo principio di moralità è un criterio per un processo decisionale razionale, che ha portato all'economia del benessere e a un gran numero di riforme sociali.

L'aritmetica del piacere si basa su due ipotesi:

  • «Il piacere è quantificabile, poiché tutti i piaceri sono uguali in termini di qualità».
  • «I piaceri di individui differenti possono essere confrontati tra loro per raggiungere un totale massimo di piacere».

Mill sostiene che esistono piaceri superiori e inferiori. Le persone che hanno provato entrambi preferiscono i piaceri intellettuali e morali. Gli esseri umani hanno bisogno di più per essere felici rispetto ai semplici animali. L'utilitarismo di Mill è stato descritto come "idealista" e valorizza i sentimenti sociali come fonte di piacere.

  • L'Act-utilitarismo, che valuta la correttezza di ciascuna azione in base alle sue conseguenze.
  • Il Rule-utilitarismo, che impone di considerare se l'atto rientra in determinate regole e di valutare la bontà morale delle sue conseguenze.

ARTICOLO 11: La Cittadinanza

Una Definizione Usuale

  • «L'appartenenza a una comunità politica, a un paese che risiede in permanenza nel territorio».
  • «Il godimento di alcuni diritti che devono essere protetti dalla città o dallo Stato, tra cui la possibilità di partecipare ai lavori di governo politico della comunità, direttamente o indirettamente».

La Cittadinanza nel Mondo Greco-Romano

Sia in Grecia che a Roma, il cittadino era colui che veniva riconosciuto dotato di un insieme di diritti e doveri, indipendentemente dalla sua condizione economica. Si sottolineava in particolare il dovere di difendere la città prendendo le armi, se necessario.

La Cittadinanza nella Democrazia Greca

Nell'antica Grecia, ogni città (polis) era un piccolo stato indipendente e cercava di diventare economicamente autosufficiente. Nel caso della democrazia greca antica, la cittadinanza significava partecipare attivamente alla vita politica. Il cittadino aveva la responsabilità di partecipare alle riunioni e prendere parte alle discussioni sui problemi. Le riunioni si tenevano nell'agorà. La maggior parte degli uffici pubblici erano assegnati per sorteggio. Per incoraggiare la partecipazione dei cittadini meno abbienti, furono istituiti vari incentivi economici. Per i Greci dell'età classica, essere un cittadino significava affrontare le questioni pubbliche mediante la deliberazione, attraverso una discussione aperta e uno scambio di opinioni. Tre erano i principi che disciplinavano la partecipazione all'assemblea:

  • Isonomia, ovvero uguaglianza davanti alla legge: ogni cittadino aveva gli stessi diritti di chiunque altro.
  • Isegoria, ovvero uguaglianza di parola: ogni cittadino aveva il diritto, come qualsiasi altro, di prendere la parola ed esprimere il proprio parere davanti all'assemblea.
  • Koinonia, ovvero cooperazione della comunità per realizzare il bene pubblico, il bene di tutti, piuttosto che concentrarsi sul bene individuale.

La Cittadinanza nell'Antica Roma: La Tradizione Giuridica

La cittadinanza era il riconoscimento giuridico di alcune persone come membri a pieno titolo della Repubblica. Questo significava che il cittadino godeva di una protezione giuridica accordata dalle leggi e dalle istituzioni.

La Doppia Radice della Cittadinanza nello Stato Moderno

Lo Stato moderno è un'organizzazione stabile, un insieme di unità con le proprie posizioni o burocrazia e il suo sovrano, il principe. I cittadini possiedono la cittadinanza, intesa come status giuridico che lega una persona a uno Stato, riconosciuto dal diritto internazionale.

Esistono due principi fondamentali per l'acquisizione della cittadinanza:

  • Ius soli (diritto del suolo): Afferma che deve essere riconosciuto come cittadino chi è nato nel paese.
  • Ius sanguinis (diritto di sangue): Dà priorità alla cittadinanza dei genitori.

Voci correlate: