Fondamenti del Diritto: Teorie, Principi e Concetti Giuridici Essenziali
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La Teoria della Norma Generale Esclusiva (o Norma di Chiusura)
Questa teoria ha come principale interprete Ernst Zitelmann. Secondo Zitelmann, non esistono fatti giuridici irrilevanti né spazi vuoti nel sistema giuridico. Ogni norma di diritto particolare che disciplina determinati atti è sempre accompagnata implicitamente da una norma generale ed esclusiva. Questa norma esclude dal campo di applicazione della regolamentazione particolare tutti gli eventi imprevisti, che sono regolamentati o soggetti a diritto in contrasto con regolamenti antitetici.
Pertanto, questa regola è chiamata norma generale ed esclusiva. Ad esempio, se esiste una norma che vieta l'esportazione di sigarette, essa contiene implicitamente un'altra norma che autorizza l'esportazione di tutte le altre merci diverse dalle sigarette. L'ordinamento giuridico sarà quindi il risultato dell'insieme di tutte le norme speciali e di tutte le norme generali esclusive.
Quest'ultima può essere espressa da una sola regola, formulabile come segue: "Tutto ciò che non è giuridicamente proibito è lecito o permesso." Questa regola, così concepita, è anche chiamata norma di chiusura. Il suo ruolo è quello di garantire la completezza del sistema giuridico, assicurando l'assegnazione di uno status giuridico a tutti i fatti non coperti da altre norme. Così, i fatti che per altre teorie sembrano appartenere al vuoto giuridico, in questa teoria rientrano nel regno di ciò che è legalmente consentito.
La diversa classificazione comporta diverse conseguenze: se si sostiene che l'area di ciò che è legalmente consentito o tollerato è fondamentalmente lo spazio di libertà dei cittadini, essa è giuridicamente rilevante. Ciò significherebbe che esiste un obbligo per gli altri cittadini di non ledere tale zona e, nel caso in cui ciò accada, il cittadino ha la possibilità giuridica di agire ricorrendo alle varie agenzie statali.
L'Analogia nel Processo di Integrazione delle Lacune
Non esiste un unico concetto di analogia, ma diverse applicazioni in vari campi. Tuttavia, tutte hanno in comune l'idea di somiglianza o similitudine.
Nel campo del diritto, per analogia si intende un processo o un ragionamento logico-argomentativo che permette di applicare una norma giuridica a un caso non espressamente previsto dalla norma stessa, ma che presenta una somiglianza tale da giustificare l'applicazione della medesima ratio legis. Si confrontano quindi due ipotesi: una regolata dalla legge e l'altra no, tra le quali esiste un'essenziale uguaglianza o identità di ragione. Così, la norma di diritto può essere applicata a casi non regolamentati. Questa procedura può essere espressa dalla seguente formula: "Ubi eadem ratio, ibi eadem iuris dispositio" (Dove c'è la stessa ragione, deve esserci la stessa disposizione di legge).
L'analogia, in questo senso, trova ampia applicazione, soprattutto nel campo del diritto privato, ma è soggetta a talune limitazioni. La più importante è quella relativa al diritto penale, in base al quale non trova applicazione l'analogia, in virtù del principio di legalità penale o di riserva di legge, secondo il quale "nullum crimen, nulla poena sine lege" (nessun crimine, nessuna pena senza legge). Questo significa che se un presupposto di fatto non è contemplato dalla legge come reato, anche se assomiglia a un altro caso regolamentato come reato, non può essere penalizzato come tale.
In generale, si afferma che non possono essere applicate in via analogica le norme che stabiliscono un qualche tipo di sanzione, né quelle che derogano alle regole generali. Entrambe devono essere sempre applicate in senso restrittivo. In altre parole, nessuna sanzione può essere applicata per analogia, né si può derogare in tal modo.
L'Inizio dell'Esistenza Naturale e la Tutela Legale della Vita Nascente
L'esistenza naturale inizia al concepimento. In relazione a ciò, l'articolo 76 del Codice Civile stabilisce la seguente regola: "Dal momento della nascita può essere dedotta quella del concepimento secondo la seguente regola: la presunzione di legge è che il concepimento abbia preceduto la nascita non meno di centottanta giorni chiari e non più di trecento, contati a ritroso a partire dalla mezzanotte del giorno della nascita."
L'articolo 19 n. 1, punto 2 della Costituzione stabilisce che la legge protegge la vita del nascituro. La stessa norma è contenuta nell'articolo 75 del Codice Civile, che prevede inoltre che il giudice possa, di propria iniziativa o su richiesta di parte, adottare tutte le misure che ritiene appropriate per tutelare l'esistenza del non ancora nato quando si ritiene che la sua vita sia in pericolo. La vita del nascituro è tutelata anche dal Codice Penale, agli articoli 342 e seguenti, che definiscono la figura dell'aborto. In termini generali, l'aborto è l'interruzione colpevole di gravidanza. Inoltre, è in vigore una normativa che prevede congedi prenatali e tutela le donne incinte sul lavoro.
La Validità del Diritto nella Dottrina di Thomas Hobbes
Thomas Hobbes è stato uno scrittore inglese del XVII secolo, esponente dell'assolutismo, che ha postulato un rapporto contrattuale in merito alla validità del diritto. La dottrina di Hobbes si fonda sui seguenti presupposti filosofici:
- In primo luogo, che l'uomo è naturalmente egoista e non socievole per natura.
- In secondo luogo, che l'uomo cerca il proprio bene ed è insensibile agli altri.
Su questa base, Hobbes afferma che se l'uomo fosse governato solo dalla natura, una guerra permanente sarebbe inevitabile per tutti, poiché ognuno cercherebbe di ottenere vantaggi a scapito degli altri. Così, la condizione dell'uomo prima dell'esistenza del diritto era quella di uno stato di guerra di tutti contro tutti, in cui il diritto individuale era illimitato. L'assoluta libertà individuale esistente in questo stato primitivo è la causa della guerra permanente.
Pertanto, dice Hobbes, è opportuno per l'uomo abbandonare questo stato di natura a causa dei pericoli che la guerra comporta. Ciò è possibile solo tramite un contratto che preveda la rinuncia di ciascun individuo alla libertà illimitata che possedeva nello stato di natura. Tale rinuncia deve essere completa e incondizionata, altrimenti si correrebbe il rischio di ricadere nello stato di natura. Per questo motivo, tutti gli uomini devono cedere i propri diritti originari e farlo in favore di un sovrano che imponga leggi e stabilisca il giusto e l'ingiusto. Nella teoria di Hobbes, la validità del diritto si basa sul contratto sociale, che è la subordinazione incondizionata delle persone fisiche all'autorità che rappresenta e concentra in sé il potere di tutti. Si noti che questo contratto sociale non ha avuto un'esistenza storica, ma è una risorsa teorica per spiegare un certo stato di cose.
L'Equità come Fonte Formale nel Sistema Giuridico Cileno
Nel sistema giuridico cileno, la risposta alla domanda se l'equità sia una fonte formale è affermativa.
Ciò si evince dalle disposizioni dell'articolo 170 n. 5 del Codice di Procedura Civile, in combinato disposto con l'articolo 10 del Codice Organico dei Tribunali e l'articolo 73 della Costituzione.
L'Art. 170 n. 5 del Codice di Procedura Civile stabilisce i requisiti che deve rispettare una sentenza definitiva di prima o unica istanza e di seconda istanza per essere modificata o ritirata. In particolare, il suo numero 5 prevede che le sentenze debbano contenere la dichiarazione di legge o, in mancanza, i principi di equità sui quali il giudice fonda la sua decisione. Ciò significa che il giudice deve emettere una sentenza basata sul diritto e solo nei casi in cui non esista una legge può ricorrere all'equità.
Questa esigenza di equità, in assenza di una legge specifica, si fonda sul principio noto come inescusabilità, sancito dall'articolo 10 del Codice Organico dei Tribunali e anche nell'articolo 73 della Costituzione, che al n. 2 stabilisce che "il giudice, richiesto di intervenire in un quadro giuridico e negli affari nell'ambito della sua giurisdizione, non può esimersi dal suo ministero o dalla mancanza di legge per risolvere la questione sottoposta alla sua decisione."
Pertanto, affinché i giudici siano obbligati a decidere anche in assenza di legge, devono soddisfare due requisiti:
- che il suo atto sia previsto dalla legge; e
- che la questione rientri nella sua competenza.
Questo patrimonio è una fonte formale del diritto cileno.
Definizioni di Concetti Giuridici Fondamentali
Pena o Sanzione
Nel diritto penale, la pena può essere definita come la conseguenza giuridica collegata a un comportamento definito come crimine secondo la legge penale. Da parte sua, il professor Eugenio Cuello Calón la definisce come la sofferenza comminata dallo Stato in esecuzione di una sentenza di colpevolezza per un reato penale.
Punizione
La punizione è la conseguenza giuridica di una violazione del dovere. Questa violazione deve essere intesa come l'inosservanza di un dovere derivante da una norma giuridica, una sentenza o un contratto. È necessario distinguere i concetti di punizione e coercizione.
Persona Giuridica
La persona giuridica è definita dall'Art. 545 del Codice Civile (DM): "Si chiama persona giuridica una persona fittizia, capace di assumere diritti e obblighi civili, e di essere rappresentata giudizialmente ed extragiudizialmente."
Domicilio
Il domicilio è la sede legale di una persona per l'esercizio dei diritti e per l'adempimento dei suoi obblighi. Il domicilio è la residenza accompagnata dall'intenzione reale o presunta di rimanervi. (Artt. 1959-1965).
Stato Civile
Stato civile: Definizione dottrinale: "Lo stato civile è una qualità permanente che un individuo occupa nella società, risultante dalle sue relazioni familiari."
Responsabilità Diretta e Indiretta
Una persona è direttamente responsabile quando è sanzionata come conseguenza di un atto compiuto dalla stessa, ossia la persona che commette l'atto illecito è la stessa che è soggetta alla sanzione.
Da parte sua, un individuo è indirettamente responsabile quando è passibile di essere sanzionata per il comportamento o l'atto di un terzo. Questo tipo di responsabilità per fatto altrui era comune nel diritto primitivo, compreso il diritto penale. Nel diritto penale contemporaneo è ammessa solo la responsabilità diretta, mentre la responsabilità per fatto altrui esiste solo nel diritto civile, in un numero limitato di casi.
Esempi:
- L'articolo 2320 del Codice Civile prevede che ogni persona è responsabile non solo delle proprie azioni, ma anche del fatto di coloro che sono stati sotto la sua cura; per cui, ad esempio, il padre e la madre sono responsabili per l'atto dei figli minori che risiedono nella stessa casa.
- L'articolo 2322 si riferisce alla responsabilità dei proprietari per il comportamento dei loro dipendenti o agenti, ecc.
(Solo la responsabilità può essere indiretta).